“The untold truth”, il docufilm su Quagliarella: “Sono rinato”

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La giornata di ieri è stata molto importante per l’attaccante della Sampdoria Fabio Quagliarella che ha presentato il suo docufilm “Quagliarella – The untold Truth“. Il documentario racconta tutta la vita del centravanti, dai suoi gol al processo penale che ha portato all’arresto di un funzionario delle forze dell’ordine per stalking.

La storia di Fabio Quagliarella raccontata nel docufilm è appassionante e avvincente. Aveva realizzato il sogno di giocare con la maglia del Napoli, la sua squadra, ma dopo una sola stagione ha dovuto dire addio per approdare alla corte bianconera a causa di quello che poi venne a sapersi di un’azione di vero e proprio stalking ai suoi danni.

Docufilm Quagliarella: la presentazione

Il docufilm dell’attaccante di Castellammare è stato presentato ieri nella città di Genova dove da anni vive. Precisamente la presentazione ha avuto luogo nella Sala Grecale dei magazzini del cotone. A presenziare c’era tutta la sua squadra oltre ad altri calciatori amici di Quagliarella, tra cui anche Leonardo Bonucci. I due hanno giocato insieme sia in nazionale che alla Juventus.

La storia racconta quindi del terribile periodo vissuto da Quagliarella e la sua famiglia. Lo stalker li ha costretti a cambiare aria e trasferirsi a Torino. Inizialmente il centravanti non aveva lanciato nessuna dichiarazione in merito causando l’ira dei napoletani che non hanno mai accettato il suo trasferimento ai nemici della Juve, salvo poi chiedere scusa al momento della verità.

"The untold truth", il docufilm su Quagliarella: "Sono rinato"

“In tanti non avevano capito la mia partenza da Napoli”

Queste le parole di Fabio Quagliarella a Sky Sport tra le lacrime della commozione e della liberazione di un periodo buio: “Da quando c’è stata la sentenza è cambiato tutto, posso vivere la quotidianità che mi era stata tolta e sono libero di testa. Potevo a quel punto allenarmi spensierato e pensare solo al calcio e a fare gol, cose che prima non potevo. Dovevo pensare anche a quello che poteva succedermi fuori dal campo. Da quel momento sono rinato io e anche la mia famiglia.

In tanti non avevano capito la partenza da Napoli, ma dopo la sentenza ho avvertito dalla mia gente e dai napoletani un affetto grandissimo. Ci sono persone che adesso mi abbracciano, alcuni mi chiedono scusa ma io rispondo che nessuno deve chiedermi scusa, perché nessuno sapeva niente”.

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