Lo Spezia non riesce a giocare lo scherzo di Carnevale alla Juventus nella sfida domenicale delle 18:00 della 23^ giornata di Serie A. Allo “Stadio Alberto Picco” la squadra di Allegri riesce ad avere la meglio, ma con davvero tante difficoltà. Decisive le reti, una per tempo, di Kean al minuto 32 e del subentrato Di Maria al 66°. I piemontesi centrano così il terzo successo consecutivo in campionato, riscattando il beffardo pareggio in Europa League col Nantes. Per i padroni di casa, invece, l’ottima prestazione non basta per ritrovare tranquillità e allontanarsi dalla zona rovente della classifica. Andiamo a vedere più nel dettaglio quali sono i fattori che hanno determinato la sofferta vittoria della Juventus su un positivo Spezia attraverso la nostra analisi tattica. Cominciamo, come sempre, dalla presentazione delle due formazioni.
La prima importante novità da sottolineare in questa analisi tattica riguarda l’assetto predisposto dallo Spezia per sorprendere la Juventus. Nella prima post-Gotti, Sergio Spalla opta per un 4-2-3-1. Tra i pali c’è ovviamente Drągowski, mentre la linea difensiva è composta dai terzini Reca e Amian e dalla coppia centrale con Ampadu e Nikolaou. La cerniera di centrocampo è composta da Bourabia ed Ekdal. Davanti, l’unica punta è Shomurodov, supportato alle spalle dal tridente Gyasi, Agudelo e Verde.
La Vecchia Signora risponde, invece, col 3-5-2. Nel pacchetto arretrato, Perin in porta e Rugani al centro della difesa sostituiscono Szczęsny e Bremer. Confermati i braccetti Danilo e Alex Sandro. In mezzo al campo, agisce Locatelli, con Rabiot e Paredes ai suoi lati. Cuadrado e Kostić galoppano sugli esterni. In attacco, la scelta ricade sulle due pesanti Kean e Vlahović.
Primo tempo: un ottimo avvio dello Spezia mette in difficoltà la Juventus
All’inizio di questa analisi tattica, dobbiamo sottolineare come l’assetto innovativo dello Spezia riesca a sorprendere la Juventus. Attendendosi un 3-5-2, gli uomini di Allegri si ritrovano a fare i conti con una squadra aggressiva in fase di non possesso e propositiva quando manovra. I quattro giocatori offensivi consentono ai liguri di portare una pressione uomo su uomo sulla prima impostazione dei piemontesi. Agudelo si occupa stabilmente di Locatelli, mentre Shomurodov e i due esterni alti prendono in consegna i tre difensori.
In fase d’attacco, invece, gli uomini di Spalla riescono a trovare grande fluidità. Gyasi e Verde si posizionano nei corridoi intermedi, costringendo le mezz’ali juventine a stringere e rimanere basse. Così facendo, si crea spazio sulle fasce, in particolare quella sinistra, dove Reca spinge con grande continuità e crea parecchi grattacapi a un Cuadrado piuttosto timido. Il baricentro schiacciato della squadra di Allegri lascia campo anche nella fascia centrale della trequarti, dove Bourabia può agire quasi indisturbato da playmaker avanzato. Il franco-marocchino, infatti, alza il proprio raggio d’azione rispetto a Ekdal, che funge invece da costruttore basso in mezzo ai due difensori centrali.
Col pressing e con una manovra propositiva, lo Spezia ha per lunghi tratti il sopravvento e il dominio del gioco, ma ha l’unico difetto di peccare in cattiveria per concretizzare quanto prodotto.
Analisi tattica Spezia-Juventus: gli ospiti impiegano un po’ di tempo per ingranare
Come vi dicevamo poc’anzi, la Juventus non riesce da subito a trovare le contromisure ad uno Spezia molto ben messo in campo, come visto fino a questo punto dell’analisi tattica. La più grande difficoltà per la squadra di Allegri è quella di muovere con fluidità il pallone. Operazione resa particolarmente complessa dall’aggressività degli avversari, che toglie tranquillità e affretta le giocate. L’unica soluzione per trovare un’uscita più o meno pulita è quella di andare direttamente sulle punte. Vlahović viene incontro, mentre Kean attacca la profondità. La qualità degli appoggi non è sempre ottimale e la stretta marcatura dei due centrali spezzini rende complicato lavorare il pallone.
La Juventus ha dunque bisogno di qualcosa di diverso, che sparigli le carte e mandi, a sua volta, in confusione lo Spezia. La contromossa della Vecchia Signora verte sul liberare spazio per i propri esterni, praticamente impalpabili nei primi 20 minuti. Per far ciò, è necessario creare dei diversivi che scardinino la pressione ligure. A turno, due centrocampisti si alzano, mentre l’altro va ad occupare la posizione di braccetto di sinistra. Questo perché è Alex Sandro che avanza per fungere da playmaker. Quasi sempre è Locatelli ad arretrare, costringendo Verde a seguire il terzino brasiliano. Rabiot effettua tagli profondi dentro al campo che attirano l’attenzione di Bourabia.
A questo punto, si crea superiorità numerica sulla sinistra, sull’asse Paredes-Kostić. È proprio da qui che, al minuto 32, ha origine l’azione del gol del vantaggio. Cross del serbo e girata sporca, ma beffarda di Kean che supera Marchetti, entrato al 25° al posto dell’infortunato Drągowski.
L’1-0 non semplifica comunque le cose agli ospiti, che continuano a gestire male il pallone a causa di continui errori tecnici, anche non forzati.
Secondo tempo: nonostante la sofferenza, la Juventus trova il raddoppio
Nella ripresa, il canovaccio dell’analisi tattica di Spezia-Juventus non cambia. Si assiste ancora ad un monologo bianconero, sponda spezzina. Eppure Allegri decide di cambiare il blocco di destra del proprio centrocampo, inserendo Fagioli e De Sciglio per Paredes e Cuadrado. La mossa è dettata chiaramente dal trovare un argine contro la sofferenza su quel lato. Tuttavia, le cose non migliorano, anzi. I padroni di casa continuano a macinare azioni sulla corsia mancina. Gyasi viene molto dentro al campo, lasciando spazio alle discese di Reca, sul quale lo stesso Fagioli è spesso in ritardo nelle chiusure.
Lo Spezia carica a testa bassa, costringendo la Juventus a rintanarsi negli ultimi 16 metri senza alcuna via d’uscita. Pe rompere la pressione ligure e far respirare i suoi, il tecnico livornese è costretto a mandare dentro Di Maria al posto di Kean. Spalla risponde, invece, con un cambio offensivo che porta all’ingresso di Nzola per Agudelo e passaggio a un 4-4-2 a trazione decisamente anteriore.
L’ingresso in campo del Fideo, però, rappresenta una minaccia, dato che riesce a ricevere palla tra le linee per poi inventare con la sua immensa qualità. Oppure, come accade al minuto 66, è lui stesso a trovare la conclusione vincente con un chirurgico diagonale mancino. Il raddoppio infonde un po’ più di sicurezza nei piemontesi, che individuano in Rabiot, invertitosi di posizione con Fagioli, l’argine all’emorragia sul proprio lato destro difensivo. Il francese, infatti, ha una facilità di corsa differente che gli consente di scivolare esternamente e accorciare con minor tempo su Reca.
Le mosse tattiche degli ultimi 10 minuti
Sotto di due reti, lo Spezia si affida ancora alle forze fresche dalla panchina per ritrovare un minimo di fiducia. Al minuto 79, è il momento di Maldini e Caldara, che rilevano Verde ed Ekdal. Il classe 2001 si colloca sulla sinistra, con conseguente passaggio a destra di Gyasi. L’ex Atalanta, invece, si piazza al centro della difesa, traslocando Ampadu più avanti, nella posizione di centrocampista.
Allegri risponde prima con Iling per Kostić, poi, nei minuti di recupero, manda dentro anche Bonucci in luogo di Vlahović. Il rientrante difensore bianconero, però, va anch’egli ad occupare l’insolito ruolo in mediana, mentre Fagioli si alza a fare la seconda punta alle spalle di Di Maria. Alla fine, grazie anche ad un superbo Perin, gli ospiti riescono a portare a casa la vittoria e a mantenere inviolata la propria porta.
Analisi tattica Spezia-Juventus: le considerazioni finali
Ai padroni di casa, purtroppo, non basta una prestazione davvero convincente sul piano della voglia per accaparrarsi qualche punto importante. La squadra spezzina avrebbe sicuramente meritato qualcosina di più per quanto fatto vedere e prodotto. È mancato davvero solo il gol: l’assenza dall’inizio di un centravanti di peso come Nzola si è avvertita e parecchio. Shomurodov e Gyasi garantiscono presenza, ma in area di rigore non hanno quel killer instinct e quella giusta cattiveria per concretizzare i numerosissimi palloni fatti piovere dentro. La situazione in classifica rimane ancora molto precaria, ma il 4-2-3-1 può rappresentare l’alternativa valida per uscire dalla crisi e iniziare a trovare risultati.
Quanto agli ospiti, la terza vittoria consecutiva consente loro di salire al settimo posto, lasciando apertissima la speranza di poter conquistare la zona-Europa. Sul piano della prestazione, invece, come sempre, c’è, in mezzo a flebili luci, ancora qualche ombra. Tra queste, configura sicuramente Paredes, la cui partita dura appena 45 minuti ed è costellata di tanti palloni sbagliati e giocate rivedibili e inefficaci. Note liete, invece, arrivano da Kean, che riesce a sfruttare la sua occasione per mettere a tacere le critiche dell’ultimo periodo. Sul risultato, poi, ha anche notevole merito Mattia Perin, sempre perfetto e determinante quando viene chiamato in causa. Molto più che un semplice secondo portiere.