Il Real Madrid conquista una vittoria fondamentale, la prima nel girone, contro l’Inter che permette agli uomini di Zidane di sorpassare in classifica proprio i nerazzurri. Una partita vibrante e molto aperta che alla fine è stata decisa da piccoli dettagli. Vediamo dunque gli schieramenti delle due squadre e l’analisi tattica della partita Real Madrid-Inter.
Zidane non può contare su Carvajal e Nacho quindi schiera come terzino destro Lucas Vasquez. A centrocampo non sorprende più la titolarità di Valverde al posto di Modric che completa il reparto con Casemiro e Kroos mentre in attacco agiscono Hazard, Benzema e Asensio.
Conte schiera il 3-4-1-2 senza particolari sorprese con Brozovic, Vidal e Barella a centrocampo e, accanto a Lautaro Martinez, gioca Perisic vista l’assenza per infortunio di Lukaku e la non perfetta condizione di Sanchez.
Primo tempo: il Real segna due reti ma l’Inter rimane in partita grazie a Lautaro
Fin dalle prime battute di gioco, si nota immediatamente una differenza nello scacchiere nerazzurro: Barella non occupa il ruolo di trequartista ma quello di mezzala destra con Vidal mezzala sinistra e Brozovic centrale in un vero e proprio 3-5-2.
Nonostante sia il Real ad andare per primo vicino al gol con Asensio, l’Inter non si fa intimorire e gioca abbastanza bene spaventando con situazioni pericolose la non imperforabile difesa madrilena.
Sono le fasce a poter decidere la partita: non a caso i nerazzurri creano la prima chance approfittando di un buco lasciato sulla sinistra dalla difesa avversaria e solo l’imprecisione di Hakimi impedisce poi alla squadra di Conte di andare a colpire con più pericolosità.
Imprecisione tecnica questa e non sarà l’ultima del match.
Lautaro mette in difficoltà Ramos quando attacca la profondità e, oltre a tenere botta fisicamente, funge da assist man per i compagni come quando serve Vidal per un tiro dalla distanza fuori di poco.
I nerazzurri cercano di giocare il pallone dal basso ma per farlo bisogna essere molto precisi e, come detto, qualche errore di troppo li condanna: Hakimi serve sciaguratamente all’indietro Handanovic, Benzema capisce tutto, salta il portiere e segna.
Brutto colpo per l’Inter specialmente per come è arrivato il gol e, poco dopo, un’altra disattenzione permette a Ramos di siglare la seconda rete ed il suo centesimo gol con i Blancos.
Stavolta l’errore è la marcatura sul difensore spagnolo lasciato libero di staccare di testa da corner.
La squadra di Conte rimane con la testa nel match e reagisce subito accorciando le distanze: Brozovic serve Barella che di prima intenzione col tacco direziona verso Lautaro, tiro al volo e 2-1.
Secondo tempo: non basta Perisic, Rodrygo regala tre punti d’oro al Real
Nella ripresa il match è equilibrato con l’Inter che però controlla il possesso palla dando la sensazione, come nei primi 45′, di poter creare problemi alla difesa avversaria.
Zidane inserisce Vinicius e Rodrygo per Hazard e Asensio cercando così più freschezza e rapidità sugli esterni d’attacco.
Vidal al 68′ serve al volo Lautaro lasciato per un attimo solo da Ramos, che era intervenuto in precedenza in anticipo sull’argentino, e fa benissimo la sponda per Perisic che pareggia i conti.
Momento migliore della partita per l’Inter che prova a sfruttare uno sbandamento del Real che lascia troppo spazio tra le linee un po’ per stanchezza e un po’ perché cerca il nuovo vantaggio.
Ma i nerazzurri non riescono a colpire il Real mancando il gol di poco prima con Lautaro e poi con Perisic.
Conte sostituisce lo stremato Perisic con Sanchez e Barella con Gagliardini mentre Zidane cerca di dare più brio al centrocampo con Modric al posto di Kroos.
Il gol è nell’aria da una parte o dall’altra data la stanchezza e la lunghezza delle due squadre e alla fine è il Real a passare quando Vinicius brucia D’Ambrosio in velocità e serve l’altro neo entrato Rodrygo che condanna l’Inter al 3-2 finale.
Analisi tattica Real Madrid-Inter: le considerazioni finali
Zidane è consapevole di aver superato un test importante (qui le sue dichiarazioni) se non addirittura fondamentale per la qualificazione: la vittoria consente al Madrid di agganciare lo Shakhtar a quota quattro punti anche se il passaggio del turno è tutt’altro che al sicuro ma la squadra ha margini di miglioramento.
Conte invece raccoglie ancora una volta meno di quanto avrebbe meritato per quanto visto ma è anche vero che i problemi ci sono e sono anche evidenti (qui le sue parole): la freddezza sotto porta è una costante come la fragilità difensiva (troppi gol subiti).
L’alibi delle assenze vale fino ad un certo punto perché Lukaku è difficilmente sostituibile ma, nelle due partite precedenti del girone, anche con il belga non è arrivato il bottino pieno.
E poi, nonostante il punteggio, non ha visto il campo Eriksen che rimane il più grosso dei punti interrogativi per il tecnico pugliese.