Non sono molte le panchine che ripartiranno da 0 in massima serie, solamente cinque. Per la maggior parte della società, dunque, via alla continuità, al fine di poter programmare una nuova stagione senza cambiare troppo. Quali sono, invece, le squadre della prossima Serie A che accoglieranno nuovi allenatori? Lo andiamo a scoprire in questo focus, analizzando le caratteristiche di ciascun nuovo tecnico.
Serie A, i nuovi allenatori: la Cremonese di Alvini
Non sarà stato il famoso Perugia dei Miracoli del 1978/1979, ma l’impresa è stata. In cadetteria, con Massimiliano Alvini il Grifo è letteralmente volato, arrivando a qualificarsi ai play-off da neopromossa, uscendo contro il Brescia tra le polemiche. Una compagine in grado di battere il frizzante Monza, di bloccare il Lecce, e soprattutto, di battere proprio i lombardi a domicilio. Forse il fattore decisivo volto a far decidere la dirigenza di convincere il tecnico di Fucecchio ad accettare la corte di Cremona. Nonostante il fresco rinnovo di contratto con gli umbri.
Le squadre di Alvini prediligono la difesa a 3, compatte e volte a cercare di sporcare il gioco dell’avversario. Questa è stata la maggiore identità tattica del Perugia, che ha consentito di ottenere risultati molto preziosi. In questo senso, nella retroguardia sono già arrivati Vasquez e Ndiaye, giovane difensore giallorosso classe 2002. Importantissima, inoltre, la conferma di Zanimacchia, che con i suoi 8 gol ha contribuito pesantemente alla promozione in massima serie. Chiaramente sono attesi colpi per la trequarti e una punta in grado di alternarsi con l’esperto Ciofani. Alvini è pronto a stupire ancora.
Serie A, i nuovi allenatori: l’Empoli di Zanetti
Tra i nuovi allenatori della Serie A, compito non facile quello di Paolo Zanetti: non far rimpiangere Aurelio Andreazzoli, autore di una salvezza tranquilla. Nella scorsa annata una sfortunata avventura in A con il Venezia, condotto nel calcio che conta nel 2020/2021. Dopo un ottimo inizio di stagione concluso a metà classifica, i lagunari sono incappati in una crisi senza fine. Risultato: ultimo posto ed esonero il 27 aprile scorso, a seguito di otto sconfitte consecutive. Tratti di bel gioco, ma intravisti solo al primo giro di boa. Non abbastanza per meritarsi la salvezza.
Ora Zanetti riparte da una piazza che lo aveva visto crescere giovanissimo da giocatore. Dal 2003 al 2006, infatti, aveva militato con gli azzurri assaggiando anche la Serie A e affermandosi come regista. Proprio come Andreazzoli, può giocare con il trequartista o impiegare il 4-3-3, mostrandosi versatile come avvenuto in Veneto. Bajrami potrebbe avere per questo un ruolo fondamentale, ma tutto dipenderà dalla sua eventuale permanenza. Per l’attacco ha già accolto i profili di Destro e Satriano, mentre spera che la presidenza possa regalare per un’altra stagione il profilo di Zurkowski, sei volte a centro nel 2021/2022. Obiettivo salvezza tranquilla.
Lo Spezia di Gotti
Vincenzo Italiano e Thiago Motta hanno condotto lo Spezia a due salvezze consecutive, forse insperate. Il nuovo compito spetta a Luca Gotti, pragmatico tecnico ex Udinese. Inizia come spalla di Igor Tudor e nel novembre del 2019 ne assume la piena eredità, in seguito all’esonero. Per due anni di fila conduce i bianconeri a due permanenze in A tranquille, grazie a un tredicesimo e quattordicesimo posto. Il sodalizio però si interrompe alla 16esima giornata, rimpiazzato ancora da un vice, Gabriele Cioffi.
Ciò che maggiormente ha contraddistinto il suo percorso in terra friulana è stata la solidità. Difesa molto compatta e centrocampo serrato hanno reso difficile la vita a qualsiasi avversario, un marchio di fabbrica dell’Udinese. Per applicare la sua idea di calcio in Liguria sembrano esserci tutti gli elementi necessari. Gli Aquilotti, infatti, hanno sempre dato l’impressione di essere una squadra vera, sopperendo ai limiti tecnici al cospetto di avversari più blasonati. Sarà vitale l’eventuale sostituzione di Giulio Maggiore, inseguito con insistenza dal Torino. Si attende inoltre un colpo in avanti, considerando il mancato riscatto di Manaj e la possibile partenza di Nzola, protagonista per comportamenti ritenuti non idonei. Un cantiere aperto, che Gotti dovrà chiudere con la sua compostezza.
L’Udinese di Sottil
L’apprendistato è terminato, per Andrea Sottil è arrivato il momento di assaggiare la Serie A. Un percorso di gavetta, culminato dall’ottima stagione appena conclusa alla guida dell’Ascoli. In terra marchigiana ha conferito un ottimo gioco ai bianconeri, centrando un’inaspettata qualificazione ai play-off, salvo poi arenarsi contro il più esperto Benevento. Il sesto posto finale e il bel gioco espresso hanno convinto l’Udinese a puntare su di lui, affidandosi alla sua giovane età e alle sue idee.
Per l’ex difensore si tratta di un ritorno, considerando il suo passato in Friuli dal 1999 al 2003. Stavolta, però, con una nuova veste. E nuova veste tattica avrà anche la sua squadra. Il 3-5-2 che tanto ha avuto successo nelle scorse stagioni è accantonato. Il 4-3-3 sarà il nuovo modulo di riferimento. In tal senso, gli esterni di attacco avranno il fondamentale ruolo di servire al meglio Beto, che sarà ancora di più al centro dell’attacco. In attesa di capire il futuro di Deulofeu, corteggiato dal Napoli, Pozzo si è già mosso regalando dei giovani come Buta ed Ebosele. Nell’attesa di regalare ulteriori rinforzi.
Il Verona di Cioffi
Il Verona dei record di Tudor è ufficialmente finito. Allora il filo conduttore riconduce ancora a Udine, e più precisamente a Gabriele Cioffi. L’allenatore fiorentino ha sostituito al meglio l’esonerato Gotti dopo aver fatto da vice. I bianconeri hanno avuto sicuramente avuto un salto di qualità dal punto di vista del gioco, con maggiori triangolazioni e imprevedibilità in mezzo al campo. Dodicesima posizione finale e una permanenza in A raggiunta con scioltezza hanno fatto sì che gli scaligeri accettassero la nuova scommessa in panchina. Sperando di aver azzeccato ancora una volta.
Si parte da una certezza inscalfibile: la difesa a 3, una continuazione del lavoro di Juric, Tudor e del credo tattico dell’Udinese. La variabile riguarderà il reparto offensivo, soggetto a possibili cambiamenti di scenari del calciomercato. Barak e Simeone sono stati essenziali, ma non sono certi di restare in Veneto. Da comprendere se ci sarà l’intenzione di giocare a 2 punte o rilanciare ancora il 3-4-2-1, con Caprari come assoluto protagonista. L’evoluzione della sessione di acquisti saprà rivelare maggiori risposte.