SPAL-Inter (0-4): analisi tattica e considerazioni

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SPAL-Inter 0-4. Guardando al risultato si potrebbe pensare di aver assistito ad un dominio totale da parte degli ospiti. In realtà, nella prima frazione di gioco i ferraresi hanno lottato a testa alta, cedendo solo nel secondo tempo.

Tatticamente, classico 4-4-2 per i padroni di casa, con la coppia Cerri-Petagna davanti.

La squadra meneghina, invece, si affida al modulo 3-4-1-2, con Ranocchia in difesa, Biraghi sulla fascia sinistra e, sopratutto, Eriksen sulla trequarti, alle spalle della coppia Sanchez-Lautaro (Lukaku ancora out per infortunio, come anticipato da Conte in conferenza).

Primo tempo: gara equilibrata, la sblocca Candreva

In avvio di gara appare chiara la manovra tipo neroazzurra: impostazione da dietro a cercare Eriksen, il quale distribuisce sapientemente sulle corsie esterne (preferibilmente a destra). Con la palla tra i piedi di uno dei due laterali, almeno quattro elementi vanno ad attaccare la profondità. La manovra si erge dunque sulla ricerca del bistrattato ex Spurs ma anche sugli spunti di Sanchez, vera mina vagante del reparto offensivo neroazzurro. L’occasione migliore ad inizio gara è però frutto di una conclusione da fuori di Brozovic che scalfisce il palo alla destra di Letica.

Il gioco di Di Biagio sembra invece basarsi su un unico dettame: palla lunga a cercare Petagna, che funge da riferimento per tutta la squadra. Sarà proprio l’ex rossonero a confezionare la più ghiotta occasione nel primo tempo: ricevuta palla in area spalle alla porta, riesce a girarsi e a scagliare un tiro che si stampa sulla traversa (aiutato da una leggera deviazione).

L’Inter ci prova con tantissimi cross ma l’assenza di Lukaku in area si fa sentire. La rete del vantaggio, infatti, nasce non da un traversone bensì da una bella azione collettiva che porta al tiro Candreva, il quale non può fallire. Saranno proprio queste trame di gioco ad essere più sfruttate nella ripresa e decisive per il rotondo successo.

Nel finale di tempo episodio controverso: Sferrazza in area di rigore impatta contro Handanovic. Le immagini non chiariscono del tutto i dubbi ma l’interpretazione dell’arbitro Giua è evidente: il giocatore della SPAL calcia prima del contatto e dunque non ci sono gli estremi per concedere il penalty.

Secondo tempo: l’Inter sale in cattedra

Nella ripresa la SPAL cede e l’Inter non si fa pregare: ancora una bella azione corale porta al tiro Biraghi, che raddoppia. Lo stesso esterno si traveste da assist-man per la testa di Sanchez: gli sforzi sui cross operati da inizio match sono stati ripagati. Sullo 0-3, Conte comincia ad effettuare diversi cambi: l’ingresso di Young è decisivo per la quarta rete. L’ex United serve rasoterra un pallone che Gagliardini non può che spingere in rete e chiudere definitivamente la pratica. Nella parte finale Eriksen prova a mettere il marchio sulla sfida ma non timbra il cartellino: prova comunque sufficiente per l’osservato speciale.

SPAL-Inter: le considerazioni finali

Alla vigilia l’Inter partiva con i favori del pronostico e questo è stato ampiamente rispettato. Globalmente, sono arrivate due reti frutto di belle giocate di gruppo e altrettante grazie a inserimenti su cross o passaggi laterali. Nelle reti di ieri, in sostanza, c’è tutto ciò che vuole Conte.

Per Di Biagio altra serata storta: la retrocessione è ormai solo questione di aritmetica ma bisogna riconoscere che perlomeno i primi 45 minuti sono stati dignitosi, proprio come richiedeva in conferenza stampa.

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