Qatar 2022: i Mondiali dello “scandalo”

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Manca ormai pochissimo alla gara d’apertura dei Mondiali di Qatar 2022. Una edizione questa che vedrà scendere in campo le 32 squadre partecipanti nel periodo compreso tra il 20 novembre e il 18 dicembre. Insomma, un Mondiale mai visto prima con la decisione di organizzarlo in un Paese come il Qatar che porta con sé diversi dubbi e incertezze soprattutto per gli avvenimenti dei quali giornali e televisioni hanno abbondantemente parlato. Dalle violazioni dei diritti umani e dei lavoratori, alle dichiarazioni da parte di membri del governo o da parte di stessi protagonisti del mondo del calcio, comunque andrà a finire, questo Mondiale è stata la dimostrazione di come è il cosiddetto “Dio denaro” che comanda.

Qatar 2022: una sede diversa dalle altre

Quando la FIFA prese la decisione di accettare la candidatura del Qatar come sede ospitante del Mondiale 2022, prevalsero stupore e aspre polemiche. Se infatti trattiamo il lato sportivo, per ragioni climatiche il torneo sarà disputato per la prima volta in autunno bloccando temporaneamente i vari campionati nazionali. Uno vero e proprio shock che ha condizionato la prima parte di stagione di diverse squadre, e con i calciatori -non tutti fortunatamente- in riserva e capaci di non scendere in campo anche per un minimo infortunio muscolare. Scelta legittima considerando come un torneo di una caratura così importante venga a cadere ogni quattro anni, e di come sia il sogno di ogni aspirante giocatore di calcio prender parte a questa manifestazione. Diciamocelo però, la bellezza dei Mondiali stava proprio nel fatto che venissero disputati in estate permettendo così una continuità nei vari campionati, evitando di stravolgere calendari sempre più fitti. 

Qatar 2022: i Mondiali dello "scandalo"

Ma quindi, perché proprio il Qatar? Se analizziamo il tutto da un punto di vista geopolitico, può sembrare strano come un Paese di piccole dimensione possa ospitare un evento di così tanta rilevanza globale. Stiamo parlando, infatti, di uno Stato che nell’ultimo decennio si è contraddistinto per gli enormi giacimenti di petrolio e gas naturale presenti sul territorio, ma soprattutto per una arretratezza dal punto di vista dei diritti umani. Inoltre, quando nel dicembre 2010 è stato scelto come sede ospitante, il Qatar non presentava stadi e strutture all’avanguardia per questa manifestazione. Dimostrazione di come storicamente, il calcio non abbia mai avuto un’importanza tale da indurre gente ricca ad investire. Le cose però stanno cambiando!

Qatar e calcio: due mondi completamente diversi che si stanno avvicinando

Se proviamo ad analizzare i risultati conseguiti dalla Nazionale qatariota, l’unico degno di nota è il successo nella finale di Coppa d’Asia del 2019. Per il resto, il calcio non ha mai saputo dare grandi soddisfazioni alla gente. Se non fosse stato per la decisione della FIFA di disputare il Mondiale in Qatar, infatti, la selezione attualmente guidata Félix Sánchez Bas sarebbe ancora con zero gettoni nel torneo. Nel gruppo A con Ecuador, Olanda e Senegal, i qatarioti di livello sono nettamente inferiore sulla carta rispetto alle altre. Dopotutto stiamo parlando della squadra attualmente al 52o posto del ranking FIFA.

Qatar 2022: i Mondiali dello "scandalo"

Negli ultimi anni, tuttavia, il livello generale di questo sport è notevolmente migliorato. Questo non solo grazie all’ormai imminente Mondiale, ma anche per l’arrivo nella Qatar Stars League di diversi calciatori in fase calante della loro carriera. Grande propulsore capace di mettere il Qatar sulla mappa del calcio mondiale è stato di certo Nasser Al Khelaifi. L’attuale presidente del PSG a partire dal 2011, ha acquisito le quote di maggioranza del club tramite la Qatar Investment Authority. Oltre a rendere la compagine francese una delle più forti al mondo grazie all’acquisto di fuoriclasse del calibro di Mbappé, Messi, Neymar, Donnarumma, Sergio Ramos e tanti altri, l’imprenditore qatariota aveva anche un secondo fine. A capo del Comitato Esecutivo UEFA, non si può non dire che abbia avuto una certa influenza sulla scelta della sede dei Mondiali. Essere per ben due volte accusato di corruzione da parte della stessa FIFA ne è la triste dimostrazione.

Blatter: “Mondiali in Qatar? Scelta pessima”

Rilasciando un’intervista al quotidiano svizzero Tages Anzeiger, l’ex presidente della FIFA Sepp Blatter è tornato a parlare dopo l’assoluzione per le accuse di corruzione. È un Paese troppo piccolo. Il calcio e la Coppa del Mondo sono troppo grandi per questo“, ha detto Blatter del Qatar, il primo Paese del Medio Oriente ad ospitare il torneo

Sempre il dirigente sportivo svizzero, inoltre, ha ribadito come la FIFA a partire dal 2012 abbia modificato i criteri per selezionare i Paesi ospitanti. Questo alla luce delle condizioni di lavoro inumani e degradanti nei cantieri per la costruzione di stadi e infrastrutture in vista del tanto atteso torneo. 

Qatar 2022: dalle dichiarazioni offensive alla violazioni dei diritti umani

In questi anni di preparazione ai Mondiali in Qatar non sono mancate piogge di polemiche. Dalle accuse di corruzione, fino ad arrivare alla violazione dei diritti umani e dei lavoratori, le premesse non sono delle migliori. Dopotutto l’inchiesta giudiziaria condotta nel maggio 2015 e che ha portato a diversi arresti tra i dirigenti FIFA è uno dei motivi per il quale questo può essere considerato come il Mondiale dello “scandalo”. Se poi guardiamo alla violazione dei diritti umani, i numeri sono impietosi. Considerando il Qatar un Paese composto da appena il 20% da popolazione autoctona, la maggior parte degli operai che hanno preso parte alla costruzione degli stadi è di origine straniera. Tra orari e trattamento economico piuttosto rivedibili e in condizioni pietose, si è stimato dal 2011 al 2020 un numero di morti sul lavoro pari a 6500. Decessi questi, ai quali le autorità locali hanno attribuito fattori naturali.

Dati questi che fanno riflettere come alla fine a prevalere sono sempre i soldi a discapito della salute e del benessere di una persona. Numeri questi ai quali si possono aggiungere le tante dichiarazioni vergognose da parte di autorità qatariote e non. A poche settimane dal torneo, per esempio, l’ex calciatore e ambasciatore dei Mondiali in Qatar Khalid Salman, ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno provocato diverse proteste. Alla tv tedesca ZDF Salman ha definito l’omosessualità una “malattia mentale”. In Qatar, infatti, l’omosessualità è assolutamente vietata e punita con sette anni di reclusione. Dichiarazioni queste, che fanno riflettere in vista di un evento che oltre al divertimento, dovrebbe portare anche dei valori morali.

Qatar 2022: che vinca il migliore!

In questo pezzo abbiamo cercato di riassumere come mai è stato permesso ad uno Stato come il Qatar di organizzare questo evento, trattando anche le diverse problematiche e polemiche che si sono susseguite. Non vogliamo accusare la FIFA, né dire che è assolutamente vietato che questa così importante manifestazione sportiva venga disputata qui. Non siamo nessuno per dirlo, ma siamo dei semplici opinionisti che provano a vedere la realtà.

Qatar 2022: i Mondiali dello "scandalo"

A prescindere da tutto, la bellezza dei Mondiali sta nel fatto che ogni quattro anni, tutti i tifosi hanno la possibilità di supportare uniti il proprio Paese. Una unione questa che è allo stesso tempo globale. Tutto ciò porta a galla dei valori morali che in un periodo complicato come questo, assumono una certa rilevanza. Mondiale non è sinonimo di odio, corruzione e discriminazione, ma è sinonimo di gioia, passione e spensieratezza. Quella che noi italiani purtroppo non potremo vivere per la seconda edizione consecutiva, ma che comunque ci porterà ad essere attaccati alla televisione simpatizzando per un’altra Nazionale. Quindi buon Mondiale a tutti, e che vinca il migliore!

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