Serie A 2020/2021: la stagione del Milan

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Con la Serie A da poco conclusa, diamo il via a una nuova rubrica targata 11contro11 in cui analizziamo l’andamento delle partecipanti. In particolare, in questo articolo ci soffermeremo sulla stagione del Milan, che ha concluso il torneo classificandosi in seconda posizione, a +2 su Juventus e Atalanta.

La stagione del Milan: voto 7,5

Alzi la mano chi si sarebbe atteso un Milan secondo a fine campionato. La posizione finale va a coronamento di una seconda parte del 2019/2020, era del post-Covid, semplicemente sbalorditiva. Importante, in questo senso, il lavoro di Stefano Pioli, che ha raccolto una squadra a pezzi e l’ha unita nel duro momento del lockdown. Frutti di un’unità che ha portato i rossoneri ad essere in vetta alla classifica fino alla terza giornata di ritorno, fino alla dolorosa sconfitta contro lo Spezia per 2-0. Da lì in poi, un po’ di alti e bassi col brivido finale, rischiando di non qualificarsi alla Champions League. Si arriva quindi al Gewiss Stadium, ultima giornata, con cui il grande ex Franck Kessié realizza dal dischetto la doppietta più importante della sua carriera. E il Milan può così riascoltare la musichetta dopo sette anni di assenza.

Proprio l’ivoriano rappresenta uno dei giocatori più valorizzati in stagione. Rigorista sostituto di Ibrahimovic, ha centrato la rete in ben 11 occasioni. Al di là delle reti, però, anche tanta sostanza e leadership in centrocampo. Tra i tanti infortuni dell’annata, lui ha sempre giocato: una colonna. Altra crescita importante è quella di Theo Hernandez, arrivato come oggetto misterioso nel 2019. Dopo un periodo di apprendistato, non ha più abbandonato la fascia sinistra, collezionando 7 bottini pieni. Qualche lacuna in difesa, dove però ha dimostrato di poter migliorare. Azzeccatissimo anche l’arrivo in prestito di Fikayo Tomori dai campioni d’Europa del Chelsea. L’inglese di origini canadesi ha spodestato capitan Romagnoli dal centro della difesa, segnando anche la prima rete in Serie A, nello 0-3 sulla Juventus, decisivo per la qualificazione in Champions. Amarezza per l’addio di Gianluigi Donnarumma, votato come MVP tra i portieri del campionato.

Serie A 2020/2021: la stagione del Milan

La stagione del Milan: i record

I milanesi, oltre a conseguire l’obiettivo prefissato a inizio stagione, hanno raggiunto dei record singolari. I ragazzi di Pioli, innanzitutto, sono diventati la prima squadra a raggiungere le 16 vittorie esterne in massima serie. Il record precedente apparteneva ai cugini dell’Inter, conseguito nel 2006/2007, annata del post-calciopoli. Secondo i dati raccolti da Kickest, inoltre, il Milan è la squadra che ha colpito il maggior numero di legni, ben 24, seguito da Verona (21), Torino e Napoli (19). Altra statistica che ha suscitato l’ilarità del web è relativa ai calci di rigore assegnati, 20, altro record assoluto (dietro il Sassuolo a 14). Una percentuale realizzativa del 75%, dato che ne sono stati segnati 15. Di questi, tre errori sono di Ibrahimovic, motivo per cui Kessié è diventato il rigorista a tutti gli effetti.

Gli altri trofei

Nel corso della stagione, la compagine rossonera è stata impegnata su altri due fronti. In Coppa Italia, dopo aver eliminato il Torino agli ottavi, è arrivata la seconda sconfitta su tre nei derby stagionali. Dopo il vantaggio di Ibrahimovic, decisiva la punizione perfetta di Eriksen nel finale. Qualche rimpianto, invece, nel percorso in Europa League. Dopo l’infinita serie di rigori che ha portato all’eliminazione del Rio Ave, vinto il girone su Lille, Sparta Praga e Celtic. Esclusa a fatica la Stella Rossa di Dejan Stankovic, la sfida agli ottavi in sapore di grande Europa contro il Manchester United. Dopo l’1-1 all’Old Trafford, sconfitta per 0-1 a San Siro. La sensazione è che con qualche titolare in più, forse il Milan avrebbe potuto dare il meglio.

Serie A 2020/2021: la stagione del Milan

Considerazioni finali: oltre le avversità

Tenendo i conti vari fattori, la stagione del Milan non può che considerarsi positiva. Le aspettative erano di un certo peso, considerando il finale del 2020. Un anno terribile per la pandemia, ma incredibile per il Milan. Ad ogni modo, nemmeno il tifoso più ottimista si sarebbe aspettato di vedere una squadra in seconda posizione, capace di tenere il passo dei nerazzurri nella prima parte. In condizioni, ricordiamolo, non sempre favorevolissime. Tra guai fisici e positività al coronavirus, infatti, Pioli ha dovuto fare spesso di necessità virtù, schierando giocatori fuori ruolo. Esempi? Calabria adattato a mezzala nel big match casalingo contro la Juventus (in gol, tra l’altro). Rebic e Leao come prime punte in mancanza di Ibra o nella mancata condizione fisica di Mandzukic, che ha proseguito la maledizione della numero 9.

Andando a cercare il pelo nell’uovo, c’è stato qualche dubbio di tenuta difensiva in alcune gare e una marcata predisposizione alle ripartenze. 4 poi le sconfitte stagionali con tre reti di scarto (Lille, Atalanta, Inter e Lazio), di cui la più pesante nella stracittadina, che ha di fatto consegnato lo scudetto agli avversari. La qualificazione in Champions League, infine, è rimasta in bilico fino all’ultima giornata, col rischio di compromettere la strada costruita mattone dopo mattone. Invece è arrivato il successo sul campo col quale si è chiuso il cerchio, dopo la sconfitta a Bergamo per 5-0 nel 2019. La gara da cui è cambiato tutto.

La sensazione è che, con i giusti riscatti e puntellamenti della rosa, il Milan potrà ambire a essere protagonista nei prossimi anni. Risorgendo dalle proprie ceneri grazie al lavoro, soprattutto mentale, di Stefano Pioli.

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