Con questo articolo termina la rubrica targata 11contro11 basata sull’analisi delle venti squadre del campionato di Serie A 2020/2021. Oggi è il momento di porre la lente d’ingrandimento sulla stagione dell’Hellas Verona. Dopo un campionato di gran lunga al di sopra delle aspettative, i gialloblù hanno dimostrato di poter puntare a qualcosa di più della zona centrale della classifica. Vediamo però insieme il giudizio del campionato dei veneti.
La stagione dell’Hellas Verona: voto 7
Il fatturato e la disponibilità economica non hanno nulla a che vedere con gran parte delle squadre italiane. Basti pensare al monte ingaggi che rappresenta uno dei più parsimoniosi della Serie A. Nonostante ciò, l’Hellas Verona per tutta la stagione ha saputo dare filo da torcere a qualsiasi squadra le si presentasse davanti. Ivan Juric, ora al Torino, ha saputo creare un ottimo ibrido affiancando il forte carattere che ha sempre contraddistinto la squadra ad una buona dose di qualità del gioco. Il rimpianto è stato quello di perdere spesso il filo della costanza: con quest’ultimo la piazza si sarebbe tolta qualche soddisfazione in più. Sicuramente le ambizioni non erano di portata europea, ma Verona avrebbe gradito un clamoroso ritorno ai vertici.
Il girone d’andata dei butei ha visto veramente pochi scivoloni. L’esplosione dei vari Zaccagni, Barak e Lovato ha sicuramente contribuito ad una prima fase di campionato sublime. Molte delle big che hanno affrontato i gialloblù sono uscite dal campo con i gomiti sudando enormemente per i tre punti, spesso neanche raggiunti. La forza dell’Hellas Verona è stata quella di vincere le partite giuste con le squadre che sulla carta rappresentavano le più abbordabili.
L’esatto opposto di ciò che è successo nel girone di ritorno. Adagiandosi un po’ sugli allori, gli uomini di Juric hanno mollato il colpo cadendo in maniera ingenua sempre più frequentemente. Fatta eccezione per il colpaccio dell’ultima giornata a Napoli, gli scaligeri sembravano i lontani cugini di quelli ammirati pochi mesi prima. Malgrado l’attenzione calata, la squadra è riuscita a mantenere una posizione dignitosa che ha sempre oscillato nelle zone centrali della classifica.
Concluso il campionato, in cima alla classifica dei marcatori veronesi si è ritrovato Antonin Barak, rivitalizzato dalla cura Juric ed ora con la sua Repubblica Ceca agli Europei. Dopo essere emerso ad Udine, il ceco aveva perso il lume del bel gioco. Il tecnico ha puntato fortemente sul centrocampista che lo ha ripagato con 7 reti. Subito dietro figurano Federico Dimarco e Mattia Zaccagni, promesso sposo del Napoli, entrambi con 5 goal.
I pro e i contro della stagione gialloblù
Uno dei punti a favore più grandi ed importanti è il progetto costruito alle spalle della formazione. L’Hellas Verona aveva abituato il panorama italiano a delle comparsate nella massima serie con quasi immediate retrocessioni in cadetteria. Da un paio di anni a questa parte, l’aria sembra cambiata ed ora i tifosi possono sperare in qualcosa di più che una salvezza risicata. Il sistema giovanile imbastito dalla governance del club sta dando i suoi frutti, sia sul campo che in fattori di bilancio. Non è da sottovalutare il lavoro fatto dai “vecchietti” della squadra che consapevolizzano le nuove leve in uno scenario non sempre facile da fronteggiare.
Come già detto, la pecca del campionato da poco concluso è stata la poco costanza della compagine ed un’assenza di ambizioni più importanti. Le potenzialità per fare il grande salto, anche se non sulla carta, c’erano tutte per quanto visto in campo. Da fuori, è sembrato come, se arrivati all’obiettivo minimo, i giocatori avessero staccato la spina abbandonando qualsiasi altra aspirazione. Ovviamente se si vuole puntare a qualcosa di più, l’atteggiamento non dove essere questo. Vedremo se il nuovo mister Di Francesco porterà con sé quel cambio di mentalità che ora ci si aspetta dalla squadra.
Giudizio complessivo sull’Hellas Verona
Per concludere, il roster ha fatto un ulteriore passo in avanti dopo una stagione sorprendente. Quest’anno la concorrenza è apparsa anche più agguerrita con la rinascita di diversi team. La truppa di Juric però ha sempre pensato a sé concentrando le forze sulle proprie partite senza farsi il sangue amaro per gli altri risultati. Il gruppo ha dovuto affrontare anche le aspettative deluse da qualche elemento, su tutti Lasagna e Kalinic, che non hanno dato quanto ci si era previsto. Il decimo posto finale merita di essere celebrato senza però montarsi la testa; a ricadere nel baratro ci si mette poco. Ma nel frattempo è giusto dare all’Hellas ciò che è dell’Hellas.