Roma-Betis (1-2): analisi tattica e considerazioni

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Dopo lo scempio in Piazza del Popolo nel prepartita, a causa di incivili, il Betis fa danni (sportivi) anche all'”Olimpico”, battendo la Roma per 2-1. La squadra allenata da Pellegrini fa così bottino pieno in questa prima metà della fase a gironi di Europa League, rinsaldando il proprio primato solitario. Si complica e di parecchio, invece, il percorso degli uomini di Mourinho, relegati a battagliare col Ludogorets per accaparrarsi un posto agli ottavi. I giallorossi soccombono dopo una partita estenuante e non semplice, cedendo, anche moralmente, nei minuti finali. Andiamo allora a svelare le carte vincenti del Betis per avere la meglio su questa Roma attraverso la nostra analisi tattica. Prima, però, diamo una rapida occhiata alle formazioni iniziali.

Il tecnico portoghese si affida ai migliori 11 a disposizione per comporre il suo consolidato 3-4-2-1. In porta c’è Rui Patricio, protetto dalla retroguardia composta dai soliti Ibanez, Smalling e Mancini. Sugli esterni, spazio a Celik e Zalewski, con Matic e Cristante coppia centrale in mezzo al campo. Davanti, Zaniolo e Dybala a supportare il riferimento centrale Abraham.

Gli spagnoli rispondono con un 4-2-3-1 leggermente rimaneggiato rispetto al campionato. Tra i pali gioca Bravo, mentre la linea difensiva è formata da una coppia di centrali ex Serie A, Pezzella e Luiz Felipe, e dai terzini Miranda e Aitor Ruibal. A fungere da schermo in mediana ci pensano Guardado e Rodriguez. Il reparto avanzato è invece un mix di esperienza e talento, con Joaquin, Fekir e Canales ad agire alle spalle dell’unica punta Willian José.

Primo tempo: Roma a sprazzi contro un Betis dalle idee chiare

L’analisi tattica di Roma-Betis ci permette di apprezzare due squadre con filosofie di gioco molto diverse. Gli ospiti, diligenti discepoli della scuola spagnola, prediligono il possesso palla combinato al movimento continuo dei giocatori offensivi, per non dare punti di riferimento agli avversari. Una volta giunti sulla trequarti campo, però, cercano di sfruttare la loro elevata cifra tecnica per velocizzare il palleggio e arrivare alla conclusione con combinazioni rapide.

Per avere il dominio del gioco serve, ovviamente, anche una certa predisposizione degli uomini sul rettangolo verde. Con grande personalità, il Betis porta su entrambi i terzini, costringendo gli esterni della Roma ad abbassarsi, andando a comporre così una linea a 5. Sia Ruibal che Miranda godono di tanto spazio perché sia Canales che Joaquin non rimangono larghi, ma stringono molto dentro al campo. Qui, infatti, i trequartisti possono far valere non solo le loro abilità tecniche, ma anche la superiorità numerica contro i soli Cristante e Matic.

Il più mobile dei 3 è proprio Canales, che si scambia di posizione con Fekir o arretra fino alla linea dei centrocampisti per venire a giocare il pallone. Di fatti, il vero playmaker della squadra è lui, a maggior ragione quando, al minuto 22, entra Luiz Henrique al posto del francese, infortunatosi. Il neoentrato rimane stabilmente largo sulla destra, mentre il 10 gravita tra il centrocampo e la trequarti.

Roma-Betis (1-2): analisi tattica e considerazioni
Il classico set offensivo del Betis: terzini alti, tanti uomini sulla trequarti a fiancheggiare i centrocampisti avversari, ma nessuno in area di rigore. Le uniche soluzioni arrivano con conclusioni da fuori.

Il suo irrefrenabile dinamismo contribuisce, nell’arco di tutta la gara, a provare fisicamente i due mediani giallorossi, costretti a inseguirlo dappertutto, senza però riuscire mai a strappargli il pallone dai piedi. Dimostra bravura nell’attirare su di sé le attenzioni del serbo e dell’ex Milan, costringendoli a rompere la linea, per poi attaccarli alle spalle.

La Roma dunque soffre nell’arginare questo vorticoso movimento di uomini e palla. La difesa è costretta a schiacciarsi, finendo col concedere spazio alle conclusioni dal limite. In questa situazione, però, emerge quello che potrebbe essere considerato l’anello debole della squadra di Pellegrini. E cioè lo scarso peso offensivo del proprio centravanti, che spesso si allarga per divincolarsi dalla marcatura di Smalling, lasciando quindi sguarnita la zona centrale. Agli spagnoli mancano poi giocatori che possano andare a riempire l’area e a impensierire la retroguardia giallorossa.

Analisi tattica Roma-Betis: che atteggiamento hanno i giallorossi

Se gli ospiti, come abbiamo descritto nella prima parte di questa analisi tattica di Roma-Betis, sono innamorati del pallone, i giallorossi preferiscono la concretezza ai fronzoli. L’avvio della squadra di Mourinho è molto positivo, soprattutto sul piano dell’aggressività in fase di non possesso. 

Zaniolo e Dybala si rendono molto utili, andando a schermare l’uno Rodriguez e l’altro Guardado, per limitarli in fase di costruzione. Quando però bisogna imbastire l’azione d’attacco, la prima idea è sempre quella di andare alla ricerca della profondità da Abraham o dallo stesso numero 22. Tuttavia, la difesa degli spagnoli è ben attenta e strutturata per contenere l’esuberanza degli offensivi giallorossi.

La squadra di Mourinho non è neanche molto fortunata, perché dopo nemmeno 5 minuti è già costretta ad effettuare una sostituzione. Celik prende un colpo al ginocchio da Mancini ed è costretto ad abbandonare il campo. Al suo posto entra Spinazzola, che si accomoda sull’adorata fascia mancina, con conseguente spostamento di Zalewski a destra

Sono proprio i due esterni la fonte principale del gioco giallorosso, perché hanno la corsa per poter far male gli andalusi in quella zona di campo, complice la posizione sempre molto avanzata dei loro terzini. I padroni di casa trovano così un’importante soluzione tattica, specialmente quando è Dybala a lavorare il pallone. La Joya gioca praticamente da centrocampista aggiunto e mette al servizio dei compagni la sua qualità. Anche a discapito della vicinanza alla porta avversaria.

Arrivano i gol

Nonostante le difficoltà nel tenere il palleggio del Betis, la Roma riesce a far male a suo modo. Pochi minuti dopo la mezz’ora, Zalewski viene steso all’altezza della bandierina da un intervento in netto ritardo di Luiz Felipe, uscito esternamente alla disperata per coprire l’assenza di Miranda. Sugli sviluppi della punizione, i giallorossi si fanno valere in un altro fondamentale: la maggior fisicità. Da questa situazione, scaturisce il fallo di mano di Guardado. Dopo l’on field review, l’arbitro assegna il penalty, che Dybala, al minuto 34, trasforma con grande freddezza.

Roma-Betis (1-2): analisi tattica e considerazioni

Gli spagnoli non accusano il colpo. Anzi, continuano a seguire il proprio credo calcistico, portando ancora più uomini nella metà campo avversaria. Canales continua a sgusciare da tutte le parti, mentre i terzini accompagnano senza sosta. La Roma finisce per abbassarsi un po’ troppo, schiacciandosi a ridosso dell’area, che però rimane poco affollata dai giocatori del Betis. Questi infatti stazionano sempre al limite e al minuto 40, Rodriguez batte Rui Patricio con una stilettata di destro dritta all’angolino. 

Roma-Betis (1-2): analisi tattica e considerazioni

Il finale di primo tempo è tutto di marca giallorossa, col solito Zalewski scatenato e con alcune occasioni clamorose sventate da uno strepitoso Claudio Bravo. Si conclude così sull’1-1 la prima frazione di gioco.

Secondo tempo: la partita rimane aperta, ma negli istanti conclusivi il Betis agguanta la vittoria

La ripresa sembra riproporre lo stesso canovaccio presentato nell’analisi tattica del primo tempo di Roma-Betis. E cioè i giallorossi che si rendono pericolosi sulle palle inattive e con l’intraprendenza degli esterni, ma al tempo stesso faticano a rincorrere, soprattutto con i centrocampisti, gli attivissimi trequartisti spagnoli.

Roma-Betis (1-2): analisi tattica e considerazioni
Il solito Zalewski, vera spina nel fianco della difesa andalusa.

I problemi della squadra di Mourinho si acuiscono quando, nella parte centrale del secondo tempo, la stanchezza comincia a produrre effetti negativi sulla disposizione in campo. In particolare, i padroni di casa perdono le distanze, allungandosi, con i centrocampisti in ritardo nell’alzarsi per il pressing. Gli spagnoli hanno allora vita facile, perché con pochi passaggi riescono ad eludere questi tentativi scoordinati di pressione, che costringono la retroguardia a scappare all’indietro, creando così un vuoto tra i reparti dove i trequartisti andalusi possono infiltrarsi.

La grande prestazione a livello individuale di Smalling, Ibanez e Mancini riesce ad evitare guai peggiori, mentre la stanchezza di Canales fa perdere un po’ di brio agli spagnoli. Con entrambe le squadre in affanno e il punteggio ancora in bilico, diventano determinanti i cambi. Pellegrini manda dentro prima Rodri per Joaquin, al 60°, ed effettua poi un triplo cambio un quarto d’ora dopo, con Borje Iglesias, Moreno e William ai posti di José, Guardado e Miranda. Dal punto di vista tattico non cambia nulla, ma la squadra acquista ancor più fisicità in avanti, col proprio capocannoniere, e una catena mancina completamente rinnovata.

Mourinho risponde con Belotti per Abraham al minuto 72 ed El Shaarawy e Camara in luogo di Dybala e Cristante a 10 minuti dalla fine.

Il Betis colpisce ancora

Gli innesti per provare a vincere la partita non sortiscono effetti, né da una parte né dall’altra. O almeno fino al minuto 88, quando Rodri riesce finalmente a trovare la prima giocata decisiva della sua partita. Si crea lo spazio su Zalewski ed effettua un ottimo cross in area. Ad avventarsi sul pallone c’è Luiz Henrique, che attacca il secondo palo e con un poderoso stacco, ha la meglio su Spinazzola e di testa supera Rui Patricio. Il Betis completa così la rimonta.

Roma-Betis (1-2): analisi tattica e considerazioni

Per il forcing finale, la Roma porta su gli esterni e manda Ibanez a fare il centravanti aggiunto per poter spizzare il pallone di testa. A tagliare le gambe alla squadra di Mourinho è però l’espulsione di Zaniolo al minuto 93, per un calcio ad un difensore. I giallorossi terminano così il match a mani asciutte e in 10 uomini.

Analisi tattica Roma-Betis: le considerazioni finali

I giallorossi incappano nella seconda sconfitta in 3 partite stagionali di Europa League e arrestano anche l’imbattibilità casalinga che si protraeva da 20 gare. La Roma, come si può evincere in questa analisi tattica, trova nel Betis un’avversaria molto ostica e ben allenata. La squadra tiene botta come può, trascinata dalle giocate di un Dybala in ottima forma, a segno per la quarta partita consecutiva. Al contrario, invece, dei compagni di reparto Abraham e Zaniolo. L’inglese non sta attraversando un momento facile, sia dal punto di vista fisico che emotivo. L’ex Inter, invece, continua a peccare di maturità, commettendo l’ennesima scelleratezza assolutamente inutile. In una partita delicata e fondamentale come quella del ritorno a Siviglia, Mourinho dovrà fare a meno della sua presenza. Non il miglior modo di rendersi utile alla causa.

Per quanto concerne gli spagnoli, si dimostrano una squadra dai valori tecnici importanti, con tanta qualità, mixata alla giusta dose di esperienza. Una combinazione di qualità spagnola e determinazione sudamericana, come le due anime che alimentano la rosa a disposizione di Pellegrini. Il primo posto nel girone a punteggio pieno è assolutamente meritato per un club che sta facendo bene anche nella Liga.

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