Simy, il bomber del Crotone nato dalla miseria

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Dalle parti di Crotone, e in tutta l’Italia calcistica, non si fa che parlare dell’attaccante nigeriano Simy. Con la doppietta siglata sulla Lazio, infatti, il giocatore ha raggiunto le 12 marcature stagionali, superando il connazionale Obafemi Martins, fermo a 11. Subito dietro Stephen Makinwa, a sei gol nel 2004/2005. Numeri importanti che fanno riflettere sul nuovo grande impatto di Simy in Serie A. Impatto, però, che è dovuto passare per un’infanzia negata.

Simy, la dura lotta per la vita in Nigeria

Simeon Tochuwku Nwankwo, semplicemente noto come Simy, nasce ad Onitsha, importante centro commerciale della Nigeria. L’età della fanciullezza, come per troppi bambini, gli viene negata. In un Paese dilaniato dalle tensioni sociali, Simeon deve fare i conti per le stigmate della povertà. Con la madre andata via troppo presto e il padre senza lavoro, si sposta a Lagos per improvvisarsi come venditore di acqua, al fine di poter racimolare qualche soldo per sopravvivere. “Un luogo in cui non c’è speranza, dove nessuno ti dice di credere in te. La mia infanzia è stata dura, a differenza di altre persone che se la godono“. Questo il suo racconto a il Corriere della Sera. In un clima così infernale, Simy ha sicuramente compreso il valore del sacrificio.

La chance di risvolta capita con il mondo del pallone. Nel 2008, infatti, è ingaggiato dalla squadra locale del Guo FC. Un anno dopo, il club portoghese Portimonense lo aggrega alle sue giovanili e può affacciarsi in Segunda Liga. Il primo gol arriva in un match di Coppa di Lega, nel 2011, contro l’Atletico CP. Chiude la sua esperienza nel 2013, quando va alla corte del Gil Vicente ed esordisce in massima serie. Qui, resterà per tre stagioni, raggiungendo quota 31 gol in 103 gettoni. Un cospicuo bottino che attira le attenzioni dei Pitagorici, i quali se lo aggiudicano per soli 850 000 euro. Un investimento che si rivelerà di grande prospettiva.

La lunga storia al Crotone

In Calabria, nel 2016, c’è grande festa per la prima ascesa in assoluto in Serie A. Il debutto dei rossoblù è complicato, pochissime sono le opportunità di restare nel calcio più importante. Poi, però, scatta qualcosa nella testa dei giocatori, che compiono un’incredibile rimonta, raggiungendo un’insperata salvezza. L’anno successivo culminerà col ritorno in cadetteria. Tutti ricordano con ammirazione, però, il magnifico gol in rovesciata siglato contro la Juventus, che fa terminare la gara sull’1-1. La sua prima doppietta in A contro il Sassuolo non basta a salvare la gloria del Crotone.

Le annate seguenti segnano una grande prolificità per Simy. Il 2018/2019 porta 14 sigilli e la metà della classifica per i calabresi. Il 2019/2020, invece, è l’anno del riscatto. Il Crotone conclude al secondo posto, al termine di un’entusiasmante cavalcata con Giovanni Stroppa, e Simeon raggiunge le 20 reti, aggiudicandosi il titolo di capocannoniere. Nessun giocatore africano aveva mai raggiunto tale riconoscimento. 

Lotta per il sociale

Il Crotone, con Serse Cosmi come nuovo condottiero, dovrà compiere un vero e proprio miracolo per restare in massima serie. Nel frattempo, però, Simy si sta ritagliando un altro spazio importante, anche nel segno del riscatto sociale. Spesso e volentieri, infatti, la punta ha esultando mostrando una maglietta con la scritta “stop alla violenza della polizia nigeriana”. In patria si sono verificate innumerevoli proteste per la violenza e l’azione repressiva della Sars, la forza armata della Nigeria, tanto da causare lo stop anche dal governo. Simy, ancora fortemente legato alla sua terra, conosce il valore del sacrificio. Combattente in area di rigore e nella vita, per lui ogni gol è un calcio all’ingombrante passato.

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