Francesco Magnanelli è uno di quei leader silenziosi che fa rumore. Il Sassuolo, nell’ultima gara del 2020, si è regalato un Natale sereno battendo la Sampdoria per 1-3. Nessuna migliore occasione, dunque, per festeggiare anche le 500 apparizioni del campionato con la stessa maglia. Sassuolo e Magnanelli, una favola che prosegue.
Sassuolo-Magnanelli, una storia che parte da lontano
L’avventura tra Magnanelli e i neroverdi parte da molto lontano. Lui, classe 1984 e nativo di Umbertide, un paesino in provincia di Perugia, sa cosa significa partire dal basso. La sua prima stagione al Sassuolo, infatti, parte dal 2006/2007, annata in cui milita in C1. Da quel momento, gli emiliani vivranno una lenta ma inarrestabile ascesa. Massimiliano Allegri è l’allenatore che nel 2008 porta il Sassuolo in cadetteria per la prima volta, guadagnandosi la nomea che lo condurrà alla guida del Cagliari di Cellino. Nel frattempo, Magnanelli si impone con personalità e anche in Serie B supera quasi sempre le 30 presenze stagionali. Apparizioni che diventano 40 nel memorabile 2012-2013, anno in cui questa cittadina di quasi 41 000 anime conquista il palcoscenico della massima serie.
L’impatto è devastante, considerando che nelle prime giornate arrivano solo sconfitte. Tuttavia, Magnanelli & company faranno un dispetto proprio al loro eroe del passato, Allegri. Il Milan è avanti di due reti, ma con un Berardi in stato di grazia, i neroverdi si impongono per 4-3, causando l’esonero del tecnico livornese. Forse quel match ha rappresentato lo spartiacque dell’avventura in Serie A. Fin qua, infatti, nessuna retrocessione, con il club che è persino riuscito a toccare l’Europa. Ce l’ha fatta Eusebio Di Francesco, conducendo i suoi discepoli in Europa League. Impresa che ora spera di ripetere, o addirittura migliorare, De Zerbi.
Una presenza costante
In tutti questi momenti, Magnanelli è sempre stato lì. Il tempo e i guai fisici aumentano: classe 1984, è stato infortunato e spesso non convocato. Gli passano davanti tanti nuovi volti, da Obiang a Locatelli, da Maxime Lopez a Bourabia. Eppure, da lì non si smuove. Fa da chioccia e attende il suo posto, consapevole di dover spesso lasciare il posto ai più giovani. De Zerbi, però, contro la Samp, decide di rendergli il giusto tributo, facendolo entrare nel secondo tempo della contesa. Per celebrare con i compagni la vittoria di un Sassuolo che può continuare a sognare. E l’epopea di un mediano, destinato a recuperare palloni, protagonista di un calcio romantico, oggi spesso destinato all’album delle memorie.