Torino-Udinese, la delusione di Gotti: «Abbiamo creato tanto»

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Una buona gara in casa del Torino con diverse occasioni da rete non è bastata all’Udinese per portare a casa punti preziosi in chiave salvezza. Il gol di Belotti, decisivo nell’1-0 finale, condanna i friulani all’ottava partita consecutiva senza vittorie. Un filotto negativo che rende preoccupante la classifica: sono solo tre i punti sulla zona retrocessione. Eppure, nel primo tempo la squadra di Luca Gotti ci ha provato in tanti modi con il palo colpito da Larsen e le occasioni per Fofana e De Maio, sulle quali Sirigu si è fatto trovare pronto. Con un possesso palla del 65% e oltre dieci tiri verso lo specchio della porta, l’Udinese avrebbe sicuramente meritato di più, ma è mancato cinismo in zona offensiva. I friulani non possono più sbagliare per non essere invischiati ulteriormente nelle zone basse, già dal prossimo turno contro la lanciatissima Atalanta.

Gotti: «Fa rabbia portare a casa zero punti dopo 16 tiri in porta»

E’ palpabile ai microfoni di SkySport la delusione di Luca Gotti per essere tornato a casa a mani vuote nonostante una buona prestazione. «Mi fa rabbia venire fuori da una partita del genere con zero punti, dopo aver tirato in porta 15-16 volte e 16 calci d’angolo. E’ un bene che creiamo tanto, non abbiamo nemmeno regalato così tanto al Torino che però è stato più concreto e ha portato a casa i tre punti. Bisogna essere più concreti negli ultimi sedici metri, cerchiamo di lavorare al meglio da questo punto di vista, sta quasi diventando un problema perché lavoriamo solo su questo». Il tecnico friulano indica la “ricetta” per migliorare: «Spesso capita che anche gli episodi ti portino sulla buona strada. Bisogna continuare ad essere propositivi andando spesso nell’area avversaria e non dobbiamo concedere neanche quel poco che abbiamo concesso al Torino».

Su Mandragora, uscito in lacrime nel secondo tempo, Gotti non nasconde la sua preoccupazione: «Sembra un problema di seria entità. Temo si tratti del crociato, ma vorrei scongiurarlo».

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