Givanildo Vieria de Souza. Il nome non dirà niente ai più. Molti calciatori brasiliani si riconoscono per i loro soprannomi. Uno dei più amati degli ultimi anni è sicuramente quello di Givanildo, ovvero Hulk. Da poco 35enne, il possente calciatore brasiliano è soprannominato come il supereroe verde della Marvel per via della sua somiglianza con il primo attore di Hulk, Lou Ferrigno. La carriera di Hulk, il calciatore, però non è stata grande quanto la sua fama, perché?
Una carriera iniziata in Giappone
Rispetto a molti altri brasiliani la carriera di Hulk non inizia veramente in Brasile. Formalmente esordisce nel campionato brasiliano ma le prestazioni non sono eccezionali. Gioca addirittura da terzino sinistro, lui un esterno o attaccante di peso e dotato di ottimo tiro da fuori.
La vera ascesa di Hulk inizia nel 2005 quando lascia il Vitoria e il Brasile per il Giappone. Il sogno inverso di Oliver Hutton in Holly e Benji, diciamo. Il brasiliano a soli 19 anni va a giocare in un campionato minore con una cultura calcistica che non è paragonabile alla tradizione carioca.
Al Consadole Sapporo gioca una stagione importante con 26 gol in 41 partite. Inizia a notarsi la vena realizzative del brasiliano. Doti che metterà in mostra anche al Tokyo Verdy con 37 gol in 41 presenze nel 2007.
Prestazioni sontuose di un talento in ascesa. Un brasiliano in terra giapponese che è al limite del romanzesco. Fatto sta che Hulk, proprio con l’esplosione in Giappone, si guadagna l’attenzione di molti club europei.
Hulk e il Porto della generazione d’oro
Ad avere la meglio è il Porto. I lusitani nel 2008 si assicurano metà del suo cartellino per 5,5 milioni di euro. Qui inizia la vera ascesa di Hulk. Il Porto in cui gioca sarà la fucina di molti talenti oggi noti.
James Rodriguez, Otamendi, Guarìn, Joao Moutinho e ovviamente Radamel Falcao. El tigre segnerà il gol decisivo nella finale di Europa League del 2010-2011 che verrà il successo del Porto sui connazionali del Braga. Hulk è vicino alla consacrazione. Lo stesso anno aveva vinto il campionato portoghese, titolo che centrerà anche l’anno successivo.
Nel 2011 e nel 2012 Hulk è il miglior giocatore del campionato portoghese. La sua miglior stagione è proprio quella del 2011 con ben 36 reti in 53 presenze. L’Europa non fa che parlare del suo potente mancino che, unito al fisico travolgente, lo rende uno dei finalizzatori più letali in circolazione.
Ben presto il Porto dovrà vendere quei talenti che hanno segnato un’era d’oro al Do Dragao. Falcao troverà la gloria all’Atletico Madrid mentre James e Moutinho sceglieranno il ricco progetto del Monaco. Quale top club per Hulk invece? Nessuno ma perché?
Russia e Cina: quando Hulk scelse la ricchezza
Dopo l’exploit con il Porto gli addetti ai lavori e la stampa di tutto il mondo erano pronti a vedere Hulk in club come il Chelsea o il Manchester City. Il brasiliano nel 2012 scelse i russi dello Zenit San Pietroburgo. 55 i milioni pagati dallo Zenit al Porto. Delusione collettiva e presagio di una carriera in discesa.
I numeri di Hulk in Russia sono buoni, certo ma nascondo il grande rammarico. Vince 1 campionato, 1 coppa di Russia e una Supercoppa. Nel 2015 è nominato come miglior giocatore del campionato. Nel complesso ha segnato 78 gol in 145 presenze con il club russo.
Nel 2016 decide di migrare ancora ma a guidare la scelta è sempre il fattore economico. Hulk accetta l’offerta dello Shangai SIPG, club dell’emergente campionato cinese. La nomea di trasferimenti in Cina di giocatori affermati è quella del semplice guadagno economico. I vari Oscar, Texeira, Witsel e lo stesso Hulk difficilmente hanno creduto nell’ascesa del campionato cinese.
Lo stesso Oscar, ex-Chelsea, dichiarò di aver accettato anche lui lo Shangai SIPG perché non voleva morire povero. Lo stesso avrà pensato Hulk che è sparito dai radar europei per diventare tormentone estivo del calciomercato di molti club. In Cina comunque conferma i suoi numeri in fase di realizzazione con 77 gol in 145 presenze in 4 anni.
La scelta di cuore, forse la prima e ultima
Nel 2020 Hulk ha ancora molto mercato. Parte della stampa internazionale era già pronta a titolare Hulk alla conquista dell’Arabia. Il brasiliano, stavolta, ha smentito tutti. Ha scelto di tornare nel campionato brasiliano, all’Atletico Mineiro.
Lui che in Brasile non è propriamente esploso, scegliendo il Giappone come rampa di lancio, ora a 35 anni appena compiuti si sta confrontando con il suo passato, forse con un originario fallimento. La storia di Hulk stupisce gli idealisti del calcio, quelli che sperano sempre nelle bandiere, nelle scelte di cuore e non economiche.
Stupisce, però, anche i giornalisti di tutto il mondo perché si tratta di una carriera atipica. I vari Ronaldo, Neymar, Ronaldinho e Dani Alves sono la rappresentazione della carriera brasiliana. L’esplosione in patria con colpi di classe e creatività esportati poi in Europa in top club come Real Madrid e Barcellona.
Hulk ha deciso di cominciare la sua ascesa dall’Asia, dal Giappone, per poi accettare l’Europa. Quest’ultima dura per una frazione di secondo, per quei 90′ di una finale di Europa League arrivando sul tetto d’Europa per poi iniziare la discesa. L’ultima sorpresa è sì, il classico ritorno in patria, ma con la voglia e il dovere di conquistare il Brasile solo una volta arrivato al tramonto. Per la prima volta contro se stesso e il comun denominatore – economico – della sua carriera. Questo è stato ed è Hulk.