Il Milan chiude alla grande il proprio campionato con una netta vittoria per 0-3 in casa del Sassuolo. Un trionfo che vale il 19° scudetto della sua storia, a 11 anni di distanza dall’ultimo. I rossoneri archiviano la pratica già nel primo tempo grazie ad un Leao straripante. Il portoghese infatti è autore degli assist di tutte e tre le reti degli ospiti. Apre le danze il solito Giroud, l’uomo dei gol importanti. Il francese guida la festa realizzando anche la rete del raddoppio poco dopo la mezz’ora. Appena 4 minuti dopo e Kessié sugella game, set e match. Nulla da fare, invece, per gli emiliani che senza alcuna motivazione particolare si lasciano fagocitare dall’intensità degli avversari. Andiamo allora a scoprire quali sono gli elementi chiave di questo Sassuolo-Milan attraverso la nostra analisi tattica. Partiamo, come sempre, dalle formazioni iniziali.
Padroni di casa in campo col 4-3-3. In porta c’è Consigli, che festeggia quota 300 gettoni con la maglia nero-verde. Gli esterni bassi sono Muldur e Kyriakopoulos con la coppia centrale formata da Ferrari e Ayhan a completare il reparto arretrato. Mediana rafforzata dalla presenza di Henrique da mezz’ala sinistra insieme agli inseparabili Lopez e Frattesi. Tridente offensivo tutto italiano con Raspadori e Berardi larghi a sostegno della punta centrale Scamacca.
Pioli risponde col consolidato 4-2-3-1 e conferma gli stessi 11 schierati contro l’Atalanta. Tra i pali Maignan, linea difensiva con Calabria, Tomori, Kalulu e Theo Hernandez. In cabina di regia confermati Kessié e Tonali. Giroud è l’unica punta, supportato dal tridente di trequartisti formato da Leao e Saelemaekers sugli esterni e Krunic alle sue spalle.
Primo tempo: un Milan devastante annichilisce il Sassuolo
L’analisi tattica di Sassuolo-Milan si fonda su due costanti, che fungono da chiavi per la vittoria dei rossoneri. Da un lato c’è lo strapotere della solita coppia Leao-Theo Hernandez sul binario di sinistra. Dall’altro c’è la supremazia degli uomini di Pioli nei duelli tre contro tre che si formano a centrocampo. Ma andiamo con ordine.
La linea mediana quasi inedita a 3 dei padroni di casa dovrebbe garantire il giusto equilibrio per difendere contro gli esterni rossoneri. Tuttavia, la squadra di Dionisi si scopre inopinatamente soprattutto dal lato dove agiscono i due uomini più pericolosi sopracitati. Berardi non partecipa con zelo vibrante alla fase difensiva, consentendo quasi sempre a Theo di partire indisturbato. Si crea così subito un due contro due con Frattesi e Muldur. Il centrocampista italiano, tuttavia, si lascia spesso attrarre dai movimenti interni di Krunic, sguarnendo così quella zona di campo. Talvolta, invece, è Muldur a spingersi fin troppo in avanti, col solo numero 16 a presidiare la fascia destra.
Ne consegue che i due esterni mancini di Pioli abbiano sempre l’opportunità di attaccare con spazio e in superiorità numerica. Lasciare così tanta libertà a due giocatori devastanti in campo aperto e abilissimi nel saltare l’uomo è un lusso che nessuno può permettersi. Se a ciò si aggiunge che i nero-verdi non mettono il massimo dell’impegno nel proteggere il pallone, la frittata è servita. Al minuto 17, il portoghese ruba la sfera ad Ayhan e approfitta di un Sassuolo sbilanciato in avanti e scopertissimo. La sua galoppata si conclude con l’assist al centro dell’area per Giroud. Il francese trova il gol del vantaggio con una girata col pallone che passa sotto le gambe di Ferrari e Consigli.
Il Milan ha ovviamente ben altre motivazioni e approccia in maniera assolutamente arrembante. Non solo sfruttando la supremazia sulla corsia sinistra, ma anche andando a vincere i singoli duelli a centrocampo. In questa zona di campo, infatti, si formano delle coppie precise. Krunic, in fase di non possesso, va a schermare Lopez. Tonali prende invece in consegna Henrique. Su Frattesi c’è poi Kessié. I nero-verdi non riescono quasi mai a trovare la giocata, ricevendo sempre spalle alla porta e soprattutto venendo pressati dai rossoneri. La maggiore aggressività e determinazione degli uomini di Pioli produce numerosi recuperi nella trequarti emiliana.
Da due di questi, gli ospiti piazzano tra il 32° e il 36° un tremendo uno-due che mette in ghiaccio la partita. Nella prima occasione, è ancora Leao protagonista. Il portoghese ruba palla a Ferrari, va via sul fondo e trova ancora Giroud pronto al centro dell’area a ribadire il pallone in rete. Nel secondo frangente è Krunic a mangiare Lopez e ad avviare l’ennesima ripartenza rossonera. Leao, stavolta da destra, arriva ancora agilmente sul fondo e trova il rimorchio puntuale di Kessié che sugella il risultato sullo 0-3.
Il risultato è frutto di una totale supremazia tecnica e tattica del Milan. Alla forsennante fase offensiva, infatti, i rossoneri affiancano un’organizzazione ordinata e funzionale. In fase d’impostazione, Kessié si abbassa sulla linea difensiva, collocandosi sul centro-sinistra per coprire Theo. Krunic indietreggia per fare gioco, mentre Tonali tende ad avanzare. A questo punto, Saelemaekers non rimane mai largo, ma viene a giocare tra le linee e più dentro al campo. In questo modo, attira internamente Kyriakopoulos e libera la corsia alle sporadiche discese di Calabria.
Il Sassuolo dà cenni di vita solo nei primissimi minuti. Scamacca lavora tanto per la squadra facendosi vedere in appoggio e giocando incontro. Dai suoi piedi passa lo sviluppo delle azioni dei nero-verdi, dato che i centrali rossoneri coprono molto bene la profondità non concedendogli nulla. Dopo il primo quarto d’ora, la squadra si lascia annientare dall’intensità degli avversari.
Secondo tempo: tra gestione ordinata e passerelle finali
La ripresa inizia con un cambio per parte a centrocampo. Escono sia Tonali che Lopez, entrambi ammoniti. Ai loro posti entrano Bennacer e Francesco Magnanelli, alla sua ultima con i nero-verdi. In avvio, gli emiliani provano a mettere in campo un po’ di orgoglio. Il più vivo è Berardi, con i suoi movimenti a convergere per trovare la conclusione di sinistro. Henrique alza la propria posizione in fase di possesso, fungendo quasi da trequartista sotto punta. Il Milan abbassa un po’ il ritmo, concedendo qualche spazio in più al Sassuolo e provando a ripartire con velocità.
Al minuto 58, Dionisi passa effettivamente al 4-2-3-1 inserendo Traoré per Frattesi. Il neoentrato si colloca a sinistra, con Raspadori che agisce alle spalle di Scamacca. Gli emiliani accompagnano l’azione con più uomini, soprattutto spingendo con i terzini. Scamacca continua a lavorare tanto con e per la squadra. Tuttavia, il classe ’99 funge più da costruttore avanzato che da finalizzatore, non essendo mai servito in situazioni pericolose. Pochi minuti dopo, c’è spazio anche per Defrel al posto di Berardi, uscito acciaccato. I due nuovi entrati danno un po’ di vivacità alla squadra con la loro freschezza e la loro abilità nel dribbling.
Il Milan non ha troppa intenzione di affondare più del dovuto, a meno che non trovi gli spiragli giusti. I rossoneri finiscono progressivamente col mantenere il possesso palla e gestire la gara. Negli ultimi 20 minuti si assiste ad una girandola di cambi per tributare le giuste passerelle da entrambe le parti. Negli ospiti entrano prima Ibrahimovic e Diaz per Giroud e Krunic. Poi Florenzi e Romagnoli per Saelemaekers e Tomori. Nei padroni di casa c’è spazio invece per Peluso, anche lui ai saluti, al posto di Ferrari e per il secondo portiere Satalino. Nessuna novità, comunque, sul fronte dell’analisi tattica di Sassuolo-Milan. E così, dopo due minuti di recupero trascorsi tra i canti di gioia del popolo rossonero e i festeggiamenti di Pioli & co. in panchina, Doveri fischia la fine, facendo esplodere di gioia il mondo milanista.
Analisi tattica Sassuolo-Milan: le considerazioni finali
Il Sassuolo non chiude benissimo una stagione tutto sommato positiva, anche se con qualche passettino indietro rispetto allo scorso campionato. Il piazzamento finale dice undicesimo posto per una squadra dal potenziale molto interessante. La fase difensiva spesso deficitaria ha sicuramente frenato parte del percorso degli emiliani. Sono 66, infatti, le reti concesse quest’anno. Si prospetta adesso un’estate molto calda per i nero-verdi, con la società che dovrà gestire la situazione dei gioielli italiani desiderati un po’ ovunque.
Il Milan si laurea campione d’Italia e al termine di questa analisi tattica della sfida col Sassuolo ci soffermiamo a sottolineare solo qualche aspetto. Focalizziamoci sui nomi comparsi nel tabellino. Leao, autore di 3 assist, è il simbolo della crescita e della mentalità che Pioli è riuscito a inculcare in questo giocatore, rendendolo il suo top player e trascinatore, e in generale in tutta la squadra. Giroud, autore di una doppietta e, soprattutto, di gol decisivi nei big match nei momenti in cui i rossoneri hanno dovuto fare a meno di Ibra. Infine, Kessié, simbolo della duttilità tattica e dell’energia di questo Milan. Ci sarebbe ancora tanto da dire su ogni singolo protagonista di questa cavalcata, ma ci limitiamo per ora a fare i complimenti ai neocampioni d’Italia.