Roma-Feyenoord (1-0): analisi tattica e considerazioni

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La Roma batte il Feyenoord per 1-0 nella finale di Conference League e alza il trofeo nella notte di Tirana. Decisiva per la conquista della coppa la rete di Zaniolo al minuto 32. La squadra di Mourinho gioca una partita di grande abnegazione e sacrificio. Grazie allo spirito di gruppo e ad una tenace e insuperabile fase difensiva resiste agli assalti degli olandesi e regala all’Italia un trofeo europeo per club dopo 12 anni di astinenza. Gli uomini di Slot sfiorano il pareggio nella ripresa, arrivando a colpire anche due legni. Per il resto, sbattono ripetutamente contro il vallo eretto da Smalling e soci. Fatte le dovute premesse, immergiamoci nell’analisi tattica di Roma-Feyenoord per scavare più a fondo nel successo dei capitolini. Partiamo, come sempre, dalle formazioni.

Roma-Feyenoord (1-0): analisi tattica e considerazioni

Nel 3-4-2-1 di Mourinho si rivede Mkhitaryan in mezzo al campo dopo un quasi un mese di assenza e un solo allenamento nelle gambe. A far coppia con lui c’è Cristante, per proteggere la difesa composta dagli inamovibili Mancini, Smalling e Ibanez, davanti a Rui Patricio. Anche sugli esterni non ci sono novità, con Zalewski a sinistra e Karsdorp a destra. In avanti, l’unica punta è Abraham, supportato alle spalle da Pellegrini e dal mattatore Zaniolo.

Gli olandesi rispondono col loro consueto 4-2-3-1. Tra i pali c’è Bijlow, linea difensiva composta dagli esterni Geertruida e Malacia, con Senesi e Trauner in mezzo. Aursnes e Orkun Kokcu agiscono da schermo protettivo davanti alla retroguardia. Il tridente di trequartisti a sostegno dell’unica punta Dessers è formato da Til in zona centrale e Sinisterra e Nelson larghi.

Primo tempo: Feyenoord subito arrembante, la Roma aspetta e colpisce

Feyenoord e Roma presentano, dal punto di vista dell’analisi tattica, con armi e soluzioni diverse. Gli olandesi fanno affidamento sulla freschezza e sulla velocità dei loro giocatori offensivi, soprattutto degli esterni. I giallorossi, invece, come dimostrato nelle ultime sfide di Conference League, contano sull’attenzione difensiva.

Nei primi 20 minuti di partita, la squadra Slot impone grande ritmo e intensità, assumendo il controllo delle operazioni. L’azione si sviluppa palla a terra da dietro, attraverso un’impostazione a 3. L’esterno basso di destra, Geertruida, non rimane largo, ma entra dentro al campo. I due uomini davanti alla difesa, Kokcu e Aursnes, si alternano, l’uno nell’abbassarsi per fare il regista e l’altro nel mettersi in verticale. Le posizioni che creano, però, maggiore fastidio alla Roma sono quelle dei trequartisti. Da un lato Til, che galleggia alle spalle dei centrocampisti giallorossi. Dall’altro, i due larghi che sfidano nell’uno contro uno i laterali capitolini, costringendoli a schiacciarsi in una difesa a 5.

A destra, Zalewski tiene molto bene in velocità Nelson. Sulla corsia mancina, invece, Karsdorp ha qualche problemino in più, perché Sinisterra lo attacca alle spalle con i tempi giusti. Mancini, però, è molto bravo e attento nello scivolare sull’esterno a coprire l’ex della sfida. Anche in fase di non possesso, gli olandesi mantengono alta l’aggressività, impedendo alla squadra di Mourinho di uscire in palleggio.

La Roma prova a sfruttare con i cambi di gioco i propri giocatori di fascia. Un po’ la tensione e un po’ la pressione del Feyenoord, però, impediscono ai giallorossi di essere precisi. In più, al minuto 17, Mhkitaryan accusa una ricaduta al flessore ed è costretto ad abbandonare il campo. Al suo posto entra Oliveira, che ne rileva la medesima posizione.

Dopo una prima parte di tempo di sofferenza, gli uomini di Mourinho riescono a guadagnare campo. Si alza il baricentro e il pallone si muove con maggiore pazienza e cura. Pellegrini sale in cattedra, in veste soprattutto di rifinitore. La Roma riesce finalmente a trovare qualche situazione tattica interessante. Zalewski comincia a spingere di più. Oliveira segue sempre l’azione con i suoi inserimenti senza palla. Zaniolo inizia a saggiare la (dis)attenzione dei due centrali olandesi con una serie di tagli in profondità.

Al minuto 32, la squadra di Mourinho riesce così a sbloccare il match. Mancini trova Zaniolo in area con un preciso lancio. Il classe 1999 sfila alle spalle di un distratto Trauner, controlla di petto e batte Bijlow in uscita.

Roma-Feyenoord (1-0): analisi tattica e considerazioni

Verso il tramonto del primo tempo, il Feyenoord si riversa ferocemente in avanti. Gli olandesi si ritrovano però a sbattere ripetutamente contro la difesa giallorossa, guidata da un insuperabile Smalling. La Roma porta così con sé il vantaggio all’intervallo.

Secondo tempo: monologo olandese, ma la Roma non crolla

Anche la ripresa è contraddistinta da una partenza a razzo degli olandesi. I legni e uno straordinario Rui Patricio tengono però a galla la Roma. Il Feyenoord è letteralmente arrembante ed estremizza alcune situazioni tattiche. I due terzini fungono praticamente da mezz’ali, agendo centralmente in una zona di campo insidiosa. Malacia e Geertruida, infatti, attaccano la corsia intermedia tra il quinto, tenuto largo dall’esterno alto, e il terzo centrale.

La fascia prevalentemente ricercata è quella sinistra. Zaniolo è allora costretto a ripiegare tanto per aiutare Karsdorp, anche in virtù delle giocate in costante proiezione offensiva di Senesi. Schiacciati nella propria metà campo e con gli olandesi che non mollano di un centimetro, i giallorossi sono costretti a ricorrere al lancio lungo verso i propri giocatori offensivi. Abraham, Zaniolo e Pellegrini devono letteralmente arrangiarsi, giocare palla spalle alla porta, tenerla e cercare di far salire la squadra. Sfruttare le proprie qualità individuali o qualche sbavatura della retroguardia olandese. Tentativi purtroppo effimeri, dato che il resto dei compagni fatica a venire in loro supporto.

Intorno all’ora di gioco arrivano i cambi. Slot manda dentro Toornstra per Til. Molti giocatori della Roma cominciano ad accusare la stanchezza e a perdere lucidità. Al minuto 66, Mourinho effettua una doppia sostituzione. Dentro Spinazzola e Veretout, fuori Zalewski e l’autore del gol. La squadra passa al 3-5-1-1, con Cristante vertice basso del centrocampo a 3 e Pellegrini unico supporto alle spalle di Abraham. La Roma ha bisogno di tenere il pallone lontano dalla propria area, ma talvolta incorre in rischiosi errori tecnici. Meglio affidarsi agli strappi del fresco Spinazzola, per allungare gli olandesi, o al centravanti inglese, faticosamente contenuto dal duo Senesi-Trauner.

Il tempo passa e il Feyenoord non riesce a sfondare. Slot si affida a due doppi cambi tra il 74° e l’88° per aumentare il proprio arsenale offensivo. Entrano prima Pedersen e Linnsen per Nelson e lo stesso Trauner. Geertruida passa a fare il centrale difensivo di destra, mentre il neoentrato col numero 2 gioca a tutta fascia. Di fatto fa l’ala sulla medesima corsia. Successivamente, c’è spazio per Walemark e Jahanbakhsh, che vanno ad occupare le posizioni di esterni alti. Escono Kokcu e Malacia. Ancora una volta gli estremi tentativi del club di Rotterdam si infrangono contro Ibanez e Smalling, protesi a respingere qualsiasi pallone o avversario graviti dalle loro parti.

Roma-Feyenoord (1-0): analisi tattica e considerazioni

Nel finale, Mourinho manda in campo Shomurodov per un esausto Abraham e Vina per Karsdorp, frenato da un problema muscolare. Dopo 5 sofferti minuti di recupero, la Roma porta a casa la Conference League.

Analisi tattica Roma-Feyenoord: le considerazioni finali

La conquista di una competizione europea da parte di una squadra italiana riparte esattamente dallo stesso uomo. Dopo la Champions del 2010 con l’Inter, José Mourinho riporta nuovamente il tricolore nell’albo d’oro di una coppa continentale. Il condottiero portoghese guida al trionfo la sua legione attraverso le armi che meglio conosce. Spirito di sacrificio e di gruppo, capacità di soffrire, di restare uniti e solidi nelle difficoltà. Tutti momenti e valori che la Roma ha saputo esprimere in campo in questa finale, ma in generale in tutto il suo cammino europeo. Eccezion fatta per qualche farraginosa debacle in terra scandinava.

Roma-Feyenoord (1-0): analisi tattica e considerazioni

Come accaduto in Europa League col Francoforte, a dispetto dei risultati nei campionati nazionali, la Conference si dimostra il teatro ideale per i giallorossi. E per alcuni in particolare. Come Zaniolo, che dei suoi 8 centri stagionali, 5 li ha piazzati in Europa. L’ultimo è il più decisivo e il più bello. Per Roma e per tutta l’Italia calcistica.

Quanto al Feyenoord, gli olandesi si dimostrano una squadra difficile e molto pericolosa. Al netto del dominio territoriale, però, la squadra non ha prodotto, a parte i primi minuti del secondo tempo, tante occasioni. La sconfitta (e qui c’è ancora da fare i complimenti alla Roma), dunque, arriva prima sul piano morale e poi tecnico. Ha la meglio la squadra che dimostra una maggiore tenuta mentale. E che sa sfruttare le (troppe) disattenzioni della difesa. Il fattore concentrazione vede un vincitore assoluto. Il trio Mancini-Smalling-Ibanez, a differenza dell’impacciato Trauner, non sbagliano una chiusura, annullando di fatto il centravanti Dessers. Per oggi è tutto e la nostra analisi tattica di Roma-Feyenoord termina qui.

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