L’Inter di Conte vuole scrivere la storia nella finale di Europa League contro l’esperto Siviglia. Protagonisti di una stagione più che positiva, i nerazzurri vogliono la ciliegina sulla torta e conquistare una coppa europea a dieci anni dall’ultima volta, quando alzarono la terza Champions League della loro storia sotto il cielo di Madrid. L’Inter ha già conquistato la vecchia Coppa Uefa in tre occasioni battendo in finale Roma, Salisburgo e Lazio; quello contro i biancocelesti è l’ultimo successo e risale a 22 anni fa. Per i nerazzurri si tratterà della decima finale europea nella propria storia, con un bilancio favorevole di sei vittorie e tre sconfitte. Solo in una circostanza l’Inter ha disputato una finale contro una squadra spagnola, vincendola: era la stagione 1963/64 quando i nerazzurri del ‘Mago’ Herrera vinsero la prima Coppa Campioni della loro storia battendo 3-1 il Real Madrid.
Siviglia-Inter, Conte: «Solo chi vince fa la storia»
Alla vigilia di Siviglia-Inter, il tecnico Antonio Conte si esprime sulla finalissima di domani a Colonia. «Da giocatore ho disputato tante finali, alcune ne ho vinte e altre ne ho perse. La gente però si ricorda solo le vittorie, sono quelle che rimangono nella storia: io ho vinto tre Champions League ma ne ho perse tre. Da parte nostra deve esserci entusiasmo e la positività per aver fatto un percorso importante in Europa League, che darà ai giocatori tanta esperienza per il futuro. Bisogna essere orgogliosi per aver raggiunto una finale europea dopo dieci anni. Al tempo stesso dobbiamo però essere consapevoli che a scrivere la storia è solo chi vince. Questo deve esserci di sprono per raggiungere l’obiettivo massimo».
La consapevolezza di potersi giocare qualcosa di importante è cresciuta giorno dopo giorno, da quando l’allenatore salentino è sulla panchina nerazzurra. «Quando sono arrivato all’Inter ho detto che avrei voluto sentire anche la minima possibilità, anche solo l’un per cento di poter competere per vincere qualcosa. Questa percentuale è cresciuta giorno dopo giorno, grazie a tutte le persone che lavorano per l’Inter e a un gruppo di giocatori encomiabili di grande disponibilità e voglia di mettersi a disposizione per fare qualcosa da protagonisti. Di giorno in giorno le mie idee hanno attecchito e tutti hanno creduto sul lavoro che stavamo facendo.
Quest’anno siamo stati competitivi in tutte le competizioni a cui abbiamo partecipato, e questo fa onore ai ragazzi. Il coraggio è aumentato e di conseguenza anche la possibilità di portare a casa una vittoria importante come quella dell’Europa League, ma dovremo meritarlo sul campo. Ci attende una squadra molto difficile con esperienza nella competizione, ma ora siamo qua e vogliamo goderci il momento. Daremo tutto per cercare di dare una gioia a tutti noi, ai tifosi e al club».
Conte non teme il Siviglia: «Rispetto sì, ma non abbiamo paura di nessuno»
Come contro lo Shakhtar Donetsk, Conte sottolinea di avere rispetto ma non timore dell’avversario: «La parola “paura” non fa parte del mio vocabolario né di quello dei miei calciatori. Abbiamo grande rispetto per il Siviglia, stimiamo la squadra e la loro storia ma se siamo in finale vuol dire che abbiamo delle carte da giocarci, e lo faremo nel migliore dei modi».
Conte ha mai pensato che la gara di domani possa essere l’ultima alla guida dell’Inter? Il tecnico glissa: «Negli anni ho imparato a vivere i momenti a 360 gradi. Adesso vivo una conferenza stampa di una finale di Europa League accanto a due campioni come Diego e Samir, e domani vivrò la finale. Nella mia carriera ho imparato a vivere il momento presente, senza rimpianti».
Godin, l’uomo delle finali: Europa League già conquistata due volte con i ‘colchoneros’
Nelle fila dell’Inter c’è chi sa benissimo come si gioca, e si vince, una finale europea. E’ Diego Godin, che ha già sollevato l’Europa League in due occasioni con la maglia dell’Atletico Madrid (nel 2012 e nel 2018) perdendo però due finali di Champions contro i rivali cittadini del Real. Domani, l’uruguagio vuole il tris personale nella competizione: «Io lavoro e cerco di fare quello che chiede il mister, e tutti vogliamo la stessa cosa ovvero vincere. Per riuscirci, domani dovremo mettere in pratica tutto quello che abbiamo preparato e giocare con il cuore. Una finale si gioca dal primo pallone e ci si mette sempre qualcosa in più. Dovremo scendere in campo e fare di tutto per portare la coppa a casa, che è importante per tutti. Per la società, per lo staff e per i tifosi che ci seguono a distanza».
Handanovic: «Dopo anni difficili ci giochiamo qualcosa di importante»
In conferenza stampa anche il portiere nerazzurro Samir Handanovic: «Quando sono arrivato all’Inter, l’ho fatto per giocarmi dei trofei. La situazione degli ultimi anni non è stata delle migliori ma finalmente siamo al punto di poterci giocare qualcosa di importante. Questo dev’essere un punto di partenza, l’Inter deve essere squadre e queste partite devono diventare un’abitudine. Sono orgoglioso di essere qua, la mia idea di vincere trofei è sempre la stessa dal primo giorno in cui sono arrivato all’Inter. Le vittorie ci hanno dato maggiore consapevolezza di lavorare ancora di più e limare i dettagli, penso che siamo migliorati in questo. Da parte di tutta la squadra c’è la voglia di migliorarsi e sacrificarsi, di saper vincere le partite. A volte non serve giocare bene o fare semplicemente quello che chiede l’allenatore, ma bisogna saper leggere e capire la partita. Il nostro gruppo è forte, solido e compatto».