La stagione deludente della Juventus ha evidenziato i limiti individuali di alcuni giocatori. Sotto accusa è stato soprattutto messo il centrocampo, reo di non aver brillato in moltissime partite. In tutto ciò, Rodrigo Bentancur, è stato uno dei giocatori più criticati.
Alcuni errori evidenti e altri pesanti l’hanno piazzato sotto l’occhio del ciclone, condannandolo a essere una grande nota negativa della stagione. La posizione scelta da Pirlo per lui è quella del play.
Andiamo ad analizzare alcune situazioni di gioco per capire se questa scelta l’ha aiutato, o se altresì l’ha messo in difficoltà.
Rodrigo Bentancur: le diverse posizioni in campo
Se ripercorriamo i passi di Rodrigo Bentancur, da quando è arrivato alla Juventus, possiamo notare come la sua posizione sia sempre stata un’incognita. Con Massimiliano Allegri è spesso stato schierato come interno nei tre di centrocampo.
L’allenatore livornese non lo vedeva come un regista, ma in una posizione più libera dai vincoli di costruzione. Con Sarri invece ha vissuto più momenti della stagione, giocando come interno, come play e addirittura come trequartista.
Il tecnico, l’anno scorso, ha provato a posizionare Rodrigo Bentancur qualche metro più avanti, credendo che questi possedesse capacità di ultimo passaggio e tempi di inserimento.
L’esperimento però è durato poco: il gioco spalle alla porta non è per tutti, e il giocatore lo ha dimostrato chiaramente. Con l’imminente partenza di Pjanic, Sarri aveva l’esigenza di trovare un nuovo regista, e ha puntato su Bentancur.
Pirlo quest’anno l’ha riproposto in quella posizione, i risultati? Sono evidenti. Probabilmente sta vivendo la peggior stagione della propria carriera. È solo colpa della posizione in campo?
È veramente un play?
Un buon play dovrebbe avere alcuni requisiti:
- visione di gioco;
- tempi di gioco;
- primo controllo;
- smarcamento;
- precisione nei passaggi;
- posture del corpo corrette.
Rodrigo Bentancur ha dimostrato più volte di non possedere alcune di queste abilità. Spesso è successo di vederlo ricevere palla con una postura inadeguata, mettendosi in difficoltà e costringendosi a una giocata a muro.
Le posture, spesso sottovalutate da analisi tecniche e dai giornalisti, sono le stesse che, invece, gli addetti ai lavori riconoscono come fondamentali. In una zona di campo così delicata è necessario saper riconoscere quando posizionarsi con il corpo con una postura aperta e quando con una postura chiusa.
Bisogna “sentire l’avversario“, capire quando si è costretti a scaricare e quando invece si può ricevere per una giocata più efficace, giocando in diagonale o in verticale.
Come interpreta il ruolo Rodrigo Bentancur
Bentancur spesso si fa trovare di spalle alla porta avversaria, con il corpo completamente piatto. Che possibilità di giocata può creare questa situazione? Solo lo scarico, o la perdita di un tempo di gioco nel caso ci si possa girare.
Stesso discorso per i primi controlli, che se effettuati in maniera più adeguata l’avrebbero tolto spesso dai guai. Basti pensare all’errore fatidico contro il Porto, in una situazione di pressione avversaria con il primo controllo si è autocostretto alla giocata sul portiere, tra l’altro sbagliandola.
Se avesse controllato in modo da poter giocare la palla in diagonale avrebbe avuto più soluzioni, ma così non è stato. Nella stessa situazione, inoltre, ha subito passivamente l’indirizzo del pressing del Porto, che voleva proprio quel tipo di passaggio dato che avevano creato una grande densità in quello spazio.
La gestione proprio dello spazio e del tempo sembrano essere punti di difficoltà per Rodrigo Bentancur che, anche per i motivi sopracitati, non sembra averli interiorizzati. Anche se riesce a smarcarsi spesso in modo positivo posture e controlli non lo rendono efficace, e molti errori sono dettati proprio da questi fattori.
Ci chiediamo, se non dispone di determinate qualità, è necessario posizionarlo in quella zona di campo? Non sarebbe forse preferibile cambiare configurazione di gioco della squadra se non si dispone di un play?
La colpa non è solo sua
Che Rodrigo Bentancur non abbia tutte le qualità necessarie per ricoprire quella zona di campo ormai è chiaro, tuttavia la responsabilità non è solo sua.
Con Sarri in panchina, nonostante i limiti, ha svolto la mansione di regista più efficacemente, perché? La risposta sta nel modo di giocare della squadra, con il precedente tecnico non si trovava quasi mai senza soluzioni comode, e aveva a disposizione più giocate pulite.
Per un giocatore che fa fatica a pulire il gioco avere a disposizione più tracce semplici è fondamentale. Nella Juventus di quest’anno c’è meno densità di giocatori attorno alla palla in fase di possesso, e ci sono meno soluzioni in generale per costruire.
Dunque no, la responsabilità non è tutta del giocatore, ma anche di un sistema che non lo mette a proprio agio. Detto ciò non possiamo negare che la stagione di Rodrigo Bentancur sia stata negativa, molto al di sotto delle aspettative.
Un anno poco sereno
La serenità che aveva dimostrato negli anni sembra scomparsa, così come la lucidità nel corso delle partite. Forse, se non avesse il peso della responsabilità delle chiavi del centrocampo, renderebbe di più. Fatto sta che al momento possiamo giudicare solo quello che vediamo, e sinceramente non ci piace. Non crediamo che questa posizione possa valorizzarlo, per la natura delle sue caratteristiche.
Oltre alla gestione del tempo e dello spazio, oltre alle posture e ai controlli, quello che salta veramente all’occhio è la difficoltà della gestione globale della situazione. Un play deve sentire l’uomo, deve aver pensato, guardato e deciso prima di ricevere il pallone, per poi poter effettuare la giocata. Ci sono momenti in cui deve pulire palloni scomodi e momenti in cui può ragionare, e la dote per capire quando effettuare l’una e quando l’altra giocata, Rodrigo Bentancur sembra non possederla.
Inoltre, se pensiamo agli errori di tecnica di base che sta commettendo ci viene difficile pensare che sia nella sua posizione naturale. La pressione non tutti sanno gestirla, e in quel ruolo si è costantemente sotto pressione. Forse sarebbe il caso di ripensare a che cosa sia meglio per il giocatore, oltre che per la squadra. Prima che un buon centrocampista finisca sulla graticola per via sì delle sue mancanze, ma anche a causa dello svolgimento di mansioni che sono fuori portata.
Vedremo nella stagione seguente se Rodrigo Bentancur riuscirà a ritrovarsi e in che posizione di campo lo farà.