Affrontiamo l’analisi tattica di Spezia-Milan fotografando il momento particolarmente delicato che le due squadre stanno passando.
Lo Spezia, dopo aver viaggiato sopra la zona retrocessione per buona parte del campionate, nelle ultime 5 giornate ha conquistato un solo punto pareggiando con la Sampdoria ultima in classifica. Questo ha portato la squadra ligure al terz’ultimo posto in classifica a tre punti dal posto salvezza occupato ora dal Verona. Oggi ha dovuto fare a meno di due giocatori importanti per il suo modo di giocare: Agudelo, il centrocampista spesso vertice alto del suo centrocampo in fase di costruzione e Bastoni giocatore autore di due goal e cinque assist fin qui in una annata spesso tormentata da infortuni.
Momento non semplice anche per il Milan dopo la sconfitta di Champions League in casa contro l’Inter ma soprattutto per effetto dei diversi infortuni di uomini chiave nel momento cruciale della stagione. Bennacer, Leao, Krunic, Messias oltre allo squalificato Thiaw. Non può certo ragionare molto su rotazioni e turni di riposo. Il Milan deve recuperare posizioni in campionato. Attualmente la zona Champions League si trova a tre punti, occupata sempre dalla rivale di sempre, l’Inter.
Analisi tattica Spezia-Milan, primo tempo: Milan bloccato, poche occasioni da goal
Cambia il modulo Semplici, abbandona il 4-3-3 visto nelle ultime partite e si affida al 3-5-2 scegliendo Ampadu, Wisniewski e Nikolaou a comporre la linea difensiva, mentre per l’attacco spazio a Nzola con al fianco Gyasi.
Pioli sceglie il duttile 4-2-3-1 scegliendo Saelemaekers a destra, Díaz e Origi a sinistra dietro l’unica punta Rebic. C’è la voglia di sperimentare un assetto diverso rispetto al derby di Champions e non solo per cause di forza maggiore. Questa squadra potrebbe ricalcare, a grandi linee e salvo recuperi insperati, la squadra che contenderà all’Inter l’accesso alla finale di Champions League.
Il centrocampo a cinque dello Spezia pressa i tre giocatori che giocano dietro le punte dei rossoneri. Il recupero palla dovrebbe poi favorire il ribaltamento verso Nzola e Gyasi.
Sulla fascia sinistra dell’attacco del Milan agisce Origi in stile Leao; cerca lo spazio e l’affondo. Ma i giocatori in appoggio, Tonali e Hernández, sono troppo timidi. Meglio quando si accentrano cercando spazi per il tiro, come nell’episodio del palo di Tonali. Nei momenti in cui Origi stringe verso il centro lo spazio non sempre lo spazio che si viene a creare viene sfruttato dai milanisti. Ma quando Hernández trova il tempo giusto il Milan è sempre pericoloso.
Nella fase di attacco dello Spezia è Gyasi a venire a cercare il pallone e il dialogo con i centrocampisti, Nzola attacca la profondità sempre appoggiato nell’attacco dell’area dai centrocampisti Ekdal, Reca e Bourabia. Nella prima metà del primo tempo i centrali milanisti, soprattutto Tomori, sono sempre attenti, ben coperti da Tonali e Pobega.
Diaz trequartista più centrale, Saelemaekers a sinistra, Origi dietro le punte. Nel primo tempo le soluzioni pensate da Pioli non hanno funzionato. E non per colpa del tecnico.
Le poche occasioni sono venute da giocate estemporanee dei singoli. Bene la difesa, bene Tonali meno disciplinato Pobega che però ha osato di più rispetto ai compagni di reparto. Saelemaekers non si è mai fatto trovare smarcato, in più ha trovato difficoltà a coprire la fascia in fase di non possesso. L’apporto di Diaz è stato poco incisivo.
Primo tempo attento e solido dello Spezia che concede poco ma non è molto propositivo e aggressivo nel centrocampo. Basta una contrapposizione posizionale dei giocatori spezzini per bloccare le azioni del Milan. Un pari che non serve a nessuno. Ci si aspetta di più nella ripresa.
Analisi tattica Spezia-Milan, secondo tempo: uno-due Spezia, Milan ko
L’analisi tattica di Spezia Milan non potrà cambiare se non cambierà l’atteggiamento delle squadre in campo. Ci sono le palle inattive, sempre più importanti nelle occasioni come questa, in cui la partita è bloccata.
Parte meglio lo Spezia che accompagna l’attacco con molti uomini ed è più deciso nel riattacco della palla appena persa.
Eppure, a sprazzi, il Milan riesce a pungere: quando riesce a creare superiorità numerica sulla fascia a sinistra con Hernández e Origi o sulla destra con Tonali e soprattutto Diaz. Ma non riesce a dare continuità al gioco per l’efficacia del lavoro di aggressione dello Spezia. Al 64′ cambio per tutti e i due tecnici: per lo Spezia entra Zurkowski esce Bourabia. Non cambia nulla dal punto di vista tattico ma Bourabia aveva speso molto e il nuovo entrato prosegue sul suo solco.. Per il Milan entra De Ketelaere per Saelemaekers mai incisivo. Cerca spunto lo Pioli. Il secondo cambio, Ballo-Touré per Hernández è per dare riposo a un giocatore che sarà sicuramente fondamentale.
Pioli prova poi al 70′ a dare più peso all’attacco del Milan: Giroud per un Rebic negativo e Adli per Diaz. Il tecnico prova a vincerla affiancando Origi a Giroud. Ci saranno più palle lunghe per le punte per cercare la pericolosità con gli inserimenti e le seconde palle.
Lo Spezia la sblocca al 75′ con un tocco sotto porta di Wisniewski da azione di calcio d’angolo. Premiato il coraggio dello Spezia di attaccare con più uomini l’area di rigore del Milan. All’83 Tomori commette fallo al limite dell’area. Nell’occasione si infortuna e lascia il campo a Calabria. Dalla punizione, calciata magistralmente da Esposito, all’86’ nasce il goal che chiude l’incontro. In pieno recupero Kovalenko prende il posto di Gyasi.
La considerazioni finali
L’analisi tattica di Spezia Milan segnala uno Spezia ancora vivo. Oggi Semplici ha adattato il suo schema tattico per adattarlo alle caratteristiche degli avversari. Ha avuto ragione. Il centrocampo a cinque è servito sia per creare più pressione sui centrocampisti del Milan ma anche per fornire aiuto alla difesa, quasi mai messa in difficoltà, senza rinunciare mai ad appoggiare le azioni offensive. Una squadra compatta, viva che potrà lottare fino alla fine per la salvezza. Oggi ha avuto anche la sorte dalla sua parte: sempre difficile realizzare goal su azione, è riuscita a concretizzare le occasioni da palla inattiva che le sono capitate.
Il Milan non è riuscito a sviluppare il suo gioco, non è mai riuscito a creare superiorità numerica sugli esterni, non è riuscito, con il fraseggio a centrocampo, a trovare l’imbucata per gli attaccanti.
Ci vuole ben altro per conquistare un posto nella prossima Champions League, ci vuole ben altro per tentare una rimonta contro l’Inter nella semifinale di martedì.