Tottenham-Milan (0-0): analisi tattica e considerazioni

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Il Milan conquista finalmente un posto tra le prime 8 d’Europa grazie ad un sofferto, ma meritato pareggio per 0-0 in casa del Tottenham, dopo una partita di tenacia e voglia di cui andremo a parlarvi in questa nostra analisi tattica. Il risultato a reti inviolate basta infatti ai rossoneri per accedere ai quarti visto il successo dell’andata. Un traguardo bramato da tanto e ottenuto grazie ad una prestazione di grande solidità, concentrazione e spirito di sacrificio. Le occasioni non sono mancate, anzi, specialmente nella ripresa, ce ne sono state anche di clamorose. Tutto ciò a testimonianza di una partita viva, serrata e sul filo del rasoio, in cui però prevale l’animo guerriero degli ospiti. Non resta dunque che immergerci più a fondo nell’analisi tattica per scoprire i segreti e i fattori determinanti per il raggiungimento del passaggio del turno da parte del Milan a discapito del Tottenham.

Tottenham-Milan (0-0): analisi tattica e considerazioni

Partiamo come sempre dalla presentazione delle formazioni iniziali. I padroni di casa scendono in campo col consolidato 3-4-3. Davanti a Forster troviamo una retroguardia composta da Romero, Lenglet e Davies. Cerniera di centrocampo con Skipp e Højbjerg, mentre a tutta fascia agiscono Emerson Royal a destra e Perišić a sinistra. In attacco, il riferimento centrale è il capitano Kane, supportato da Son e Kulusevski.

Pioli conferma, invece, senza remore il 3-4-2-1. Tra i pali c’è Maignan, protetto dalla linea difensiva formata dall’inamovibile trio con Tomori, Thiaw e Kalulu. In mezzo al campo parte inizialmente Krunić affianco a Tonali, con Messias e Theo Hernández sugli esterni. Giroud è la prima punta e beneficia del supporto alle sue spalle di Leao e Brahim Díaz. Anche se con modalità differenti, come vedremo nel corso dell’analisi tattica di Tottenham-Milan.

Primo tempo: le due squadre scoprono le carte, ma regnano lotta ed equilibrio

Nella nostra analisi tattica di Tottenham-Milan andiamo a mettere in luce quelli che sono gli elementi-chiave delle due. Per i londinesi, chiamati a fare la partita, è l’aggressività, mentre per i rossoneri, che non possono concedersi sbavature, è l’ordine. Occupiamocene più nel dettaglio osservandoli da vicino.

Gli schieramenti speculari consentono ai padroni di casa di poter portare un pressing alto feroce uomo su uomo. I tre attaccanti prendono in consegna i difensori, mentre a centrocampo si formano le coppie tra i rispettivi interpreti. La pressione funziona, perché il Milan fatica a costruire dal basso ed è costretto a ricercare Giroud con palla lunga

La costante aggressività degli uomini di Conte non si ferma qui. L’intensità sale a dismisura man mano che ci avviciniamo alla prima linea, dove i vari Davies, Lenglet e Romero usano qualsiasi mezzo a disposizione (lecito e non) per impedire alla punta francese di lavorare il pallone di sponda o a Leão e Brahim di andar via in velocità. Il dato emblematico che testimonia il livello di agonismo della retroguardia degli Spurs è quello dei cartellini gialli: ben due su tre si ritrovano con un’ammonizione pendente. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile e che porterà a delle conseguenze quando la nostra analisi tattica si proietterà sul secondo tempo di Tottenham-Milan.

In fase di possesso, invece, i padroni di casa cercano di avvolgere i rossoneri. Perišić parte fin da subito molto alto, sfruttando la posizione più interna di Son per avere la corsia libera. A destra, Kulusevski ed Emerson si scambiano continuamente i ruoli: uno rimane largo, mentre l’altro attacca il corridoio intermedio. In questo modo, la squadra di Conte prova a trarre due benefici. Il primo è quello di avere il giocatore più largo isolato nell’uno contro uno. Il secondo, quello di trovare la superiorità numerica in mezzo al campo e avere un uomo che possa far male sulla trequarti o comunque rappresentare un’alternativa di qualità in costruzione. Né Skipp né Højbjerg, infatti, sono esattamente due Swarovski nel trattamento della sfera.

Al di là dell’atteggiamento propositivo e aggressivo, però, il Tottenham, pur mantenendo il pallino del gioco, non riesce a far breccia nella difesa del Milan.

Analisi tattica Tottenham-Milan: rossoneri con personalità ed ordine

Per quanto concerne i rossoneri, invece, l’obiettivo è di concedere il meno possibile e sfruttare le fragilità della difesa avversaria. Le difficoltà iniziali si presentano nella fase di prima costruzione. Al pressing a uomo del Tottenham, il Milan prova a rispondere con la qualità e la personalità di Maignan, che senza troppa fatica s’improvvisa playmaker. I destinatari dei lanci del portiere francese rimangono Giroud e Leão. L’aggressività dei londinesi sconsiglia però di giocare palla addosso, per cui meglio lanciare lungo o per le spizzate e il lavoro da boa della punta o per gli scatti in profondità del portoghese.

Tuttavia, quasi mai gli ospiti riescono a imbastire azioni pericolose in questa maniera. Molto meglio quando la squadra riesce a pareggiare l’intensità avversaria recuperando velocemente palla col suo ordinato 5-3-2. Theo e Messias sono chiamati ad abbassarsi per fronteggiare gli esterni inglesi, mentre Brahim non si risparmia nel retrocedere sulla linea mediana per dar manforte ai due centrocampisti. Inoltre, per trovare superiorità contro il pressing a uomo, Pioli predispone una difesa a 4, allargando Kalulu da terzino destro e tenendo Theo più vicino alla linea. Il nuovo assetto toglie riferimenti agli Spurs e libera il terzino francese, consentendogli di poter partire in sordina anche con tagli dentro al campo, che sorprendono la retroguardia talvolta distratta di Conte.

Anche il Milan, comunque, non riesce ad affacciarsi con continuità dalle parti di Forster. Tutto sommato, però, la squadra di Pioli non soffre neanche così tanto perché limita i due giocatori-chiave Kane e Son. Sia Kalulu che Thiaw, con grande personalità e attenzione, li seguono ovunque, costringendoli sempre a giocare spalle alla porta e ad abbassarsi per venire a trovare palloni giocabili.

Tottenham-Milan (0-0): analisi tattica e considerazioni

Secondo tempo: il Tottenham preme, ma si ritrova con un uomo in meno

Nella ripresa, il copione dell’analisi tattica di Tottenham-Milan vede accrescersi la pressione dei padroni di casa. Gli uomini di Conte spingono sull’acceleratore per provare a schiacciare i rossoneri, pur rischiando di concedere qualche spazio di troppo alle sgasate in contropiede dei soliti Theo e Leão. 

Tottenham-Milan (0-0): analisi tattica e considerazioni

Al minuto 53′, il tecnico leccese gioca già la sua prima carta dalla panchina: fuori Perišić e dentro Pedro Porro, con conseguente slittamento a sinistra di Emerson Royal. Pochissimi minuti dopo, Pioli si ritrova a fare a meno dell’acciaccato Messias, rimpiazzato da Saelemaekers. Intorno all’ora di gioco, comunque, il Tottenham guadagna campo e mette ai ferri corti un Milan che non riesce a uscire e ripartire. Giroud paga il tanto lavoro di sacrificio perdendo energie e lucidità nel momento di tenere botta per far salire i suoi. Idem dicasi per Brahim, sovrastato dalla maggiore fisicità dei londinesi.

Conte prova a sfruttare l’inerzia a favore con un cambio di modulo. L’innesto, al minuto 70, di Richarlison in luogo di Emerson porta gli Spurs a passare ad un iper-offensivo 4-2-4. Porro si abbassa a fare il terzino di destra, mentre Davies si allarga a fare quello sinistro. Il neoentrato, invece, va ad affiancare Kane in mezzo all’area, con Son che cerca di mettersi in partita aprendosi sul lato mancino.

Gli ultimi minuti in disparità numerica

I padroni di casa producono il massimo sforzo, impossessandosi della metà campo avversaria. I rossoneri, alle corde, sono chiamati ad una strenua resistenza. Gli unici, come ribadito poc’anzi, a trovare qualche soluzione sono il portoghese e il francese.

Tottenham-Milan (0-0): analisi tattica e considerazioni

Quest’ultimo, al minuto 70, con una delle sue galoppate sulla sinistra guadagna un fallo prezioso che porta ad un momento saliente di questa analisi tattica di Tottenham-Milan: l’espulsione di Romero.

Pioli dà un nuovo ordine alla squadra, che si risistema con un 3-5-2 grazie agli ingressi di Bennacer e Origi per gli esausti Giroud e Díaz tra l’80° e l’81°. Conte impiega qualche minuto in più per dare una quadra ai suoi. Mantiene la difesa a 4 inserendo Sánchez, ma sacrifica Kulusevski. L’ultima mossa viene giocata dal tecnico emiliano, che infonde altre energie fresche all’attacco con Rebić per rifiatare nei decisivi istanti finali. Dopo una serie concitata di capovolgimenti di fronte tra stanchezza e poca lucidità, il Milan riesce a portare a compimento l’impresa.

Analisi tattica Tottenham-Milan: le considerazioni finali

La nostra analisi tattica di Tottenham-Milan vuole chiudersi con un grande elogio ai rossoneri per la personalità dimostrata. Su un campo difficilissimo e contro un avversario chiamato a dare il meglio di sé, gli uomini di Pioli fanno valere lo spirito di sacrificio di Giroud e Brahim, la dedizione e l’attenzione di Tonali e Krunić e due valori aggiunti imprescindibili e che sono mancati recentemente. Si tratta di Theo Hernández, vero motore della squadra, apparso in un’ottima condizione fisica, e di Maignan, decisivo con le parate, ma anche col temperamento di chi sa dare fiducia al proprio reparto. Una qualificazione ampiamente meritata. 

Situazione diametralmente opposta, invece, per i londinesi, che proseguono il loro mese di marzo molto negativo. L’eliminazione dalla Champions fa seguito a quella maturata in FA Cup contro lo Sheffield United e per la terza gara consecutiva la squadra di Conte non trova la via del gol. Operazione piuttosto complicata se il proprio cannoniere è costretto a giocare quasi sempre di spalle o lontano dalla porta o comunque non viene mai messo nelle condizioni di concludere. Lo stesso discorso vale anche per Son, sempre più brutta copia dell’incontenibile giocatore che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. Il soggiorno di Conte nella capitale inglese sembra sempre più in discussione se non arriverà una sferzata decisiva nel futuro immediato.

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