Spagna-Italia (2-1): analisi tattica e considerazioni

0

Sarà la Spagna ad affrontare la Croazia nella finale della Nations League in virtù del successo sull’Italia in una partita intensa di cui a breve andremo a svolgere l’analisi tattica. Le Furie Rosse impongono il proprio ritmi fin dai primissimi istanti, portandosi immediatamente in vantaggio con Yéremy Pino dopo appena 3 minuti. Dopo lo sbandamento iniziale, però, gli Azzurri si riprendono, trovando importanti controffensive e agguantando il pareggio grazie ad Immobile, impeccabile dal dischetto. Nella ripresa, poi, si assiste quasi esclusivamente ad un monologo della squadra di Luis de la Fuente, che spinge e assedia fino a trovare la rete decisiva del neoentrato Joselu al minuto 88. Questo è in estrema sintesi il succo della semifinale tra Spagna e Italia: andiamo ora a sviscerarne i contenuti dal punto di vista dell’analisi tattica. Partiamo come sempre dalla presentazione delle formazioni.

Gli iberici scendono in campo col 4-2-3-1, con Simón tra i pali, linea difensiva composta dalla coppia centrale Laporte-Le Normand e gli esterni bassi Jordi Alba e Navas. A protezione della retroguardia vengono disposti Rodri e Merino, mentre il tridente formato da Pino, Gavi e Rodrigo supporta l’unica punta Morata.

Mancini rispolvera, invece, il 3-5-2. Davanti a Donnarumma giocano Bonucci e i due braccetti Acerbi e Toloi. I quinti a tutta fascia sono Spinazzola e Di Lorenzo, mentre la cabina di regia è affidata a Jorginho, supportato ai lati dalle mezz’alti Frattesi e Barella. In attacco, c’è Zaniolo a fare da spalla a Ciro Immobile.

Analisi tattica Spagna-Italia, primo tempo: partenza sprint iberica, ma gli Azzurri rispondono

Il principio di questa analisi tattica di Spagna-Italia ci presenta due squadre che approcciano in modo molto diverso. Gli uomini di Mancini partono un po’ troppo compassati, considerando soprattutto che i nostri avversari, invece, senza troppe velleità, vengono a prenderci alti e ci aggrediscono in maniera furente. Una eccessiva mollezza, insomma, che paghiamo subito cara. Al minuto 3, Bonucci gestisce in maniera orrenda il pallone e si fa scippare da Yéremy Pino. Il classe 2002, senza indugiare, rimane lucido e spiazza Donnarumma, portando in vantaggio le Furie Rosse.

Spagna-Italia (2-1): analisi tattica e considerazioni

Il pressing della formazione iberica sarà una costante della sfida e procurerà le occasioni più pericolose della prima frazione. I quattro giocatori offensivi prendono a uomo Jorginho e i tre centrali, cercando di soffocare qualsiasi nostro tentativo di costruzione dal basso. Tuttavia, il baricentro molto sbilanciato in avanti, con la difesa altissima, espone la Spagna a subire le ripartenze azzurre. L’Italia cerca di mettere in difficoltà l’avversaria dapprima facendo valere l’ampiezza e la propria superiorità numerica a centrocampo.

Il lato forte del nostro attacco è come sempre quello sinistro, dove Spinazzola si alza, accompagnato da Barella. La posizione aperta del centrocampista interista, con Rodrigo che prende Acerbi, costringe Rodri ad abbandonare la posizione centrale. Questo crea uno spazio interessante dove Zaniolo può ricevere palla e dare sbocco alla nostra manovra, altrimenti troppo stagnante nella ricerca immediata delle punte attraverso il lancio lungo.

Ancora, la Spagna mette in luce un’altra pesante lacuna difensiva, notevolmente accentuata dall’avanzatissima posizione della linea: la lentezza dei propri centrali. Ed è qui che l’Italia costruisce la sua forza, con l’attacco della profondità tra terzino e centrale con le incursioni di Frattesi o dello stesso Zaniolo, la cui conclusione di dubbia destinazione al minuto 11 viene parata da Le Normand, con conseguente calcio di rigore. Dal dischetto Immobile non fallisce e riporta il punteggio in parità.

Spagna-Italia (2-1): analisi tattica e considerazioni

Analisi tattica Spagna-Italia: permane l’equilibrio fino alla fine della prima frazione

La Spagna prosegue chiaramente il proprio piano, cioè quello di fare la partita mantenendo il pallino del gioco. Il largo possesso iberico è però anche una conseguenza della buona occupazione del campo da parte dell’Italia, che si difende ordinata e limita le conclusioni verso la propria porta. Le mezz’ali sostengono i quinti nelle chiusure esterne, soprattutto sulla parte destra delle Furie Rosse, dove Navas spinge molto. A sinistra, invece, Pino vuole ricevere dentro al campo e anche Jordi Alba stringe la propria posizione, agendo quasi da mezz’ala

Anche la Spagna, allora, per guadagnare davvero campo, deve andare in verticale, o appoggiandosi addosso a Morata, che viene molto incontro, portando fuori Bonucci, oppure trovando tra le linee Gavi, sempre bravo a galleggiare alle spalle del nostro centrocampo. Gli Azzurri trovano, invece, il proprio punto di riferimento in Zaniolo, che svaria su tutto il fronte e fa valere il fisico e la tecnica per difendere palla e far salire la squadra. Come il punteggio, anche l’analisi tattica di Spagna-Italia della prima frazione si conclude con un sostanziale equilibrio.

Spagna-Italia (2-1): analisi tattica e considerazioni

Analisi tattica Spagna-Italia, secondo tempo: il monologo rosso trova compimento negli scampoli finali

La ripresa prende avvio subito con nuovi innesti. Mancini manda dentro Dimarco e Darmian per Spinazzola e Bonucci. De la Fuente risponde con Asensio per Rodrigo. Dal punto di vista degli schieramenti non cambia nulla, così come non varia il copione dell’analisi tattica di questa semifinale tra Spagna e Italia. Anzi, gli iberici aumentano ulteriormente il volume del proprio gioco, assediando la nostra metà campo e confinandoci nella trequarti difensiva.

I due terzini salgono, mentre gli esterni alti vengono dentro al campo. Merino, a differenza del primo tempo in cui agiva da secondo play in linea con Rodri, si sgancia in avanti, liberando il regista del City dalla marcatura di Frattesi, ora costretto ad occuparsi di lui. Il centrocampista di Guardiola domina nelle due fasi, toccando tanti palloni e gestendo il ritmo. Tra le linee, invece, i trequartisti ricercano continuamente combinazioni veloci per penetrare nel muro azzurro.

Faticando ad uscire appoggiandoci alle punte (sopraffatte dalla fisicità di Laporte e Le Normand), Mancini decide di intervenire con un doppio cambio all’ora di gioco. Entrano Chiesa e Cristante, escono Immobile e Jorginho. Alla lunga, però, la mossa del nostro commissario tecnico non sortisce effetti, perché lo juventino non incide, non trovando la posizione per mettersi in partita. Pochi minuti dopo, anche De la Fuente torna a far ricorso agli uomini dalla panchina, con Canales che prende il posto di Gavi.

Mentre tra gli Azzurri aleggiano imprecisione e stanchezza, gli iberici rinfoltiscono il proprio arsenale offensivo nell’ultimo quarto d’ora. Fabián Ruiz e Ansu Fati rilevano Merino e Pino, mentre Verratti dà riposo ad uno stanco Frattesi. Al minuto 83, la Spagna cala la carta vincente. Joselu entra al posto di Morata e appena 5 minuti dopo, al primo pallone toccato, aggiusta una conclusione di Rodri, già deviata due volte, mandando il pallone alle spalle di Donnarumma. Le Furie Rosse sono di nuovo in vantaggio e approdano alla finale di Nations League.

Spagna-Italia (2-1): analisi tattica e considerazioni

Le considerazioni finali di Spagna-Italia

Spagna e Italia hanno regalato una gara molto intensa, con qualche errore di troppo, certo, ma comunque viva, in cui ad avere la meglio è stata la voglia degli iberici di portare a casa il risultato, di fare propria la partita, come mostrato nel corso della nostra analisi tattica. Gli Azzurri, che ora sfideranno l’Olanda nella finale per il 3° e 4° posto domenica pomeriggio, pagano un approccio iniziale sbagliato. Nonostante la buona reazione, nel secondo tempo sono venute definitivamente meno le energie e abbiamo subito il dominio degli spagnoli.

Anch’essi stanno vivendo una fase di profonda transizione e sono ancora lontani dai fasti di un tempo, ma comunque hanno messo in campo la consueta determinazione e quella filosofia che li contraddistingue. E sempre li contraddistinguerà. A differenza nostra che abbiamo inseguito a lungo questo modello di calcio, ma da un po’ di tempo ormai ne abbiamo smarrito le tracce.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui