Tifosi e Super League: il lato romantico del calcio

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la pandemia ha stravolto il calcio

Le ultime settimane, per la comunità del pallone, sono state piene di colpi di scena e di stravolgimenti. Prima l’annuncio della nascita della nuova Super League; poi il ritiro dei club inglesi e di alcune compagini spagnole ed italiane; infine la messa in stand-by dell’intero progetto. Per tutti gli amanti del calcio, l’ultimo mese è stato frenetico e stravolgente. Il rapporto tra tifosi e Super League è stato, fin da subito, assai travagliato.

Il format del torneo e le sue falle

Il nuovo torneo ha fatto storcere il naso a gran parte dei fan. Il format, del resto, ci induce ad una particolare riflessione. Venti sono le partecipanti teoriche, quindici delle quali già stabilite e soltanto cinque assegnate in base ad un merito sportivo discutibile. Le compagini sarebbero divise in due gironi da 10 squadre l’uno, per poter garantire ad ognuna la disputa di almeno 18 match. Infatti, le gare minime sarebbero divise tre le 9 partite giocate in casa e le 9 in trasferta. 

Indubbiamente già ad una prima occhiata, queste particolarità fanno emergere evidenti falle organizzative. In primo luogo: perché le quindici predilette non possono retrocedere? Unicamente perché hanno più tifosi ed un budget di spesa più elevato rispetto alle altre? E poi, dato che i posti vacanti sarebbero soltanto cinque, com’è possibile che la meritocrazia venga rispettata? Sarebbe questo, infatti, un merito parziale e molto limitato, con formazioni magari degne di partecipare ma escluse per non voler estromettere le 15 fondatrici.

Tifosi e Super League: il lato romantico del calcio

Le potenzialità, come detto anche in questo nostro articolo, ci sono. Eppure sono relative unicamente ad un importante ritorno economico. Il calcio, però, nel suo senso più puro ed elevato è uno sport, e solo in un secondo momento è divenuto un facoltoso business.

I sogni dei tifosi vanno difesi dalla minaccia della Super League

Non è possibile uccidere il lato romantico del gioco più bello del mondo solo per il volere di pochi potenti. Quei sentimenti e quelle emozioni che il calcio ci dona e ci fa vivere hanno un valore immenso ed inestimabile, anche più degli illusori miliardi promessi dalle banche statunitensi. I tifosi, accendendo la TV, devono poter sognare di vedere il Torino tornare grande; è necessario che i fan possano ammirare l’Atalanta impegnata contro le più grandi squadre d’Europa. 

Cosa diremmo a tutte le formazioni escluse? A quali valide e fondate ragioni potremmo appellarci per distruggere e sgretolare la cosa più importante tra le meno importanti?

Inoltre, un’ulteriore pensiero lo vogliamo dedicare ad un concetto astratto ma, mai come oggi, attuale: quello della speranza. In un calcio gonfiato dai milioni e delle imprese miliardarie, la possibilità che un piccolo club possa sollevare un trofeo è alquanto remota, anche in un ipotetico e lontano futuro. Quell’1% di probabilità, però, tiene in vita la fede del tifoso che adora e ama in modo viscerale la propria squadra.

Tifosi e Super League: il lato romantico del calcio

Che senso avrebbe d’esistere la nostra Serie B? E la Championship? La Ligue-2 o la Zweite Liga? Con quale obiettivo giocano queste compagini? La finalità è sicuramente quella di ottenere una promozione in Serie A, magari quella di gestire al meglio il proprio budget e poi di provare una scalata ai vertici delle graduatorie. L’esempio lampante lo abbiamo in casa ed è quello dell’Atalanta. Nel 2014-15 i nerazzurri sono arrivati 17esimi in Serie A; nel 2015-16, invece, 13esimi. Se solo sei anni fa fosse stato detto ad un tifoso atalantino che la sua squadra avrebbe combattuto contro il Real Madrid per un posto ai quarti di finale di Champions League, questo non vi avrebbe creduto.

La certezza è che il calcio non morirà mai

Il calcio ha bisogno di risanare i debiti di alcune grandi società, che a causa di spese folli ed ingiustificate, sono ora ai margini di un incredibile collasso. Non è giusto, però, che un’operazione su grande scala venga fatta alle spalle di chi segue il nostro sport solo ed unicamente per passione, consapevole che difficilmente vedrà il proprio club sollevare un trofeo. Non dovremmo abbandonare i tifosi per far nascere una ricca e privata Super League.

Il talento dei calciatori, poi, fin dagli esordi, c’è sempre stato, anche quando non giravano miliardi di euro nel mondo del football. I giocatori di calcio sono diventati tali perché amavano profondamente questo sport, anche quando erano dei ragazzi e quando non percepivano alcuno stipendio. Gli interpreti delle gare più importanti al mondo sono stati dei ragazzini con un grande sogno, che poi sono riusciti a coronare. Sbagliato ed inutile affermare che il calcio potrebbe abbassare il suo livello tecnico, se anche i salari dovessero ridursi drasticamente. Bambini con abilità fuori dal comune, infatti, continueranno e continuerebbero sempre a nascere.

Tifosi e Super League: il lato romantico del calcio

Il calcio è amore puro, totalizzante, che ti prende fino nel profondo e che, talvolta, è capace anche di sconvolgere l’esistenza. I soldi sono solamente la conseguenza del talento, non ne sono assolutamente la ragione. Il “nostro” gioco non potrà mai morire, anche se queste grandi aziende dovessero fallire e chiudere per sempre.

Il bambino che nasce con la sciarpa legata alla culla e che cresce con il pallone fra i piedi ha dentro di sé una passione che lo fa ardere come fosse fuoco. Tutti noi, che da piccoli abbiamo sognato di giocare una partita di Champions League in uno degli stadi più belli del mondo, sappiamo che i soldi non potranno mai comprare i nostri sentimenti e i nostri sogni.  

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