Salisburgo-Inter (0-1): analisi tattica e considerazioni

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Analisi tattica di Salisburgo-Inter, quarta giornata del gruppo D di Champions League. Match ball per l’Inter, che con una vittoria si garantirebbe la qualificazione agli ottavi di finale con due turni di anticipo. Sarebbe un risultato importante in vista anche dei prossimi impegni di campionato, tra cui spicca la sfida contro la Juventus del 26 novembre all’Allianz Stadium di Torino. In caso di passaggio del turno garantito e sfruttando anche la sosta, l’Inter potrebbe affrontare la Juventus senza grossi pensieri per il successivo incontro di Champions a Lisbona contro il fanalino di coda del girone, il Benfica clamorosamente ancora a zero punti. Più importante sarà la sfida per il primo posto che l’Inter potrà giocare in casa contro la Real Sociedad. L’Inter è padrona del proprio destino ma ha creato fin qui tutti i presupposti per un futuro che può portarla lontano anche quest’anno. Un risultato che sarebbe da incorniciare per la società meneghina.

Ad attenderla il Salisburgo che ha vinto solo il primo match di questa edizione della Champions League (2-0 al Benfica). Dopo sono venute due sconfitte nel torneo. Se dovesse perdere questo match, eguaglierà la sua serie di sconfitte più lunga nella competizione, che risale al novembre 2020 con tre partite. Per gli austriaci si tratta dell’ultima chiamata per il passaggio del turno, altrimenti rimarrebbe la sola speranza di un posto in Europa League.

Inzaghi dovrà fare a meno di Juan Cuadrado e Benjamin Pavard, perso per almeno sei settimane. Denzel Dumfries non è dato al meglio.

Le squadre entreranno in campo con queste formazioni.

Gerhard Struber ha scelto il 4-3-1-2 con questi protagonisti. Tra i pali Schlager, difesa a 4 con Dedic, Baidoo, Pavlovic e Ulmer. Agiranno a centrocampo Sucic, Capaldo e Bidstrup. Gloukh tra le linee dietro le punte Konaté e Simic.

Simone Inzaghi risponde con il 3-5-2 più che collaudato.  Sommer a difendere la porta protetto da Bisseck, Acerbi e A. Bastoni. Centrocampo con  Frattesi, Calhanoglu e Mkhitaryan ad agire nella zona centrale mentre i due esterni scelti sono Darmian e Carlos Augusto. Coppia d’attacco che non ti aspetti, almeno in partenza, Sanchez è Thuram

Calcio d’inizio alle ore 21 alla Red Bull Arena di Salisburgo.

Analisi tattica Salisburgo-Inter, primo tempo: Inter compassata

Inizio partita con l’Inter ben messa in campo, compatta e ordinata. Il pressing non è continuo, lascia il gioco al Salisburgo. Aspetta di recuperare il pallone l’Inter per ripartire negli spazi che, inevitabilmente, il Salisburgo lascia nella propria metà campo.

Recupera la palla l’Inter cerca di scavalcare il centrocampo servendo le punte con una che viene incontro, dovrebbe essere prevalentemente Thuram, e una che sfrutta la profondità. Questa fase offensiva risulta però poco fruttuosa in tutto il primo tempo, se si esclude una azione in cui si trova Frattesi, servito da Thuram, libero dentro l’area ma il centrocampista della nazionale spreca con un tiraccio alto. Per il resto, gioca semplice l’Inter ma è molto efficace. Si libera facilmente del pressing degli austriaci anche per una differenza fisica evidente. Prova con i calci piazzati, ma l’Inter sembra meglio piazzata. Prova il tiro da lontano ma nessun pericolo per Sommer. Anche da palla ferma in difesa, l’Inter sembra padrona degli spazi e corre pochi pericoli.

L’Inter, nella prima mezz’ora attacca con criterio senza mai scoprirsi troppo. Attacca con molti uomini ma senza aggredire l’area. La sensazione che, con più convinzione e più velocità, l’Inter possa fare male al Salisburgo. Chi sembra soffrire più degli altri è Frattesi che non può sfruttare la sua esplosività e deve limitare le incursioni. Mkhitaryan ha il compito di accelerare ogni volta che recupera palla e ha spazio, Ogni volta sono pericoli per la difesa austriaca. 

Finisce al 47′ il primo tempo sul risultato di 0-0.

Analisi tattica Salisburgo-Inter, secondo tempo: Lautaro cambia la partita

Nel secondo tempo Struber cambia Ulmer con Gourna-Douath che andrà a prendere il ruolo di centrocampista. Per l’Inter, Inzaghi sostituisce l’ammonito Bisseck con De Vrij.

Inizia sulla falsa riga del primo tempo la partita. Le palle piazzate sembrano acquistare sempre più importanza. Le due squadre ripartono con più convinzione rispetto al primo tempo e i pericoli sono soprattutto per L’Inter, che non sembra scrollarsi il ritmo compassato.

Il dominio territoriale dell’Inter non è mai messo in discussione. Sbaglia molti palloni Calhanoglu che rischia anche un secondo giallo. Al 60′ esce per lasciare il posto ad Asllani.

La pressione dell’Inter si fa più continua e incisiva grazie alla verve che Asllani ha portato. Il Salisburgo tenta di offendere con azioni personali e spunti individuali.

Sembra voler rompere gli indugi Simone Inzaghi togliendo Sanchez e inserendo Lautaro e togliendo Mkhitaryan per inserire Nicolò Barella. Ora la squadra assomigli di più alla squadra tipo, almeno nella zona offensiva. Infatti il Salisburgo è sempre più richiuso verso la propria tre quarti. Il pericolo arriva da un calcio d’angolo su cui Thuram non arriva sul secondo palo.

Il pallone ora gira più velocemente, Thuram è più intraprendente e più libero da marcature, ora concentrate anche su Lautaro. Questo produce una buona azione conclusa da Asllani con un tiro centrale.

Cambia le punte il Salisburgo cercando forse nuove risorse: esce Šimić entra un altro attaccante, Ratkov. 

Nel finale l’Inter sembra riuscire a sviluppare il suo gioco con Bastoni alto che mette palloni invitanti in area. Su uno di questi Lautaro colpisce la traversa, dopo una grande parata di Schlager. Anche Barella è molto attivo e gioca alla con gli avanti mentre Frattesi sta più coperto. Su tiro di Baralla c’è un fallo di mano che l’arbitro sanziona con il rigore. Non sbaglia Lautaro. 

Si gioca il tutto per tutto Struber: Dorgeles e Forson subentrano a Konatè e Gloukh.

Risponde Inzaghi facendo entrare Dimarco al posto di Carlos Augusto.

Finisce al 96′ con l’Inter che fa sua la partita.

Le considerazioni finali

Missione compiuta per Inzaghi. Inter agli ottavi. Vittoria senza affanni, partita gestita con intelligenza, senza tracotanza ma con la forza e soprattutto la qualità dei propri uomini. Lautaro, per come si muove, per come crea pericoli e attira gli avversari, è in grado di esaltare anche le caratteristiche del compagno di reparto che non può essere che Thuram, anche lui trasformato dall’ingresso dell’argentino.

E ora testa al campionato, per tentare la fuga.

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