Oggi compie gli anni Antonio Nocerino, uno degli exploit più inattesi del calcio italiano. Dai primi passi in Campania con la maglia dell’Avellino, alla chiamata del Milan, dove ha probabilmente condotto la miglior stagione della sua carriera.
Nocerino, quella maglia in cambio di lire e limoni
È il 31 agosto 2011, ultima giornata di mercato. Il Milan di Massimiliano Allegri arriva dal diciottesimo Scudetto conquistato nella storia. È stata una sessione di ritocchi, con l’arrivo di giocatori come Aquilani, Muntari e Mexes. Con una rosa già ricca, serve un colpo ad effetto. L’idea arriva direttamente da Palermo, la risposta nell’incontrista Nocerino, oltre 100 presenze con la maglia rosanero. “Sono andato al Milan per duemila lire e una granita al limone“, lo scherzoso commento del diretto interessato in una recente intervista. Scherzi a parte, la cifra corrisposta è di 500 000 euro, un’inezia rispetto alle cifre monstre che circolano oggi.
Altro punto focale, come ricordato dallo stesso Nocerino, è stata la scelta del numero di maglia, la 22. “Mi è venuta l’idea di prenderla, a me è sempre piaciuto il 23 ma lo aveva Ambrosini, quindi scelsi il numero prima. Mi hanno sfondato solo perché avevo preso quello di Kakà. Poi dopo il gol che ho fatto contro il Palermo ho iniziato a carburare ed è andata bene“. Già, i gol. Saranno il pane quotidiano nell’annata 2011-2012, in una cooperativa con Zlatan Ibrahimovic senza precedente: sponda dello svedese, inserimento in corsa del napoletano. L’asse Svezia-Napoli è partito.
Alcuni gol sono indimenticabili nella mente dei tifosi rossoneri, come la tripletta rifilata al Parma o il gol del momentaneo vantaggio contro la Juventus, una sassata da fuori area che pietrifica Buffon. O un memorabile gol al Camp Nou, il momentaneo 1-1 nel ritorno dei quarti di finale col Barcellona. Chiude la sua prima stagione con ben 11 reti, in doppia cifra, superando il record di Romeo Benetti, ultimo mediano a segnare più gol di lui in un anno (6).
Un’eredità pesante
Il Milan cede lo scettro di Campione d’Italia alla Juventus di Antonio Conte e deve fare i conti con l’addio dei senatori: lo stesso Ibra, Thiago Silva, Seedorf, Gattuso, Nesta, Van Bommel. È la fine di un’era. Nocerino, tra le macerie del passato, eredita proprio la numero 8 dell’attuale allenatore del Napoli. Tra le tante difficoltà, i milanesi raggiungono un miracoloso terzo posto che vale la qualificazione in Champions League. Il bottino, stavolta, senza Ibrahimovic, è meno consistente ma comunque interessante: 29 apparizioni condite da due reti. Anno nuovo, maglia nuova: la prediletta stavolta è la sospirata 23, ereditata dall’addio dell’ex capitano Massimo Ambrosini: 11 le presenze e nessun gol.
Capisce, dato lo scarso impiego, che la magia è finita e che l’ambiente a Milano non è tra i migliori. Da gennaio 2014 al 2015, dunque, una sfilza di prestiti tra West Ham, Torino e Parma, dove non riesce a ritrovare lo smalto accumulato in precedenza. Nel 2016-2017 si trasferisce all’Orlando City, dove ritrova il suo amico Kakà: dopo aver segnato un gol in 52 gettoni, si svincola e torna per sei mesi nella regione natale, al Benevento. Rescinde il contratto e nel 2020, a 35 anni, si ritira dal calcio giocato. Cosa fa ora Nocerino? È tornato in Florida, come allenatore e assistente dei team Under-15 e Under-17. Magari per diventare allenatore.
Nocerino con l’Italia
Nel suo periodo più florido, tra il 2011 e il 2012 (debutto nel 2017 a parte, col Sudafrica) ha militato in Nazionale, racimolando 15 presenze, senza trovare mai la via del gol. Arriva secondo a Euro 2012, competizione in cui scende in campo per due volte da subentrante. Il ricordo più piacevole risale ai quarti di finale, contro l’Inghilterra, quando con una staffilata dalla distanza colpisce la traversa ed è uno dei rigoristi vincenti nella lotteria finale.
“Nocerino picchia duro, facci un gol”, sembra riecheggiare ancora nel San Siro vuoto l’inno dei tifosi, che ancora lo ricordano con affetto. Chissà se Ibra sarà mai passato a trovarlo, ricordando i bei tempi della cooperazione del gol.