Tante sono state le parole spese, nei mesi scorsi, circa le condizioni di Ilicic. Il ragazzo sloveno aveva infatti lasciato i compagni dopo la sfida dell’11 Giugno contro la Juventus poiché troppo scosso dalle vicende che avevano colpito Bergamo e l’Italia. Ora, dopo mesi di silenzi e di riservatezza, arriva la conferma: Ilicic ha contratto il Covid.
Non sono mai state chiare le ragioni per le quali il fantasista atalantino avesse optato per un rapido e repentino ritorno in patria, lontano dalle voci del campo e alla larga dal lockdown italiano. Certamente l’aria carica di preoccupazioni, soprattutto quella respirata a Bergamo tra metà marzo e inizio giugno, non ha fatto altro che amplificare le paure e le fragilità che spesso affliggono il 32enne.
Ilicic, un calciatore fragile ed estremamente sensibile
I carri armati coi feretri che scorrono lungo il viale del cimitero monumentale di Bergamo, gli elicotteri che sorvolano la città come in tempo di guerra, l’impossibilità di vivere la normalità quotidiana. Josip Ilicic cade in una profonda depressione ed appena possibile decide di lasciarsi alle spalle tutti questi incubi, sceglie di lasciare il nostro paese.
La società e i compagni manifestano sempre estrema vicinanza al proprio campione. Mister Gasperini spende parole d’elogio e di profondo amore verso il numero 72. I giorni passano lenti e nessuna notizia certa è data, da media italiani o stranieri. Ilicic riesce a ritrovare finalmente la calma, sensazione che tanto gli è mancata nei precedenti mesi da incubo.
Un alone di mistero è sempre aleggiato attorno alle condizioni del calciatore, alimentando voci fasulle e polemiche sterili. C’era chi lo accusava di aver avuto problemi familiari, chi invece riteneva che il problema fosse di natura personale: speculazioni che non hanno mai aiutato l’atalantino a ritrovare la serenità perduta. Mai nessuna persona vicina al ragazzo, però, si è espressa. La volontà di lasciar passare i tormenti interiori, alla fine, ha giovato grandemente alla salute dello sloveno. Ogni tentativo di giungere frettolosamente alla verità è stato placato, accelerando il percorso di guarigione.
Questo ha fatto sì che Ilicic potesse riprendersi e potesse ritrovare il proprio posto all’interno del gruppo orobico. Solo in seguito a questo reintegro, il capitano della Dea, Gomez, grande amico di Josip, si è lasciato andare con una confessione ai microfoni di Tyc Sports: “Ilicic ha contratto il Covid ed ha sofferto molto, è caduto in depressione. La testa arriva poi a un momento in cui esplode. Ora sta bene, è molto importante per noi”.
Ilicic ha contratto il Covid: non l’unico ad aver vissuto quest’incubo
Depressione, sconforto, paura. I mesi appena trascorsi hanno lasciato strascichi pesanti anche all’interno delle menti dei calciatori. Nonostante la fama e il successo, anche i giocatori di calcio non son risultati immuni al contagio da Coronavirus. Numerosi sono stati i casi riscontrati all’interno delle società: tra i tanti, il Club più colpito è stato il Genoa. Perin, Behrami e Criscito sono solo tre dei ragazzi contagiati.
Il calciatore d’origini albanesi, naturalizzato svizzero, così si è espresso, sul Secolo XIX, circa la malattia che è stato chiamato ad affrontare: “Non mi sono scoperto più forte, mi sono scoperto più fragile. Ho avuto la paura per qualcosa che non conoscevo, la paura che potesse toccare i miei figli, i miei genitori, mia moglie. Ho scoperto il mio lato più fragile, mi ha reso più sensibile alla sofferenza degli altri”.
Ecco che queste frasi devono farci fermare a riflettere: anche un ragazzo con una corazza così forte, come quella di Behrami, ha subito un contraccolpo non indifferente, sintomo del fatto che ammalarsi di Covid spaventa anche le categorie più allenate ed in forma. Se dunque pensiamo ad Ilicic e ne analizziamo anche le sofferenze e i travagli passati, possiamo concludere che il periodo vissuto dal fuoriclasse è stato uno dei più duri della sua carriera.
Delicato e sensibile, il nativo di Prijedor ha saputo isolarsi e mettere in pausa la propria carriera, temporaneamente. E’ riuscito a stringersi attorno agli affetti più cari ed ha sconfitto il virus che lo ha colpito. Bene gli ha fatto il silenzio della stampa ma ancor meglio il calore e la vicinanza dei propri tifosi e compagni. Questi, distanti fisicamente ma non con il pensiero, lo hanno risollevato, sussurrandogli ogni giorno: “Josip, mòla mia”.