L’allenatore portoghese della Roma, José Mourinho, ha parlato al termine della vittoria all’Olimpico contro il Sassuolo allenato da Dionisi.
Il tecnico ex Inter ha festeggiato la panchina numero mille con un goal allo scadere; oltre ai tre punti da sottolineare la grande partita giocata da entrambe le squadre, una partita molto tirata in cui qualsiasi risultato sarebbe stato giusto.
Roma-Sassuolo, Mourinho: “Poteva finire 6-6”
L’allenatore dei giallorossi ha parlato cosi della millesima panchina e della vittoria della Roma: “Durante la settimana sono stato bugiardo anche con me stesso a cercare di convincermi che non fosse una partita speciale; fino all’ultimo giorno della mia vita la partita numero 1000 per le mie panchine era questa. Ho mentito a tutti, è stata una sensazione bellissima. Poteva finire 6-6, 7-7, potevano vincere loro 2-1 come abbiamo fatto noi, Rui Patricio ha fatto 2-3 interventi. Oggi non ho avuto 58 anni, ma 10,12, 14, è stata la corsa di un bambino, complimenti a Dionisi e alla sua squadra. Abbiamo vinto noi, ma avrebbero potuto vincerla loro.
Sulle mille panchine e Dionisi: “Anche le 1000 panchine l’ho saputo quando ne mancavano 7-8; non posso dimenticare Dionisi e il feeling che lui ha in questo momento. Un bravo allenatore, la squadra è bravissima, con una propria identità, con un nuovo finger print, ma la base è nuova. Sapevo questo da quando ho cominciato a studiarli; sono 3 punti importanti”.
“Partita tremendamente difficile”
Il tecnico portoghese ha parlato dell’atteggiamento dei suoi: “Partita tremendamente difficile, dopo 2 settimane orribili, anche se abbiamo giocato solo con 3 giocatori che tornavano da 90′ minuti in nazionale. Ma Mancini non si è allenato, come Pellegrini. Karsdorp ha avuto un problema a inizio settimana, qualcuno ha avuto i crampi. Giocare come volevamo era difficilissimo, loro erano difficili da pressare. Con l’1-1 ho voluto rischiare mettendo un solo centrocampista e in pratica 5 attaccanti. Potevamo vincere ma abbiamo lasciato spazio ai loro contrattacchi. Sono rischi che puoi prendere quando l’autostima è alta e la connessione tra squadra e tifosi dura fino all’ultimo minuto. Anche dopo la frustrazione di un recupero di soli 3 minuti. Lo dico sempre: quando alla mia squadra serve un gol danno sempre 2-3 minuti di recupero, altrimenti 7-8. Ma dopo questa frustrazione di un recupero così breve squadra e ambiente hanno avuto una mentalità top. Abbiamo giocato in casa 2 partite molto difficili, e anche la prossima, con l’Udinese, lo sarà”.
Su come ha ritrovato la Serie A dopo tanti anni: “Mi sembra che questa Serie A, 10 anni dopo, sia diversa da quella che ho conosciuto. All’epoca avevo la squadra più forte, c’era qualche contendente e poi c’era un gap di qualità con le altre. In questo momento ci sono una o due squadre con una rosa al livello completamente diverso. Ma poi ci sono 7-8-9 squadre, Sassuolo, Fiorentina, noi, Udinese. Insieme a tutte quelle che hanno finito nelle posizioni top dello scorso anno. Abbiamo tutte qualità e tutti giocano a calcio. Non ci sono più squadre che si chiudono e cercano solo il contropiede. Lo abbiamo visto con Fiorentina e Sassuolo. Una Serie A davvero difficile ma complimenti alla connessione tra i miei ragazzi e la gente allo stadio“.