Il paradosso della tecnologia nel calcio: il caso dell’Europeo U21

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Nel 2023 è inammissibile giocare una partita di calcio senza la tecnologia. A questo proposito c’è un passo indietro della UEFA rispetto a quelle che erano le linee guida dettate all’inizio della manifestazione che si sta giocando in questo mese di giugno: l’Europeo U21.

All’indomani della sfida tra Francia U21 e Italia U21, infatti, la Uefa ha comunicato che nel torneo saranno introdotte Var e Goal Line Technology dai quarti di finale in avanti. 

La decisione di introdurre l’utilizzo della tecnologia all’Europeo U21, che si sta disputando in Georgia e Romania, è arrivata a seguito dei molti errori dell’arbitro olandese Lindhout. 

Tecnologia e calcio: senza non si può stare (neanche all’Europeo U21)

La partita dell’Europeo U21 tra Italia e Francia è stata piena di errori arbitrali che ne hanno condizionato il risultato finale. Al triplice fischio, il risultato finale è stato di 2-1 per i transalpini, ma sull’esito hanno pesato una serie di errori a senso unico a favore di questi ultimi.

Tra questi ci sono stati un rigore non dato agli azzurri per tocco di mano di Kalulu e il gol partita di Barcola viziato da un netto fallo su Gnonto. Infine, per completare l’opera, nei minuti finali il gol del pareggio degli azzurri non è stato convalidato, nonostante la palla fosse entrata nettamente in porta, prima della respinta.

Tutto ciò, nel 2023, come è possibile? Semplicemente perché l’Europeo U21 è classificato come torneo giovanile e di conseguenza non è obbligatorio disporre di ausilio tecnologico per dirigere la partita. Questa definizione è però incredibile, dal momento che questo torneo mobilita un gran bacino di telespettatori e suscita grande interesse. Inoltre, vari giocatori che disputano il torneo hanno più di 21 anni, dunque non sono più giovanissimi e sono già affermati in grandi club (Tonali ne è l’esempio più lampante). 

Nel post-partita tra Italia e Francia, dunque, le ampie polemiche hanno portato all’introduzione dei dispositivi tecnologici dai quarti di finale del torneo. 

Ad onor di cronaca, è giusto sottolineare anche l’inadeguatezza dell’arbitraggio durante la seconda partita del girone, quella giocata tra Italia e Svizzera. In questa circostanza è stata la compagine elvetica ad essere gravemente penalizzata in un paio di circostanze dall’assenza della Var.

Tutto ciò a riprova del fatto che è sbagliato organizzare un torneo senza poter usufruire del supporto tecnologico.

Tecnologia fondamentale nel calcio per garantire la regolarità all’Europeo U21

Viviamo ormai da più di un decennio nell’era dei social, della connessione 24 ore su 24 con tutti i pro e i contro di questo. La cosa certa, dunque, è che, nel 2023, è impensabile organizzare una manifestazione sportiva senza avvalersi del supporto della tecnologia. 

L’introduzione della tecnologia nel mondo del calcio ha ormai, da 10 anni, fatto il suo ingresso sulla scena, prima con la goal line technology nel 2012, poi nel 2016 con la Var, e infine nel 2021 col fuorigioco semiautomatico. Tutto questo è sicuramente di grande aiuto, a patto che questi strumenti vengano ben utilizzati.

La decisione presa in corso d’opera, ovvero quella d’introdurre il supporto della tecnologia specifico del calcio in questo campionato Europeo U21, si potrebbe sintetizzare con un: “meglio tardi che mai”.

Al tempo stesso, però, è limitante il suo utilizzo dai quarti in poi. La domanda che è giusto porsi, quindi, è la seguente: perché i regolamenti non sono rivisti per tempo? Troppo facile chiudere la stalla una volta che i buoi sono scappati.

In gioco oltre all’Europeo di categoria anche la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi 2024

Questo torneo, oltre al titolo di Campione d’Europa, assegna dei posti anche per le Olimpiadi di Parigi 2024. Essere eliminati nelle prime fasi della manifestazione per errori dovuti all’assenza della tecnologia darebbe quindi oltremodo fastidio.

Inoltre, per la qualificazione a Parigi 2024, bisognerà stare attenti al percorso della Francia già ammessa in quanto paese ospitante e dell’Inghilterra. Gli inglesi, infatti, non possono conquistare la qualificazione in quanto ai giochi sono rappresentati come Regno Unito. Le prime due classificate accederanno al torneo olimpico e, se Francia e Inghilterra non dovessero arrivare in semifinale, ci sarebbe la finale per il terzo e quarto posto ad assegnare la terza squadra per Parigi 2024.

Se una sola tra Francia e Inghilterra dovesse approdare in semifinale, allora il calcolo delle squadre per Parigi sarebbe cosa fatta (a Parigi andrebbero le altre tre semifinaliste, ad eccezione di una delle due). Lo scenario più complicato possibile, invece, sarebbe quello di entrambe le compagini in semifinale. In questo caso, in aggiunta alle altre due semifinaliste, si qualificherebbe a Parigi2024 una squadra eliminata ai quarti, sebbene non sia stata ancora definita con certezza la modalità di scelta di quest’ultima.

Tecnologia nel calcio all’Europeo U21: quando il progresso non sembra sempre ben accetto 

L’utilizzo di strumenti tecnologici di supporto deve essere qualcosa di obbligatorio in ogni torneo. Serve attraverso la tecnologia poter rendere l’arbitro sempre più certo delle proprie decisioni. Deve essere un aiuto. 

Per alcuni arbitri ricorrere alla revisione sotto correzione dei colleghi in sala var e cambiare la propria decisione è come ammettere di aver sbagliato. In alcune situazioni limite, l’arbitro evita di andare al VAR, dicendo ai colleghi di aver valutato lui l’azione. Questo aspetto è un qualcosa che culturalmente va cambiato: dovrebbe infatti esserci sempre la possibilità di rivedere un’episodio determinante.

Ben vengano dunque l’utilizzo di strumenti come la Var, la Goal Line Tecnology e il fuorigioco semi-automatico.

Quest’ultimo, ad esempio, toglie soggettività agli uomini in sala var ed è praticamente impossibile, attraverso le linee tracciate dalla tecnologia, sbagliare. L’utilizzo corretto del fuorigioco semi-automatico infatti porta ad evitare di vedere nuovi eclatanti errori umani. Per esempio, episodi come quello del goal di Acerbi in Spezia-Lazio o quello annullato in Juventus-Salernitana, poiché non era stata considerata la posizione di Candreva.

Il paradosso della tecnologia nel calcio: il caso dell'Europeo U21

Questo dimostra che la tecnologia utilizzata nel modo corretto avrebbe impedito due macroscopici errori che, anche davanti al monitor della sala VAR, sono stati commessi dall’occhio umano.   

Levare il più possibile l’errore umano e la soggettività delle decisioni è probabilmente ciò che servirebbe, ma è quello che si vuole davvero?

Ad esempio: come è possibile che in sport come il tennis e il basket, pur essendo diversi dal calcio, ci sia la possibilità di chiamare la revisione tecnologica? Ma soprattutto: come mai questa possibilità nel mondo del pallone non c’è?

Basterebbero poche semplici mosse per dare più credibilità ed equità all’utilizzo della tecnologia eppure, per certi versi, questa volontà sembra non esserci. La sensazione da tifosi e spettatori di questo meraviglioso sport è che ci siano troppi interessi nel mezzo.

Tutto ciò porta spesso al verificarsi di situazioni dove il ricorso alla tecnologia sarebbe decisivo, sebbene questa non venga poi consultata. Questo è senza dubbio un grande limite da superare nel corso del tempo, per far sì che l’appassionato resti interessato al prodotto calcistico.

Poiché è vero che l’assenza della tecnologia sia pesante ed intollerabile, è al tempo stesso vero che, se questa è presente in un evento, molte volte non viene utilizzata dall’arbitro per cavilli di regolamento che portano comunque ad errori evidenti. Forse, sbagliare senza poter ricorrere all’uso della tecnologia (quando questa è a disposizione) è un errore ancor più grave.

Basti pensare all’episodio del fallo di mano di Fernando nell’ultima finale di Europa League. Cosa sarebbe successo con la revisione VAR a chiamata, con Taylor obbligato a rivedere al monitor l’episodio?

 

Probabilmente sarebbe cambiato l’esito della partita di Siviglia-Roma. 

Ma a chi dirige i fili del gioco, spesso sembra andar bene così. All’interno della stessa FIGC si fanno dichiarazioni molto diverse fra loro, spesso caratterizzate da parole di fuoco che, però, non risolvono il problema comunicativo che c’è tra le parti. 

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