A tre giorni dalla debacle di Wembley, la nazionale tedesca perde uno dei suoi pilastri dell’epoca recente: Toni Kroos dice addio. “Ho giocato per la Germania 106 volte. Non ci sarà un’altra volta”. Il centrocampista del Real Madrid ha annunciato il suo ritiro attraverso una lettera in cui spiega le ragioni della sua decisione. Una scelta che, seppur pronosticabile, sorprende vista l’età del campione del mondo (31 anni).
Le ragioni dell’addio di Kroos alla Nazionale
“Ho dato tutto ancora una volta, affinché le partite con la nazionale diventassero 109, e raggiungere un altro grande titolo, il campionato europeo”. C’è tanta amarezza nelle parole di Toni Kroos nella sua lettera di addio alla nazionale. La grande voglia di regalare un’altra gioia al suo popolo non è bastata, e allora è arrivato il momento di annunciare una scelta presa già prima di Euro 2020. “Era chiaro da tempo, per me, che non sarei stato disponibile per il Mondiale in Qatar del 2022“. Questa frase lascia spazio a tante interpretazioni. Una di natura tecnica, ovvero la convinzione di non far parte del progetto di Hans Flick. Difficile, però, credere che il neo c.t. voglia fare a meno di un talento come Toni Kroos. Subentra, quindi, un’altra spiegazione; ovvero, l’avversione del centrocampista verso la scelta di giocare il Mondiale in Qatar. Tempo fa aveva rilasciato, infatti, dichiarazioni contrarie alla scelta della FIFA, pur aggiungendo che un boicottaggio, secondo lui, non avrebbe avuto alcun effetto.
Nella lettera d’addio Kroos dà due spiegazioni per la sua decisione. “Prima di tutto, vorrei concentrarmi nei prossimi anni sui miei obiettivi con il Real Madrid“, una dichiarazione d’intenti per il suo club. Poi la motivazione di natura personale. “Vorrei concedermi delle pause che negli ultimi 11 anni non sono mai esistite. Come marito e papà, vorrei esserci anche per mia moglie e i miei tre figli”.
— Toni Kroos (@ToniKroos) July 2, 2021
Il legame con il c.t. Joachim Löw
L’ultima parte della lettera di Toni Kroos è tutta dedicata alla Germania, ai fan ed anche ai critici, ma soprattutto a Joachim Löw, con cui ha iniziato la sua avventura in nazionale il 3 marzo del 2010, chiudendola insieme 3 giorni fa. “È stato un grande onore per me poter indossare questa maglia per così tanto tempo. L’ho fatto con orgoglio e passione. Grazie a tutti i fan per i loro applausi ed il loro sostegno”.
“In chiusura, vorrei ringraziare Jogi Löw per tutto quello che mi ha dato. Mi ha reso un giocatore della Nazionale ed un Campione del mondo. Ho avuto la sua fiducia. Abbiamo scritto una lunga storia di successi. È stato un onore“. Toni Kroos ricorda così il punto più alto della sua carriera in Nazionale, il Mondiale del 2014. I 2 gol segnati nello storico 7-1 contro il Brasile, la Coppa alzata al cielo dopo un finale combattutissima contro l’Argentina.
La straordinaria carriera di Toni Kroos
A 24 anni Toni Kroos aveva già vinto tutto quello che un calciatore possa chiedere alla sua carriera. Oltre al Mondiale, il centrocampista della Mannschaft aveva vinto l’anno prima Champions League e Mondiale per club con la maglia del Bayern Monaco, squadra che lo ha cresciuto sin dalle giovanili. Eppure, di lì a poco, Kroos avrebbe inanellato una serie incredibile di successi anche con un’altra maglia, quella del Real Madrid. Con i blancos, Kroos si afferma definitivamente come uno dei migliori centrocampisti al mondo. Con Modric compone una delle coppie di centrocampisti più forti della storia, capace di vincere 3 Champions League consecutive. Kroos, dal canto suo, detiene il record di vittorie di Coppe del mondo per club (5).
Una carriera internazionale straordinaria, quella di Toni Kroos, che da oggi dice addio alla Nazionale tedesca. Lo fa, consapevole che con l’addio di Löw si chiude un ciclo per la DFB. Lo hanno dimostrato le recenti prestazioni: una squadra senza troppe idee, incapace di travolgere avversari inferiori sulla carta, come ci aveva abituato negli anni passati. È tempo, quindi, di guardare avanti. La Germania ha sempre saputo farlo, mettendo in mostra i suoi talenti ad ogni competizione internazionale. Una nuova generazione scalpita alle spalle di Müller e compagni, pronta a dare di nuovo lustro alla squadra quattro volte Campione del mondo. Con Hansi Flick si apre un nuovo capitolo della storia del calcio tedesco. Un capitolo di cui Toni Kroos, però, non farà parte.