Per Vasco Regini addio alla Sampdoria dopo 12 anni. Una relazione complessa. Oggi 30nne, è arrivato nel club blucerchiato nel gennaio 2009, in Serie A dopo essersi messo in mostra col Cesena. Ancora giovane ha continuato a mettersi in mostra in contesti minori, nella Primavera e in prestito al Foggia e all’Empoli.
Ritornato alla casa base, ha cominciato a giocare titolare. Due anni e mezzo in cui ha messo in mostra delle discrete qualità, soprattutto grinta e senso di posizione. Non è però riuscito a fare il definitivo salto di qualità che conquista i tifosi. Così in ottica di contenimento ingaggi la società non si è fatta troppi problemi ad accogliere una proposta di prestito del Napoli, che lo cercava come rincalzo. Coi partenopei non ha giocato praticamente mai. Ritornato in Liguria, fatica via via sempre di più a ritrovare gli spazi da titolare, sino agli ultimi anni, in cui Ranieri gli ha sistematicamente anteposto un gruppo di fedelissimi. Naturale che la dirigenza non volesse più puntare su un elemento che era diventato un esubero da tempo.
Regini, il messaggio d’addio alla Sampdoria
Nonostante le incomprensioni e i reiterati dubbi dei tifosi stessi sulle sue capacità, Regini ha scritto un pezzo di storia della Sampdoria. È riuscito a scalare le gerarchie sino ai gradi di vicecapitano. Indossando poi la fascia quando l’occasione lo richiedeva. Prima che le necessità tattiche lo costringessero ai margini, era diventato una colonna per tutti i compagni. Ha dato un contributo notevole in un periodo di transizione per il club blucerchiato, quando si è spesso stati a un passo dalla retrocessione. Impossibile non sconfinare nel rimpianto per una storia che avrebbe potuto continuare, con un pizzico di fortuna in più. Così al quotidiano cittadino, il Secolo XIX, il messaggio di Regini per l’addio alla Sampdoria.
«Lascio una famiglia, sono arrivato nel gennaio 2009 e quindi sono 12 anni. Praticamente tutta la mia vita da calciatore adulto. La mia casa era la Sampdoria. È finita un’era anche se io resterò doriano per sempre. Mentirei se dicessi che non avrei voluto proseguire il rapporto.
C’è un po’ di rammarico per non aver potuto proseguire perché il mio sogno era finire la carriera con il blucerchiato. Purtroppo, non c’è stata la possibilità, non recrimino, so di aver avuto alti e bassi, ma sono felice così»
Rimpianti e speranze sulla bilancia
Il cruccio più grande? Non aver mai siglato nemmeno un gol: «Ci sono andato vicino diverse volte, un paio di ali, ma mai segnato».
Per il futuro: «Non voglio anticipare nulla ma potrei andare in Calabria». Probabile destinazione? Reggina.
Bilancio finale: «Ho avuto alti e bassi, ma tornassi indietro comunque rifarei tutto, ho sempre dato il 100%. Il momento più bello? L’esordio in Serie A, 19 anni, Sampdoria-Reggina 5-0, sono entrato al posto di Raggi. Che brividi Marassi. Il più brutto? Forse l’anno scorso contro il Bologna, mio unico autogol di carriera, è stato pesante. Brutta anche l’eliminazione dai preliminari di Europa League»