Ci addentriamo nel girone E dei mondiali in Qatar, dove il Giappone dovrà cercare una grande impresa calcistica per arrivare agli ottavi, scontrandosi con la Spagna di Luis Enrique e la Germania di Fink, allenatore del Bayern Monaco del triplete nel 2020. La nazionale nipponica ha dal 2002, anno della prima partecipazione, collezionato comunque 3 ottavi di finale su 5 partecipazioni, segnalando un movimento da 20 anni sempre in grado di produrre giocatori di qualità. Andiamo scoprire in questo articolo quali sono i punti di forza di una squadra, forse, con il roster più forte dalla sua prima apparizione.
Qatar 2022, Giappone: una nazionale “europea”
Dei convocati per il mondiale dal ct Moriyasu, 20 dei 26 giocano all’estero, 22 considerando le esperienze europee di Nagatomo e Sakai che, insieme a Yoshida, formano la vecchia guardia giapponese. Tra centrocampo e attacco solo un calciatore gioca nel campionato nazionale: si tratta di Yuki Soma, centrocampista offensivo del Nagoya Campus. I restanti 5 sono 1 portiere e 4 difensori. Nessuna delle precedenti selezioni presenti al mondiale poteva contare su così tanti giocatori dal curriculum internazionale. Questo rappresenta un grande spot per il calcio del Sol Levante. Un lavoro meticoloso quello svolto con il calcio in Giappone da parte della federazione. Questo mondiale dunque sarà una grande occasione per fare esperienza per i ragazzi della generazione di Holly e Benji.
In porta e in difesa ci si affida all’esperienza
Il titolarissimo portiere del Giappone è senza dubbio l’onnipresente Eiji Kawashima, portiere dello Strasburgo, il quale, con 39 primavere, è il secondo giocatore meno giovane della competizione, dopo Tavalera del Messico, classe 82′. La difesa, che il più delle volte è stata preferita a 4, vede, su tutti, la presenza di Tomiyasu, ex Bologna, ora primo in Premier League con i Gunners di Mikel Arteta. Un terzino destro che può giocare benissimo da terzo centrale, come ha già fatto più volte nel corso della sua carriera. Il resto del reparto difensivo ha visto prevalere l’esperienza di Yoshida (classe ’88) e l’ex Inter e Cesena Yuto Nagatomo, ormai 36enne, sulla corsia di sinistra. Il posto in coppia con l’ex Sampdoria se lo giocano due giocatori che stanno ben figurando in Bundesliga: Itakura del Borussia Monchengladbach e Ito dello Stoccarda, sul quale non mancano interessi anche di squadre italiane.
Qatar, Giappone: il talentuoso centrocampo
Ipotizzando la formazione con un 4-2-3-1, ci soffermiamo sulle parti di campo con maggiore qualità della nazionale nipponica: mediana e trequarti. Nei due di centrocampo non può mancare Endo, capitano dello Stoccarda, mentre Morita è un play basso che gioca nello Sporting Lisbona di Ruben Amorim. Sulla trequarti c’è l’imbarazzo della scelta. Ne scegliamo 5 per 3 posti a supporto della punta. Il titolare inamovibile è sicuramente Minamino, ex Liverpool, ora al Monaco in Ligue 1. Sulla sinistra non può mancare Takefusa Kubo, trequartista tutto dribbling e fantasia che ora sta giocando molto bene nella Real Sociedad di Algacil, terza forza del campionato spagnolo. Dietro la punta sorge un grande dilemma sul titolare che verrà scelto da Moriyasu, che pescherà sempre dalla Bundesliga. Kamada dell’Eintracht sta facendo una stagione eccezionale sia in campionato che in Champions, dove la sua squadra è approdata agli ottavi di finale. Scalpita però un fantasista offensivo dotato di un ottimo tiro dalla distanza e dal dribbling istantaneo: Ritsu Doan, ora al Friburgo, terzo in Bundesliga.
Un ruolo delicato: l’attacco
Arriviamo ad una nota dolente per la selezione giapponese: il reparto offensivo. Nella terza e decisiva fase delle qualificazioni al mondiale il Giappone è andato in gol solo dodici volte in 10 partite, contro avversarie non proprio irresistibili come Arabia Saudita, Oman, Vietnam, Cina e la stessa Australia. Il posto da titolare ad oggi è occupato dal 25enne Daizen Maeda, centravanti del Celtic, al momento con 3 gol e due assist in 14 presenze. Ha fatto scalpore in Giappone la mancata convocazione di Kyogo Furuhashi, vero bomber nipponico dei cattolici di Glasgow, con 10 gol in 13 presenze. Forse troverà posto la stellina del Brighton Mitoma, classe 1997 che sta trovando grande spazio con Roberto De Zerbi. Anche lui, come tutta la batteria di trequartisti della selezione asiatica, è estremamente rapido nello stretto e ottimo nel rifinire l’azione. Manca però un vero grande finalizzatore al Giappone.
Giappone in Qatar: le sue avversarie
Il Giappone ha già una finalissima nella prima giornata, dove affronterà una Costa Rica ormai in preda al ricambio generazionale ma che potrebbe dar comunque fastidio. Vincendo, la squadra di Yoshida e Nagatomo, metterebbe pressione alle due “grandi” del girone: Germania e Spagna, le quali si sfideranno alla prima giornata. Chiaramente il Giappone è inferiore ancora alle due sopracitate, ma può assolutamente impensierire le due nazionali, che non hanno un ottimo rapporto con la fase difensiva e che preferiscono lasciar giocare il proprio avversario. Si presuppone che il Giappone arrivi terzo nel suo raggruppamento, ma i Mondiali riservano da sempre grandi sorprese. Vedremo se un’asiatica riuscirà ad avanzare in quel girone di ferro, con buona pace di spagnoli e tedeschi. Certo è che bisognerà segnare molto di più.