Sampdoria, rebus allenatore: ballottaggio Dionisi-Vieira

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È la vigilia dell’ultima di campionato, contro un Parma derelitto. La Sampdoria non avrebbe più nulla da chiedere al suo campionato, ma l’allenatore Claudio Ranieri ha alzato l’asticella a 52 punti, il doppio di quelli collezionati nel girone d’andata. Un obiettivo d’orgoglio. Verrebbe raggiunto sconfiggendo i Ducali. La squadra l’ha seguito sino alla fine e lo confermerà stendendo 3-0 gli Emiliani. Il bel nono posto sancisce per i blucerchiati il primato di primi tra i “normali”, quelli che, caso limite Sassuolo incluso, non lottano per l’Europa, il massimo raggiungibile considerando il budget. L’attenzione però non è al match ma alle parole di Sir Claudio: «Oggi ho detto alla squadra che non resterò un altro anno. Non ci sono i contenuti, i presupposti per restare». In sintesi, non condivide la visione del presidente. Ora Massimo Ferrero è indeciso sul prossimo allenatore.

Le ragioni dietro l’addio di Ranieri

Per i tifosi della Samp il mancato accordo è in sé un grosso problema, che diventa enorme se si considerano le cause che lo hanno generato. Ranieri chiedeva la conferma di tutto il suo staff e di un contratto a quasi due milioni netti annui, qualcosa su cui Ferrero ha fatto una strenua opposizione. Il patron ha sempre ritenuto di poter legare al Doria il testaccino per cifre più basse. La questione però sarebbe stata risolvibile con un compromesso. Il vero problema era che Ferrero sembra intenzionato a vendere quanti più giocatori possibile e Ranieri, colmo di ori e di onori, all’anticamera dei 70 anni, non deve certo racimolare un ingaggio. Cerca un progetto ambizioso che gli dia lustro e motivazione. Non può accettare di prendere in mano una Sampdoria che già in partenza non avrà i mezzi per eguagliare il bel nono posto di quest’anno.

Ferrero Businessman

Già la scorsa estate Ferrero con scarsi risultati aveva provato a piazzare delle cessioni importanti, anche per finanziare il mercato in entrata. L’Hellas Verona però non aveva voluto riscattare Verre, né il Celta Vigo Jason Murillo. Nemmeno all’ultimo giorno è riuscito a remunerare da Gaston Ramirez in scadenza di contratto, ora libero a 0 dopo una stagione scialba. Nessun club della Premier ha avanzato la grassa offerta per Colley che ci si aspettava. Alla fine è partito il solo Linetty, per 9,5 milioni, mentre anche Murru e Bonazzoli dai rispettivi prestiti rientreranno senza aver fatto guadagnare niente alla società.

Ora però è ben intenzionato a fare cassa. Senza che ancora sia stato opzionato un nuovo allenatore, Thorsby, energico perno del centrocampo, sta per essere venduto, direzione Napoli o Atalanta. Damsgaard, la stellina scandinava, potrebbe essere mandato all’asta. Omar Colley e Jankto pure fiutano l’aria, favorevole a una partenza verso i proficui lidi della Germania e dell’Inghilterra. L’agente del 26nne Wladimiro Falcone, tra i migliori portieri dell’ultima Serie B, in prestito al Cosenza, ne parla già come il probabile sostituto di Audero, “fatto in casa”.

In questo caso Ferrero ha ribaltato il proverbio. È un oste che ha fatto i conti senza i clienti. Ha dichiarato al Secolo XIX, il quotidiano principale di Genova, che «Ma vi pare che pago per un allenatore quando pagando mi sarei potuto tenere Ranieri? Sono finiti gli anni delle follie, delle spese pazze, alle brutte mando in panchina Bosco -direttore operativo con mansioni finanziarie- perché ormai che comanda sono loro, gli uomini dei conti…».

Letteralmente il significato è che pagando quanto richiesto da Ranieri in termini di contratto lo avrebbe vincolato ancora per una stagione alla panchina blucerchiata. Quello che però realmente intendeva, com’è evidenziato dal prosieguo del discorso, è che non intende approcciare un mister che richieda più o meno larghi investimenti. Chi potrebbe allora venire alla Sampdoria?

Toto-allenatore alla Sampdoria: le “minestre raffreddate”

Ferrero in passato si è già rivelato capace di attirare grandi nomi nel ruolo di allenatore della Sampdoria. Ranieri era arrivato proprio come gigantesca toppa per coprire un’ancora più colossale errore operato con Di Francesco. Il buon Eusebio veniva da un’entusiasmante cavalcata di Champions con la Roma e gli erano stati garantiti gli innesti per il suo gioco con le ali. Non arrivò nessuno e la partenza di campionato fu disastrosa. Ci volle Ranieri per compattare una squadra mal assortita in estate.

Non credere in Giampaolo

Di Francesco a sua volta era arrivato per colmare il vuoto lasciato da Giampaolo dopo 3 anni di 9° e 10° posti, ottimi ma poco emozionanti. Proprio Giampaolo sembrava a un passo dal firmare con la Samp. Ferrero voleva lui nonostante i fallimenti con Milan e Torino. Poi però l’improvviso rallentamento. Per una volta l’imprenditore romano è rimasto a captare gli umori della piazza, piuttosto indecisa sul ritorno del tecnico. Aveva certamente lasciato un buon ricordo, nonostante fosse partito anche lui piuttosto male, come spesso gli capita.

Sampdoria, rebus allenatore: ballottaggio Dionisi-Vieira

In blucerchiato però non era mai stato pienamente amato. Non andavano giù gli arrendevoli finali di campionato a salvezza raggiunta con largo anticipo. E in ultimo frizzavano scintille tra presidente e allenatore, proprio perché quest’ultimo sembrava non voler osare mai il grande passo verso l’Europa. Ferrero ha cincischiato così tanto con Giampaolo in questo ultimo scorcio di Primavera che improvviso come un temporale estivo è arrivato il Sassuolo e se lo è preso per il post De Zerbi.

Sampdoria: il sogno Siniša come nuovo allenatore

Sembra che Ferrero prendesse tempo in attesa di quella che sarebbe la sua prima scelta, Siniša Mihajlović. È noto che il serbo ha sentimenti contrastanti verso il Bologna, dove è molto amato, ma non riesce a fare il salto di qualità. Sono mesi che se da un lato il “Viperetta” trattava con Ranieri, dall’altro faceva la corte al tecnico con cui ha raggiunto il settimo posto e la qualificazione all’Europa League.

Sampdoria, rebus allenatore: ballottaggio Dionisi-Vieira

L’allenatore serbo, però, ha sempre fatto orecchio da mercante, probabilmente perché conscio che la Sampdoria non sarebbe un passo in avanti rispetto ai Felsinei, dove il presidente Saputo sembra più danaroso e spendereccio del collega doriano. E infatti ha recentemente dichiarato che col Bologna «è pronto alla scalata», e che c’è una storia d’amore, anche se sarebbe stato pronto a partire per una chiamata della Juventus. Della Vecchia Signora, non della Sampdoria.

Sampdoria, verso il nuovo allenatore: gli azzardi Dionisi, Gotti, Vieira, Zanetti

Così, bruciati tutti i ponti col passato più o meno recente, non resta che guardare al futuro. Cioè a volti nuovi che possono essere considerati delle promesse, sebbene alcuni nomi siano già piuttosto navigati in Serie A, come Gotti.

Il tecnico dell’Udinese si è messo in mostra come capo allenatore dopo tanti anni da vice ma sembrava in rotta con la famiglia Pozzo. Accostato alla Samp proprio perché in allontanamento dal Friuli e perché per certi versi molto simile a Ranieri. Un allenatore di uomini più che di sistema, ma capace di proporre comunque un gioco interessante e ordinato. Le parti però si sarebbero riavvicinate costringendo Ferrero a stare alla porta oppure a puntare su altri ulteriori nomi.

Sembrava vicino il 39nne Paolo Zanetti del Venezia, sul taccuino anche di altri club e artefice di una grandiosa promozione al terzo anno da capo allenatore professionista ma ha appena rinnovato sino al 2025.

Così, stringi stringi, restano tra le mani solo i nomi meno solidi, anche se quello di Alessio Dionisi è un profilo molto simile a quello di Paolo Zanetti. Ha appena stravinto la B con l’Empoli e coi toscani sarebbe a un passo dall’addio. Col tecnico campione cadetto sembra essere stato raggiunto un accordo per un triennale da circa 800mila euro a stagione. Decisiva l’eventuale libera uscita da parte dell’Empoli, anche perché il presidente Ferrero non sembra intenzionato a pagare un indennizzo per liberare Dionisi dal club toscano. Se l’Empoli farà resistenza su questo punto, Dionisi non sbarcherà a Genova.

Il Patron sarebbe pure intenzionato a cambiare i quadri dirigenziali, con Faggiano a prendere il posto di Osti e Pecini. In tal caso non sarebbe da escludere l’approdo di D’Aversa.

Monsieur Vieira, le jeux sont fait

Se fosse vero sarebbe allora chiaro che alla Samp ora come ora a regnare sono in due, Ferrero e indecisione. Il patron nei suoi anni blucerchiati nonostante non abbia mai suscitato la simpatia dei tifosi e anzi sia generalmente detestato si è sempre affidato a uomini di governo piuttosto bravi. Proprio come Osti e Pecini. La paura è che ora voglia tornare a essere protagonista e autocrate. In tal caso non c’è limite alle scommesse che potrebbe arrivare a prendere. Proprio mentre per Dionisi sembrava solo questione di tempo, sebbene non fosse chiaro se si sarebbe trattato di giorni o di settimane, è cominciato a circolare con insistenza il nome di Patrick Vieira.

L’ex Campione del Mondo per il momento ha allenato con alterne fortune il New York City negli States e, per 3 anni, il Nizza in Francia. L’ultima stagione è stata fallimentare e si è chiusa anticipatamente con un esonero, mentre quelle precedenti sono state ambivalenti. L’ambiente è già contro di lui. L’ex leggenda Vierchowod con l’incisività che lo contraddistingueva da terzino ha commentato così: «Ferrero di stupidate ne ha fatte tante, non mi stupisce neanche questa».

È il profilo perfetto dell’allenatore che accetterebbe qualsiasi rosa, per quanto indebolita dalle esigenze del bilancio. Ma allora forse sarebbe davvero meglio mettere in panchina il succitato Bosco. Che ironia nei 30 anni della leggendaria Sampdoria scudettata di Boskov.

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