Pochettino festeggia un ritorno da sogno al “Tottenham Hotspur Stadium” grazie al clamoroso successo del suo Chelsea per 4-1 sui padroni di casa dopo una partita folle che cercheremo di ricostruire attraverso la nostra analisi tattica. Non basterebbe un poema epico per narrare quanto avvenuto nel Monday night della giornata 11 di Premier League. Partenza supersonica degli uomini di Postecoglou, che si ritrovano in vantaggio al al minuto 6 grazie ad una conclusione (con deviazione) di Kulusevski. Da qui in avanti, fino alla mezz’ora, entra in scena il VAR con 4 gol annullati (in totale saranno 5), un check per possibile espulsione di Udogie e un on field review per assegnare il calcio di rigore ai Blues, trasformato da Palmer, con annesso rosso diretto a Romero.
Nella ripresa, l’ex terzino dell’Udinese riesce a rimediare il secondo cartellino giallo, lasciando i suoi in 9. A questo punto, la partita si tramuta in un’esercitazione di attacco contro difesa, dalla quale gli ospiti ricavano ben 3 gol, tutti firmati da Jackson. Proviamo a mettere in luce i fattori determinanti di questo primo ko del Tottenham contro il Chelsea attraverso l’analisi tattica. Prima, però, passiamo rapidamente in rassegna le formazioni.
Spurs in campo col 4-3-3 che vede la coppia centrale Romero e Van de Ven proteggere Vicario, con Porro e Udogie sugli esterni. Bissouma si piazza davanti alla retroguardia, affiancato da Sarr e Maddison. In attacco, Son agisce da prima punta con Kulusevski e Johnson larghi.
I Blues rispondono con un modulo speculare con Sanchez tra i pali, linea difensiva formata dalla coppia centrale con Disasi e Thiago Silva e dai terzini James e Colwill. Enzo, Gallagher e Caicedo compongono la mediana, mentre nel tridente offensivo Palmer e Sterling giocano ai lati di Jackson.
Analisi tattica Tottenham-Chelsea, il primo tempo: partenza col botto e frenata dei padroni di casa
All’alba, il derby londinese è una partita che più britannica non si può. L’avvio è frenetico, soprattutto per via del ritmo e dell’intensità forsennati del Tottenham, che bracca il Chelsea e si prende meritatamente tanti punti a favore nella nostra analisi tattica.
La squadra di Postecoglou mette in affanno i Blues quando impostano con un pressing e un’aggressività feroci, merito anche di un baricentro altissimo, in cui la difesa calpesta la linea di metà campo. Una caratteristica che gli Spurs manterranno per tutti i 90 e più minuti e che pertanto sarà tanto delizia quanto croce per il loro destino.
In fase di possesso, invece, i padroni di casa manovrano con la consueta conformazione con i terzini che vengono dentro al campo, andando ad affiancare Bissouma, mentre le mezz’ali si alzano. Il Tottenham si ritrova così ad offendere praticamente con 5 uomini: Son, che però si abbassa anche a legare il gioco, staccandosi dalla marcatura, le due ali molto larghe e Maddison e Sarr nei corridoi intermedi. Il movimento vorticoso dei giocatori, abbinato ad un’eccellente pulizia tecnica nella gestione del pallone, toglie riferimenti precisi ai giocatori del Chelsea, il cui 4-4-2 difensivo va in tilt. Il Tottenham sfrutta a dovere la confusione degli avversari e passa in vantaggio dopo appena 6 minuti con Kulusevski.
Lo svedese riceve palla sulla destra e, beneficiando del tanto spazio concessogli, supera Sanchez con l’aiuto di una deviazione.
Un rallentamento inaspettato che svilisce l’ardore degli Spurs
Dei tantissimi interventi del VAR abbiamo già parlato nel corso dell’introduzione e in sede di analisi tattica non entriamo nel merito della cronaca dei singoli episodi, ma cerchiamo comunque di evidenziare come queste interruzioni abbiano inciso sull’andamento di Tottenham-Chelsea.
Gli ospiti, a tratti tramortiti dal furore dei padroni di casa, raramente e con grande difficoltà si rendono presenti nella trequarti avversaria. Palmer, a destra, è il giocatore maggiormente cercato, ma il giovane talento scuola City deve vedersela contro un raddoppio serrato. La sensazione è che la squadra di Pochettino creda di poter riacciuffare la partita con una giocata individuale estemporanea. Esattamente ciò che non accade.
Ed è a questo punto che le continue sospensioni dovute alle valutazioni dello strumento tecnologico mettono il loro zampino nella partita. Il Tottenham perde l’abbrivio iniziale e sale la tensione. Gli uomini di Postecoglou smarriscono quel ritmo e quella voglia che li aveva resi padroni indiscussi del campo e cala la concentrazione. Tutto questo insieme di situazioni tecniche ed emotive produce un’involuzione nella conduzione della gara da parte degli Spurs con conseguente crescita dei Blues. Una lenta risalita che culmina al minuto 32, quando Romero entra in maniera troppo decisa su Enzo Fernandez in area. Calcio di rigore e rosso diretto per il difensore. Dagli 11 metri, Palmer non sbaglia, anche se con qualche brivido.
Per ritrovare equilibrio, il tecnico australiano deve inserire Dier, sacrificando Johnson e sistemandosi con un 4-3-2 in cui Son e Kulusevski agiscono da punte. Le brutte notizie, però, non finiscono qui. Attorno al 40′, si fanno male (da soli) Maddison prima e Van De Ven poi. Ciò vuol dire altri due cambi forzati. Ai loro posti entrano Emerson Royal, che va a fare il centrale di destra, e Hojbjerg, come mezz’ala.
Analisi tattica Tottenham-Chelsea, il secondo tempo: la débacle degli Spurs
Il filo conduttore dal punto di vista dell’analisi tattica che lega il calo del Tottenham alla risalita del Chelsea è la continua ricerca della profondità da parte dei Blues per punire la difesa altissima e più lenta degli Spurs.
Una scelta precisa che i padroni di casa non abbandonano nemmeno in inferiorità numerica. Decisione coraggiosa, ma al tempo stesso fatale. Per tutta la seconda frazione, la squadra di Pochettino si affiderà in maniera continuativa, quasi ossessiva e ripetitiva, a questi lanci e imbucate a innescare la velocità del tridente offensivo alle spalle della retroguardia casalinga.
Ad avvio ripresa, il tecnico argentino manda dentro Cucurella per Colwill. L’esterno spagnolo entra bene in partita, spingendo tanto e garantendo l’ampiezza, mentre Sterling agisce più internamente. Anche Gallagher alza la propria posizione rispetto al primo tempo, facendo valere la propria presenza dentro l’area di rigore.
Il Tottenham deve accettare che il pallino sia ormai nelle mani del Chelsea, ma non per questo rinuncia ad attaccare quando può, appoggiandosi soprattutto su Kulusevski che si apre sulla destra per ricevere nello spazio libero dalla presenza dell’ex giocatore del Brighton.
Al minuto 57, però, uno scellerato intervento di Udogie costa il secondo giallo al giocatore italiano. Gli Spurs si ritrovano ad affrontare l’ultima mezz’ora in 9. Emerson si apre da terzino sinistro, mentre Hojbjerg scala come centrale.
Analisi tattica Tottenham-Chelsea: Blues all’assalto
Pochettino cerca di sfruttare la nuova piega che ha preso il match rinforzando l’arsenale offensivo. A tale scopo, inserisce Mudryk per Enzo Fernandez, passando ad uno spregiudicato 4-2-3-1 i cui l’ucraino viene a giocare sulla sinistra, Palmer agisce alle spalle di Jackson, con libertà di abbassarsi per fungere da play aggiunto, e Sterling si sposta a destra. Quest’ultima variazione sancisce la definitiva condanna del Tottenham.
Postecoglou risistema come può i suoi, mandando dentro Bentancur e Skipp per Kulusevski e Sarr al 61′. I due neoentrati non solo devono presidiare la zona centrale, ma sono anche chiamati a offrire un supporto all’isolato Son sulle seconde palle. Il problema per il Tottenham, però, è la fase difensiva. La linea non si muove di un centimetro, continuando a lambire la metà campo. Il Chelsea a oltranza sollecita le giocate in verticale, ma l’attenzione di Vicario (vero e proprio libero), il pessimo tempismo nel servizio delle punte e la poca incisività dei nuovi innesti impediscono ai Blues di sfruttare al meglio un mismatch grande quanto una galassia.
Solo al 75′, finalmente, Sterling viene imbeccato con i tempi giusti. L’esterno inglese scappa a tutta velocità alle spalle di Emerson e s’immola verso l’area di rigore. Entratovi, apparecchia un assist facile facile per Jackson. Il gol libera mentalmente gli ospiti, anche se un modo per farsi male da soli lo trovano comunque, concedendo fin troppe palle inattive agli Spurs.
Nei minuti di recupero, la squadra di Pochettino dilaga, con l’arma tattica consueta ampiamente ribadita in questa seconda parte dell’analisi di Tottenham-Chelsea. Jackson va a segno altre 2 volte, completando la tripletta personale. Prima al 94′, su assist di Gallagher al termine di un’azione fotocopia alla precedente. Poi al 97′, trovato in profondità da una verticalizzazione di prima di Palmer, che lo porta a tu per tu con Vicario. Portiere messo a sedere e appoggio facile per il definitivo 1-4.
Le considerazioni finali
Concludiamo questa analisi tattica di Tottenham-Chelsea con qualche riflessione.
Da un’alba trionfante, i padroni di casa sono passati a una notte maledetta e da incubo. Tra episodi sfavorevoli e scelte estreme, la squadra di Postecoglou va sicuramente ammirata per il coraggio, la personalità e gli attributi dimostrati, nonostante il proprio modo spregiudicato di giocare le si sia ritorto contro. Un risultato un po’ troppo pesante per inaugurare la prima sconfitta stagionale.
Quanto al Chelsea, questa vittoria rappresenta una boccata d’ossigeno. I Blues ritrovano il sorriso e si riaffacciano nel lato sinistro della classifica. Occasione sfruttata a dovere, con tanto di goleada ai cugini, anche se, visto come si è messa la partita, viene da pensare, quasi ironicamente, se non stasera, quando approfittare dell’opportunità di strapazzare una delle candidate al titolo. Tuttavia, proprio per le ragioni di cui sopra, questo successo rimane comunque ben lungi dall’essere una panacea.