Sampdoria-Juventus (0-0): analisi tattica e considerazioni

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Il Monday night regala l’ennesimo segno X di questa 2^ giornata di campionato. Allo Stadio “Luigi Ferraris”, la Sampdoria inchioda la Juventus sullo 0-0, in una gara bloccata, ma non per questo non interessante sotto il profilo dell’analisi tattica. Per il secondo anno consecutivo, i bianconeri vengono frenati alla seconda giornata, dopo l’esordio vincente. Ma se non altro, tengono ancora la porta inviolata. Per gli uomini di Giampaolo, invece, arriva il primo punto, conquistato dopo un’altra pregevole prestazione. Non indugiamo ancora oltre, dunque, e prepariamoci ad immergerci nelle pieghe tattiche della partita. Cominciamo, come nostro solito, dalla presentazione delle formazioni.

Giampaolo conferma i medesimi 11 della prima giornata, schierando un 4-1-4-1. Audero tra i pali, linea difensiva composta da Augello e capitan Bereszynski sugli esterni e coppia centrale formata da Colley e Ferrari. A protezione della retroguardia c’è Vieira, sorretto, in posizione più avanzata, dagli intermedi Sabiri e Rincon. Sulle fasce agiscono Djuricic e Leris. Caputo è l’unica punta.

Senza troppi indugi, Allegri punta invece sul 4-3-3. Ancora Perin titolare in porta, Rugani sostituisce Bonucci al centro della difesa accanto a Bremer, mentre vengono confermati i due brasiliani Danilo e Alex Sandro da terzini. A centrocampo, ancora Locatelli in cabina di regia, assieme a McKennie e al discusso Rabiot. Davanti Vlahovic, insieme alle ali Cuadrado e Kostic.

Primo tempo: una Samp organizzata limita la Juventus

L’analisi tattica della prima frazione di Sampdoria-Juventus vede una netta supremazia dei blucerchiati sotto il profilo organizzativo. Al netto dei primissimi minuti in cui, come loro solito, i bianconeri partono con grande aggressività, con l’andare della gara, gli uomini di Giampaolo trovano le loro certezze. Riescono sia a ingarbugliare e a limitare le opzioni offensive degli ospiti, sia a costruirsi qualche ottima occasione. In fase di non possesso, la squadra di Allegri cerca di inibire la primaria fonte di gioco dei doriani, cioè Vieira, mandando McKennie in marcatura su di lui.

La scelta del tecnico livornese non impensierisce più di tanto i padroni di casa, che trovano presto delle alternative. In primis, Rincon si abbassa per offrire un’opzione al giro-palla dei difensori. In secundis, se in difficoltà, i doriani possono appoggiarsi sulla loro punta Caputo, che, nonostante renda qualche centimetro ai suoi marcatori, è sempre bravo a difendere palla spalle alla porta. Quando questa giocata riesce, per i liguri si aprono delle prospettive interessanti, soprattutto sulla fascia sinistra. Qui, infatti, viene a giocare quello che è il vero playmaker della squadra, ossia Sabiri, da cui piedi nascono le trame più importanti.

Con McKennie che, come dicevamo, esce in pressione su Vieira, si crea uno spazio sulla parte destra del centrocampo bianconero, scoperta dal texano. Alzando molto Augello e tenendo largo Djuricic, con la presenza di Sabiri i doriani si trovano in superiorità numerica contro i soli Cuadrado e Danilo. Riesce loro facile, dunque, sviluppare gioco da questa parte, o sfruttando la corsia stessa, o passando al cambio di gioco repentino. Sulla destra, infatti, oltre alla spinta di Bereszynski, Giampaolo può anche contare sulla velocità di Leris che, con i suoi tagli profondi fin dentro l’area, mette in grande difficoltà Alex Sandro. Ed è lo stesso francese a divorarsi l’occasione più importante per la Samp del primo tempo.

Sampdoria-Juventus (0-0): analisi tattica e considerazioni
L’attacco della profondità di Leris, che scappa via ad Alex Sandro in area, ma non riesce a battere Perin.

Analisi tattica Sampdoria-Juventus: bianconeri senza idee e in palese difficoltà

Il primo tempo della squadra di Allegri è assolutamente opaco. I bianconeri raramente riescono a sfruttare i giocatori esterni in situazioni dinamiche, non trovano modi per servire Vlahovic e il gioco ristagna in assenza di verticalità. Contro la disposizione tattica della Samp, la Juventus non trova soluzioni efficaci. Locatelli viene schermato da Caputo, così l’impostazione viene affidata ai difensori. Senza un movimento delle mezz’ali e con Vieira attentissimo a presidiare la zona centrale davanti alla propria retroguardia per impedire verticalizzazioni immediate verso il centravanti serbo, le azioni bianconere si riducono ad uno sterile, lento e interminabile scambio in orizzontale tra i quattro della prima linea. 

Allegri ne prova diverse. Cuadrado parte leggermente più interno con McKennie largo. Talvolta Locatelli si abbassa tra i due centrali, mentre i terzini si alzano. Tuttavia, il gioco offensivo dei bianconeri non decolla e non trova mai fluidità. Gli unici sprazzi arrivano o da qualche cambio di gioco a trovare Kostic largo a sinistra o da recupero immediato della palla su errore dei blucerchiati. Nel primo caso, l’esterno serbo riesce con la sua velocità a costruire qualche traversone dal fondo. Occasioni, però, mai sfruttate perché i bianconeri riempiono poco e male l’area. La seconda opzione è l’unica che garantisce un po’ di spazio per arrivare in porta, ma Cuadrado sciupa una colossale chance.

Sampdoria-Juventus (0-0): analisi tattica e considerazioni
Cuadrado ruba palla ad Augello e si lancia indisturbato verso Audero: anche in questo caso, non arriva il gol.

Sgangherati, poi, i tentativi di servire Vlahovic in profondità con lanci lunghi. Scelta sbagliata sia per la qualità (pessima) delle esecuzioni, sia perché l’ex viola non viene mai perso di vista dai due centrali doriani.

Sampdoria-Juventus (0-0): analisi tattica e considerazioni
Uno dei tanti duelli tra Colley e Vlahovic, quasi tutti vinti dal difensore della Samp.

Oltre al piattume offensivo, c’è poi la difficoltà, sottolineata in questa nostra analisi tattica di Sampdoria-Juventus, nella fase di non possesso. I tentativi di pressing alto dei bianconeri risultano fallaci, perché arrivano con poca decisione e cattivo tempismo. Una volta superata la prima linea di pressione, per la squadra di Giampaolo risulta troppo facile trovare Sabiri tra le linee. La Vecchia Signora si allunga, concedendo spazio agli avversari ed è poi costretta a schiacciarsi all’indietro a protezione della porta di Perin. 

Il che non fa che aumentare i problemi nel ribaltare velocemente l’azione. I bianconeri entrano in un circolo vizioso che rende la prima frazione davvero pessima.

Secondo tempo: la Juve cambia atteggiamento, mentre la Samp accusa la stanchezza

La prima mossa di Allegri per raddrizzare la partita è l’inserimento di De Sciglio per Alex Sandro. A cambiare davvero, però, è l’atteggiamento della squadra, che rientra con ben altro piglio. Almeno sul piano dell’aggressività e della decisione. Innanzitutto, vengono limitate le ricezioni di Caputo grazie ad una marcatura più stretta da parte dei centrali e all’azione in anticipo da parte di Locatelli.

Sampdoria-Juventus (0-0): analisi tattica e considerazioni

Il tecnico livornese chiede, poi, anche un altro tipo di movimento alle mezz’ali, troppo poco coinvolte sia in fase di costruzione che di supporto alle giocate degli esterni. Sia McKennie che Rabiot si muovono di più tra le linee. Il francese sfrutta lo spazio lasciato libero da Rincon, che alza il proprio raggio di pressing. Il texano cerca, invece, spazio sul fianco destro di Vieira.

Tuttavia, a coprire quella zona c’è sempre l’attentissimo Colley, autore di una partita sontuosa, non solo in marcatura su Vlahovic. Allegri vede il suo centrocampista americano poco reattivo e decide di sostituirlo poco dopo l’ora di gioco con Miretti. Il classe 2003 viene collocato sul centro-sinistra e il suo ingresso in campo rappresenta un’importante svolta per i bianconeri. 

Analisi tattica Sampdoria-Juvenus: il miglioramento della squadra di Allegri

La ripresa si presenta diversa sotto il profilo dell’analisi tattica tanto per la Sampdoria quanto per la Juventus. La maggiore aggressività in fase di non possesso dei bianconeri e la stanchezza crescente tolgono brio ai blucerchiati. Sabiri ha molto meno spazio per le sue giocate e Leris, che non fa mai mancare la sua energia, trova in De Sciglio un cliente meno comodo di Alex Sandro. La squadra di Giampaolo deve quindi ricorrere sempre più al lancio verso la sua punta, che però, come visto, fatica a pulire il pallone.

Dal canto loro, gli uomini di Allegri trovano con Miretti tutt’altra qualità. Il giovanissimo centrocampista, infatti, non rimane statico nascosto tra le linee, ma è bravo ad occupare lo spazio intermedio sulla sinistra, proponendo, da un lato, una traccia verticale, dall’altro un valido appoggio e sovrapposizioni per Kostic per giocate in combinazione sull’esterno. 

Sampdoria-Juventus (0-0): analisi tattica e considerazioni

Tra il 67° e il 73°, Giampaolo deve far fronte ai problemi muscolari dei suoi e risistemare la squadra con i cambi. Entra prima Verre per Rincon. Poi, Villar e Murru per Augello e Djuricic. La Doria non cambia modulo, portando Villar davanti alla difesa, con Verre intermedio e Sabiri stabilmente largo a sinistra. Al minuto 77, invece, Allegri decide di giocarsi la carta Kean al posto di Cuadrado. Posizionato inizialmente a destra, l’attaccante della Nazionale non riceve praticamente mai. Per questo, verso la fine, il tecnico livornese lo inverte di lato con Kostic. La mossa produce i suoi effetti, perché è il classe 2000 a propiziare le ultime chance pericolose dei bianconeri.

Nella Samp c’è anche spazio per Quagliarella e De Paoli, ma il punteggio non si schioda dallo 0-0

Analisi tattica Sampdoria-Juventus: le considerazioni finali

Sarebbe stato un peccato per gli uomini di Giampaolo non raccogliere punti dopo un’altra ottima prestazione dal punto di vista tattico. Un pareggio giusto, che rispecchia in pieno quanto dimostrato dalle due squadre, anche se sciupano qualche nitida occasione. Proprio sotto questo aspetto, la Doria può e deve fare di più. Le idee ci sono, la squadra è ben messa in campo e ha una propria identità. Deve solo lavorare per migliorare la qualità della finalizzazione. Altrimenti rischia di lasciare per strada troppi punti a fronte di gare ben giocate. La sensazione, però, è che la musica sia cambiata rispetto all’affannosa stagione scorsa. Dunque i tifosi liguri possono sperare in una lotta per la salvezza un po’ meno sofferente.

Per quanto concerne la Juventus, la squadra di Allegri paga una prima frazione assolutamente incolore, in cui si ripresentano gli spettri della passata stagione. E che solo in parte si sono visti anche nella prima giornata. L’assenza di Di Maria si fa sentire e come. A questa squadra mancano troppo la qualità e la velocità nella zona nevralgica del campo e senza il Fideo le idee sono poche e confuse. Nessuno mostra un po’ di personalità per rischiare la giocata o inventare qualcosa per scardinare la difesa avversaria. E se anche le corsie esterne vengono sfruttate poco e male, senza rifornire Vlahovic, allora la squadra non può che rimanere all’asciutto. La maggiore aggressività vista nel secondo tempo dovrebbe servire da lezione: un atteggiamento troppo passivo, molle e statico non può addirsi a un club che punta a tornare vincente

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