Al Goodison Park, martedì sera in FA Cup è andato in scena un bello spettacolo. L’Everton ha avuto la meglio sul Tottenham con un pirotecnico 5-4. Tra i protagonisti della nottata, il verdeoro Richarlison, potente ala in forza ai Toffees, autore di una doppietta. Carlo Ancelotti si è così potuto coccolare uno dei maggiori prospetti del calcio mondiale.
Richarlison, un’infanzia segnata dalla miseria
Richarlison de Andrade nasce a Nova Venécia, nello stato di Espirito Santo, il 10 maggio 1997. Il territorio d’origine è noto per le sue spiagge e i suoi colori, di calore e furore. Per il piccolo Richarlison, tuttavia, l’infanzia è in bianco e nero, come per tanti, troppi bambini della sua età. Il più grande di cinque bambini, è figlio di uno scalpellino e di una venditrice di gelati. I genitori, però, finiscono ben presto nel giro dello spaccio della droga e lui decide di ereditare la professione della madre, cercando di evitare la criminalità a tutti i costi. Il padre, ad ogni modo, comprende la passione del figlio per il futebol e regala tanti palloni. I primi terreni di gioco sono quelli delle favelas, il triste scenario del Paese sudamericano, in un continuo contrasto tra povertà estrema e ricchezza.
Il culmine del pericolo, però, deve ancora arrivare. In uno spensierato pomeriggio di calcio, un gangster punta al piccolo una pistola, poiché ritiene abbia invaso il suo territorio di spaccio. Un’esperienza terribile, che ancora oggi Richarlison ricorda con terrore: “In quel momento avevo molta paura. Se avesse premuto il grilletto, sarebbe finita. Pensava stessi rubando le sue droghe e usando il calcio come una forma di travestimento, ma stavo solo giocando coi miei amici. Non sono mai tornato in quella strada“. La vita, poi, ha una svolta improvvisa quando Renato Velesco, suo attuale agente, nota le sue abilità e lo porta alle giovanili del Real Noroeste. La sua identità calcistica inizia così a prendere forma. Ala rapida e dal passo imprevedibile, predilige la corsia destra di attacco, ma può svariare su tutto il fronte.
Premier League calling
Nel 2014, approda all’América Mineiro: con questa squadra arriva anche l’esordio tra i grandi, il 4 luglio 2015, dove contribuisce all’ascesa in massima serie. Nel 2016 il Fluminense scommette su di lui e firma un contratto di cinque anni. Qui, però, dopo aver siglato 9 reti in 42 presenze, resterà solo un anno. Arriva una chiamata, di quelle importanti, da parte del Watford del portoghese Marco Silva, fortemente interessato al giocatore. Il manager convince Richarlison, soffiandolo all’Ajax. Per il verdeoro è un sogno che si avvera: “Guardavo la Premier League alla TV di mio zio. Ero innamorato di quello che vedevo, la velocità del gioco e il modo in cui non si è mai fermato“. Con gli Hornets, nel 2017/2018, è uno stacanovista: gioca tutte e 38 le partite, l’unico in rosa, e timbra il cartellino in cinque occasioni.
Anche a Watford l’esperienza dura poco. A Liverpool, sponda Everton, si fanno carte false per averlo. Così, nell’estate 2018, arriva in cambio della cifra monstre di 55 milioni di euro, l’acquisto più esoso nella storia del club. Per due annate consecutive arriva in doppia cifra, andando a siglare 13 reti a stagione. Con Marco Silva e Carlo Ancelotti poi, il suo rendimento non sembra subire particolare flessioni. Sebbene quest’anno, con le sue tre reti in campionato e tre turni di squalifica, sembri leggermente in ritardo. La doppietta rifilata agli Spurs, però, potrebbe rappresentare un ottimo trampolino di lancio, per formare una coppia tutta gol con il centravanti Dominic Calvert-Lewin.
Nazionale e personalità
Buona, fin qui, anche l’avventura con la Seleçao. L’esordio è il 7 settembre 2018, in un’amichevole contro gli Stati Uniti. Le prime due marcature arrivano nella gara successiva, contro El Salvador. Nel 2019, inoltre, contribuisce alla vittoria della Coppa America, competizione in cui va a segno in finale, nel 3-1 al Perù. Il bilancio complessivo, fino a questo momento, è di 23 presenze e 8 marcature.
Come mostrato da alcune immagini, Richarlison è una delle anime più spassose all’interno dello spogliatoio. Sempre sorridente e attivo, voglioso di scherzi e di balli brasiliani. Una estrosità che poi risponde a un atteggiamento serio e determinato sul campo, con la volontà di migliorarsi sempre di più. Sembra quasi paradossale, se si pensa alla difficile infanzia vissuta. Invece, Richarlison ha sempre saputo rialzarsi e combattere con le proprie forze. Così il calcio, ancora una volta, si propone per impartirci lezioni di vita.
“Il calcio mi ha portato sul percorso giusto“.