Il capitano della Sampdoria, Fabio Quagliarella, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Il calciatore napoletano ha raccontato molti aneddoti sulla sua lunga carriera ricordando i gol più belli, i compagni migliori e ha anche svelato quello che gli piacerebbe fare una volta appese le scarpe al chiodo.
Sampdoria, Quagliarella: “Disegno i miei gol nella mente”
Il capitano dei blucerchiati all’inizio dell’intervista è stato paragonato ad un pittore e lui stesso ha ammesso: “Io un artista del gol? Un Paragone che ci può stare. L’unica differenza rispetto ad un pittore, è che io non mi ispiro a qualcosa o a qualcuno, ma leggo in anticipo certe situazioni. Vivo per questo, il gesto tecnico di un attaccante è un concentrato di istinto, precisione, coordinazione, dinamica, forza e per buona parte fortuna. Ma se un certo tipo di gol sono una costante, allora puoi dire di avere qualcosa di innato. Ho sempre segnato certe reti. Da piccolo li provavo facendo le rovesciate sull’asfalto o tirando da lontano”.
Le doti che deve avere un attaccante per fare certi gol
Quagliarella ha poi espresso il suo parere elencando le doti che un attaccante dovrebbe avere per poter segnare dei gol spettacolari: “Alcuni gesti li puoi allenare. Io, per esempio, lavoro sul piede sinistro. Non si può perdere un’occasione da gol perché devi passare sull’altro piede. Poi puoi allenare la coordinazione. In campo talvolta ci sono l’ansia del risultato, i tifosi. Ti dicono: “Gioca semplice”: Ma io di questo me ne sono sempre sbattuto. Mai ho pensato: “Se la tiro in curva?”. Se non ci provo, non posso saperlo. Vi racconto un episodio: ero nella Juventus, e una volta dalla panchina ho visto arrivare la palla a centrocampo. A un compagno ho urlato d’istinto: “Calcia in porta”. E gli altri seduti vicini a me: “Vedi, noi non l’avremmo neppure mai pensato”. Quando parlo con Cassano, gli dico: “Tu vedevi delle cose in campo che altri non avrebbero compreso”.
Il compagno più forte
L’ex Juventus non ha dubbi su chi sia stato il suo compagno più forte: “Totò Di Natale. Pazzesco: faceva gol come e quando voleva. A volta pubblica sui social alcuni video delle sue reti. Gli dico: ‘Non farlo, fermi lo sviluppo di tanti presunti campioni che al primo tiro in porta pensano di valere tanto. Se vedono i tuoi gol smettono’. Ora appena uno segna, si parla di convocazione in Nazionale. Io avevo davanti mostri sacri da 30 gol a stagione, ma sono cambiati i tempi”.
Il futuro di Quagliarella, tra Sampdoria e la vita da allenatore
Quagliarella risponde ad una domanda in cui gli viene chiesto se terminata la carriera da calciatore vorrebbe provare un’esperienza da allenatore: “Mi piacerebbe. Ai giovani direi: “Sbattetevene dell’errore. Provateci”. Anche se ho l’uno per cento di possibilità ci provo sempre. Sto facendo il corso da allenatore, si parla anche di questo. A nove, dieci anni i ragazzini devono divertirsi, esprimere l’estro. L’oratorio, la strada si parte da lì. Quando torno oggi a casa dai miei, invece, il cortile è vuoto. Nessun bambino!”.