La seconda giornata di ritorno di Serie A si conclude col successo netto della Juventus in casa della Salernitana, gara di cui a breve andremo a sviscerare gli spunti più importanti attraverso la nostra analisi tattica. I bianconeri danno continuità al successo in Coppa Italia grazie ai colpi in serbo di Vlahovic e Kostic. L’attaccante apre le danze su rigore al minuto 26, per poi far calare il sipario al 47°. Nel mezzo la rete dell’esterno in chiusura di primo tempo. Lo 0-3 finale sugella una prestazione solida degli ospiti, che tornano così ad affacciarsi nella parte sinistra della classifica. Discorso diametralmente opposto per i granata, piegati dai troppi errori individuali e con una fase difensiva ancora troppo lacunosa. Prepariamoci all’approfondimento di questo Salernitana-Juventus attraverso l’analisi tattica presentando brevemente le formazioni proposte dai due allenatori.
Nicola conferma il 4-3-3 con Ochoa in porta, linea difensiva guidata dalla coppia centrale formata da Bronn e Troost-Ekong e dagli esterni bassi Bradaric e Sambia. In mezzo al campo, fiducia al giovane Nicolussi Caviglia, affiancato dalle mezz’ali Vilhena e Coulibaly. Davanti, Candreva e Dia agiscono larghi a supporto dell’unica punta Piątek.
Allegri risponde col consolidato 3-5-2. Tra i pali c’è Szczesny, protetto dalla retroguardia tutta carioca composta da Alex Sandro, Bremer e Danilo. Kostic e De Sciglio da quinti a tutta fascia avvolgono la linea mediana che ritrova Miretti da mezz’ala assieme a Rabiot ai lati di Locatelli. In attacco, spazio al tandem Vlahovic-Di Maria.
Primo tempo: una Juventus paziente costruisce il doppio vantaggio
Nell’analisi tattica del primo tempo di Salernitana-Juventus, i bianconeri si mettono in evidenza per il loro ottimale attacco dell’area di rigore. È questa, infatti, la situazione di gioco grazie a cui costruiscono il doppio vantaggio. Vlahovic non viene mai lasciato da solo negli ultimi sedici metri, accompagnato dagli inserimenti senza palla dei centrocampisti e dell’esterno opposto rispetto a quello dove si sviluppa l’azione.
Il fulcro del gioco della squadra di Allegri rimane comunque il Fideo Di Maria che, pur vestendo i panni di seconda punta, non rimane mai vicino al serbo, preferendo bensì defilarsi sulla sua adorata fascia destra. Grazie alla sua presenza e alla sua qualità, con le sovrapposizioni di De Sciglio e le incursioni nei corridoi intermedi di Miretti, gli ospiti si trovano in netta superiorità in quella zolla di campo. Non è un caso infatti, che entrambe le azioni da gol si originino da questa parte.
Al minuto 25, il Campione del Mondo imbecca perfettamente il classe 2003 che taglia alle spalle di Nicolussi Caviglia e da questi viene fallosamente tamponata in area. È calcio di rigore: dal dischetto Vlahovic non fallisce e porta in vantaggio i suoi. Il punteggio sbloccato induce la Juventus a gestire la gara, attendendo compatta dietro e predisponendosi alle ripartenze veloci costruite sull’asse dei due attaccanti. Di Maria costruisce e il serbo sfodera tutta la voglia di tornare a spaccare il mondo in un duello impari contro il povero Troost-Ekong.
I bianconeri continuano a macinare azioni sulla destra, finché non trovano il gol del raddoppio al 45°. Su una palla scodellata dentro questa volta da Rabiot, è Kostic a correggere furtivamente in rete sul secondo palo una conclusione ciccata dal suo connazionale, tramutatasi in assist involontario.
Analisi tattica Salernitana-Juventus: l’inconsistente opposizione dei granata
Vista la chiave vincente della Juventus, vediamo quale prospettiva si profila per l’analisi tattica della Salernitana. Nicola infonde sicuramente un imprinting propositivo alla sua squadra, con un’idea chiara e un coinvolgimento di tutti gli effettivi. I bianconeri non sono sempre particolarmente aggressivi e non concedono una particolare attenzione a Nicolussi Caviglia, per cui i difensori e il play granata possono manovrare con calma. La prima idea è quella di appoggiarsi su Piątek, per poi cercare sfogo sugli esterni. I terzini spingono molto e accompagnano costantemente l’azione.
A sinistra, Dia viene molto dentro al campo, lasciando la corsia a Bradaric. A destra, invece, Candreva rimane molto largo e sfrutta le sovrapposizioni di Sambia per sorprendere un Kostic non irreprensibile in ripiegamento. I problemi per i padroni di casa sopraggiungono però quando bisogna finalizzare, dato che l’attaccante polacco è praticamente oscurato dalla difesa bianconera in area.
All’inefficienza offensiva, i padroni di casa provano a sopperire con la generosità in fase di non possesso. Con un ordinato 4-5-1, in cui gli stessi Candreva e Dia danno una grande mano in copertura, gli uomini di Nicola cercano di limitare la Juventus. Paradossalmente, però, il sacrificio dei propri esterni d’attacco non giova alla causa. Il franco-senegalese non è molto diligente nell’aiutare il partner di fascia Bradaric, mentre l’ex Samp si rende colpevole di una chiusura un po’ troppo approssimativa in occasione del raddoppio bianconero.
La prima frazione si chiude pertanto con una Juventus ampiamente in controllo e una Salernitana che necessita di un cambio deciso di passo: gli sviluppi dell’analisi tattica nel secondo tempo.
Secondo tempo: la Juventus cala il tris e gestisce
La mossa di Nicola ad inizio ripresa consiste in una sostituzione con conseguente cambio di schieramento. Fuori Vilhena, dentro Lovato e passaggio al 3-4-3, col neoentrato che va a fare il braccetto di sinistra e i due terzini che si alzano a esterni a tutta fascia. Nessuna variazione, invece, almeno all’inizio, per i bianconeri, eccezion fatta per l’ingresso di Fagioli al posto di Miretti poco prima del 2-0.
La Juventus non ha chiaramente fretta e, come visto anche nell’analisi tattica del primo tempo, lascia l’iniziativa alla Salernitana. Tuttavia, la serata dei granata continua ad essere contrassegnata da tanti, troppi errori banali. Dopo appena 2 minuti di gioco, Nicolussi Caviglia si rende nuovamente protagonista in negativo, sbagliando un passaggio in orizzontale in impostazione. Sul pallone si avventa Fagioli, lesto a servire immediatamente Vlahovic. Il serbo ringrazia e di prima batte Ochoa per la terza volta.
Gli uomini di Nicola, sfiduciati, perdono il bandolo della matassa. Il giro-palla da dietro è lento e Candreva e Dia sono costretti ad abbassarsi molto per trovare palloni giocabili. Così facendo, la difesa bianconera può salire, rendendo vani i tentativi di trovare Piątek con lanci lunghi. Al netto di qualche sbavatura dovuta ad un momento di eccessivo rilassamento degli ospiti, i granata non riescono ad affondare.
Analisi tattica Salernitana-Juventus: come i cambi rinnovano le due squadre
Sempre alla ricerca della scossa giusta, l’ex tecnico del Crotone al minuto 59 effettua una nuova sostituzione. Entra Bonazzoli al posto di Bradaric. Candreva passa a fare l’esterno mancino (finendo per essere escluso ancora di più dal gioco), mentre la squadra si ritrova ora con 3 punte centrali. Allegri fa invece rifiatare Di Maria e Kostic, rilevandoli con Cuadrado e Chiesa. Dal punto di vista del sistema di gioco non cambia nulla, ma tatticamente i bianconeri si ritrovano ad avere una superiorità numerica (e tecnica) schiacciante in mezzo al campo.
Gli ospiti riescono a muovere agilmente il pallone, trovando spazi ampi nella trequarti avversaria, dove i centrocampisti possono agire liberamente. Solo gli ingressi di Črnigoj e Bohinen in luogo di Nicolussi e Piątek al minuto 71, col conseguente passaggio al 3-5-2, riescono a riportare un minimo di equilibrio. Pu senza comunque riuscire a scardinare il castello difensivo dei bianconeri, che portano così a casa un’importante vittoria.
Analisi tattica Salernitana-Juventus: le considerazioni finali
Dusan is back. Oltre a ritrovare il successo in campionato dopo due sconfitte e un pareggio, la Juventus esce dall'”Arechi” con la consapevolezza di avere un Vlahovic sempre più pronto a riprendersi la squadra. Oltre ai due gol e all’assist, il serbo dimostra di essere in fiducia: prova e trova giocate difficili, lavora per la squadra, è famelico e determinato. Una prestazione decisamente convincente per farsi trovare pronto per una sfida decisamente diversa da tutte le altre per lui. Quella contro la sua ex, la Fiorentina, di domenica.
Casa amara casa. Non si ferma l’emorragia casalinga dei campani che non esultano per una vittoria tra le mura amiche addirittura da ottobre (1-0 allo Spezia). La partita di stasera regala solo un effimero approccio positivo nei primi 10 minuti di gioco, prima che la Juventus inizi a prendere campo. Di Maria e Vlahovic sono un autentico incubo, imprendibili finché le loro forze non cominciano fisiologicamente a scemare. Prestazione sicuramente negativa per il giovane Nicolussi, incappato in una serie determinante di errori contro la squadra che l’ha calcisticamente cresciuto. Sottotono anche l’attacco, con Dia mai entrato veramente nel vivo. La zona ardente della classifica è ancora lì, in agguato a poter risucchiare i granata: occhio, dunque, a non commettere un altro passo falso nello scontro diretto contro il Verona in programma lunedì prossimo!