E’ una decisione dura e decisa quella presa da Regione Lombardia nella serata di ieri, venerdì 16 ottobre 2020. E’ stato dichiarato lo stop ufficiale delle competizioni per tutti gli sport di contatto dilettantistici.
Questa la nota comparsa sul sito ufficiale della Regione: “Sono sospese tutte le gare, le competizioni e le altre attività, anche di allenamento, degli sport di contatto, svolti a livello regionale o locale -sia agonistico che di base- dalle associazioni e società dilettantistiche.”
Dopo il divieto nazionale di effettuare attività sportive amatoriali, imposto nella giornata di mercoledì 14 Ottobre, è arrivata la doccia fredda anche per calciatori e Club dilettantistici. Nonostante le premesse e le promesse di inizio anno sportivo, l’incremento dei contagi ha stravolto tutti i piani operativi ed ha obbligato l’imposizione di un blocco totale.
La situazione in Lombardia e i provvedimenti attuati
Le misure sottoscritte dal Presidente Attilio Fontana resteranno in vigore a partire da oggi (17/10) e saranno valide fino al giorno 6 Novembre. Campionati sospesi, dalla Terza Categoria all’Eccellenza, allenamenti vietati ed escluse altre ed eventuali attività.
La commissione che ha varato queste norme anti-Covid, s’è riunita nella serata di ieri ed, in accordo con i Comuni ed i distretti interregionali, ha deciso di adottare una linea di comportamento ferrea. La Lombardia, infatti, stanti i dati attuali, ha tristemente constatato un picco di contagi ed ha registrato la riapertura dei reparti d’urgenza negli ospedali maggiori.
Dati i positivi registrati nelle ultime 24 ore (2.419), CTS e Governo, coordinati, hanno predisposto che ogni Regione potesse e dovesse “correre ai ripari”.
Cosa causa la sospensione delle attività degli sport di contatto dilettantistici
Sicuramente la delibera, resa pubblica in tarda serata, è stata accolta con malumore dai diretti interessati. Nonostante la decisione fosse stata già ventilata a partire dal tardo pomeriggio di ieri, tutte le società del territorio hanno ricevuto tale conferma come un colpo basso.
L’ordinanza, infatti, non si limita al mondo del pallone, bensì coinvolge tutti i tipi di sport di contatto dilettantistici: dal basket alla pallavolo, dalla pallanuoto al rugby, passando per le arti marziali.
Dopo lo stop causato dal lockdown della primavera appena trascorsa, la voglia di riprendere a vivere era stata frenetica e contagiosa. Ebbene sì, vivere. Non conta, infatti, essere professionisti. Qualsiasi sportivo, sia esso amatoriale o dilettantistico, ha voluto fortemente tornare a svolgere ciò che più lo appassiona e lo “tiene in vita”.
Nonostante la paura e l’incombente ombra del Covid gravassero sulla testa di tutti gli atleti, la volontà di praticare attività fisica e di trascorrere del tempo con i compagni di squadra è stata più forte di qualsiasi altra ragione. Forse è stata questa una delle debolezze più grandi, se così può essere definita.
La totale interruzione delle discipline da contatto ha gettato nello sconforto giocatori e dirigenti, attori protagonisti dei divertimenti più disparati. I proprietari che, nonostante le difficoltà appena superate, avevano deciso di investire ancora nel mondo dello sport ora sono stati messi in ginocchio, per l’ennesima volta.
Uno sguardo al futuro, con la voglia di rinascere
Il calcio è, tra gli sport da contatto, quello più seguito e praticato, quello più tenuto in considerazione. Essendo ogni giorno sotto i riflettori della stampa e dei media, forse sarà quello che si rialzerà più velocemente. Diversa la situazione, invece, relativa alle discipline “di nicchia”.
Alla base delle interruzioni bisogna ammettere che ci sia un fondamento scientifico e di salvaguardia della salute pubblica. Le gare e gli allenamenti sono stati svolti, da inizio stagione, senza effettuare tamponi e senza conoscere le reali condizioni dei compagni ed avversari che ci si sarebbe trovati ad incontrare. Inevitabile, dunque, un incremento dei contagi e delle positività ed il quasi obbligo d’intraprendere una strada già percorsa nei mesi passati.
La chiosa finale, come riflessione relativa alle “altre” numerose attività dilettantistiche, arriva direttamente da un post su Facebook, pubblicato poche ore fa da una delle voci di DAZN relative alle arti marziali. Con una considerazione concisa ma significativa, Giacomo Brunelli ha espresso il proprio pensiero: “In Lombardia niente sport da contatto, l’ordinanza ha parlato. Potrebbe essere il colpo di grazia per tante palestre già in ginocchio. Solidarietà a tutti coloro che lavorano nel settore, anche se in questo momento la solidarietà è perfettamente inutile.”
Amarezza e sconforto, empatia e vicinanza. Il Covid-19 ha già scosso fortemente le nostre vite e le molteplici realtà regionali. Ora bisognerà soltanto avere la forza e la pazienza di fermarsi per poter ripartire ancora più forti di prima.