Dopo una partita lunga, avvincente e segnata da importanti ritorni, l’Udinese batte con merito il Milan per 3-1 nella sfida casalinga dell’anticipo serale del sabato della 27^ giornata di campionato. I friulani ritrovano così un successo tra le mura amiche che mancava ormai da 6 mesi, trascinati dai gol di Pereyra, Beto ed Ehizibue. Ai rossoneri non basta invece il gol (su rigore) e il ritorno in campo dal primo minuto del proprio leader Ibrahimović per tener testa all’esuberanza fisica dei padroni di casa. Scopriamo insieme quali sono i fattori determinanti di questo Udinese-Milan attraverso il racconto della nostra analisi tattica. Partiamo, però, come sempre, dalla presentazione delle due formazioni.
Sottil non rinuncia al 3-5-2. In porta c’è Silvestri, schermato dalla linea difensiva composta da Bijol al centro con Becão e Nehuén Pérez ai suoi lati. In mezzo al campo agisce Walace, affiancato dalla qualità di Pereyra e Samardzić. Ehizibue e Udogie, invece, giocano esterni a tutta fascia. Davanti, la coppia d’attacco vede protagonisti Beto e Success.
Anche Pioli riparte dal consolidato 3-4-2-1. Confermato in blocco l’ormai inamovibile pacchetto arretrato che vede tra i pali Maignan e la retroguardia con Thiaw, Tomori e Kalulu. In cabina di regia troviamo Bennacer e Tonali, mentre sugli esterni i rossoneri si trovano in emergenza, per cui a destra c’è Saelemaekers, mentre a sinistra parte titolare Ballo-Touré. In attacco, torna dal primo minuto dopo più di un anno Zlatan Ibrahimović nelle vesti di riferimento centrale, con Díaz e Leão a supportarlo alle spalle.
Primo tempo: l’Udinese si dimostra fin da subito più tonico e il Milan va sotto
La prima parte dell’analisi tattica di Udinese-Milan è caratterizzata dal nettissimo predominio dei friulani sul piano della reattività, della prontezza e della determinazione. Un elemento-chiave che verrà mantenuto per lunghi tratti della gara e che consentirà agli uomini di Sottil di andare in vantaggio presto e ritornare immediatamente davanti dopo il pareggio dei rossoneri sul tramonto della prima frazione. Ma andiamo per gradi.
Innanzitutto, i padroni di casa giocano una partita di grande attenzione in fase di non possesso. Squadra corta che tiene tutti gli uomini dietro la linea della palla e lascia l’incombenza della prima costruzione ai difensori ospiti. Beto e Success hanno il compito di schermare i due centrocampisti avversari. Le mezz’ali Pereyra e Samardzić, invece, offrono un contributo prezioso e dispendioso nel doppio lavoro di elastico tra l’uscita sul portatore di palla e la copertura delle tracce tra le linee.
Il Milan fatica così a sviluppare gioco con fluidità e, perdendo anche tutti i duelli sul piano fisico, si ritrova a riconsegnare facilmente palla ai bianconeri. La fotografia perfetta della superiorità dell’Udinese è offerta proprio dall’azione che porta al gol dell’1-0. Tomori si addormenta in uscita e si fa rubar palla dalla pressione di Samardzić, che si lancia verso la porta e dribbla il difensore inglese. Sulla palla si avventa poi Pereyra, che è bravissimo a colpire di prima intenzione, facendo passare la palla sotto le gambe di Bennacer e infilando Maignan.
Un’altra chiave dell’analisi tattica di cui beneficia l’Udinese a spese del Milan è l’intraprendenza del binario mancino. Qui, infatti, i friulani riescono a sfondare con una certa facilità, sfruttando il lavoro nel cucire il gioco di Success che viene incontro e la spinta costante di Udogie. Quest’ultimo ha spesso la meglio nell’uno contro uno con Saelemaekers, in difficoltà quando si tratta di difendere. Non a caso, è proprio da questa parte che i bianconeri confezionano l’azione del 2-1. Protagoniste sono le due punte: il portoghese rifinisce e Beto finalizza con una zampata nell’area piccola ad anticipare Thiaw al minuto 51.
Analisi tattica Udinese-Milan: la prima frazione dei rossoneri, tra difficoltà e lento avvicendamento
Risulterà chiaro che il primo tempo degli ospiti è contrassegnato da tanta fatica. Molto avviene per merito dell’Udinese, ma a questo punto dell’analisi tattica cerchiamo di scandagliare quelle che sono le falle del Milan.
Il primo punto da mettere in luce riguarda l’impalpabilità dei giocatori offensivi e dei centrocampisti. Ibra è sempre molto statico e subisce l’ottima marcatura su di lui di Bijol. Díaz e Leão faticano a entrare in partita: il primo non riesce mai a trovare palloni giocabili tra le linee, complice la buona guardia di Walace; il secondo, invece, è costretto ad abbassare di molto il proprio raggio d’azione per aiutare la squadra nella fase di prima costruzione.
Solo dopo 20 minuti la squadra di Pioli trova un minimo di fluidità. I friulani, passati in vantaggio, si abbassano, concentrandosi sul fare densità in mezzo al campo. Ciò consente quanto meno a Tonali e Bennacer di poter manovrare con un po’ più di libertà. Sono i movimenti incontro di Ibrahimović, tuttavia, (insieme alla posizione più alta di Saelemaekers) che portano un po’ di scompiglio nella retroguardia bianconera. Lo svedese viene molto fuori e funge da riferimento principale su cui appoggiarsi. Bijol lo segue ovunque, scoprendo così una zolla nella difesa dei padroni di casa. Ad approfittare di questo spazio è l’esterno portoghese, che viene dentro al campo e si lancia nell’attacco alla profondità.
Al minuto 45, questa situazione di gioco procura un calcio di rigore alla squadra di Pioli. Dal dischetto Ibra si fa ipnotizzare da Silvestri, ma pochi minuti dopo il VAR allerta Doveri di dover ripetere la battuta. Stavolta l’esecuzione è impeccabile e al minuto 49 il punteggio si porta sull’1-1. Neanche il tempo di esultare, però, che l’Udinese riesce a tornare in vantaggio.
Secondo tempo: il Milan cerca il pari, ma è l’Udinese a colpire ancora
Il copione dell’analisi tattica della ripresa di Udinese-Milan esige chiaramente una scossa da parte dei rossoneri. La squadra di Pioli cerca di fare qualcosa in più e di prendere in mano il pallino del gioco. Particolarmente sollecitata è la fascia destra, dove Kalulu viene designato come uomo d’impostazione dal basso per poter servire sulla propria verticale la corsa in profondità di Saelemaekers.
Le complessità degli ospiti, tuttavia, continuano a permanere le stesse, a maggior ragione considerando che Ibra esce progressivamente dai radar e Brahim continua ad essere un corpo estraneo al match. Pertanto, nonostante i padroni di casa non riescano più a ripartire con la stessa efficienza della prima frazione (Thiaw si riscatta dall’errore e prende finalmente le misure a Beto) proseguono nella loro fase difensiva ordinata e senza eccessivi affanni.
Poco dopo l’ora di gioco, allora, il tecnico emiliano ricorre alle risorse dalla panchina. Al minuto 64 entrano Krunić e Rebić ai posti di Bennacer e dell’esterno belga. Questa mossa predispone una modifica sostanziale a quella che è l’analisi tattica di Udinese-Milan. I rossoneri, infatti, ritornano al 4-2-3-1, con Kalulu stabilmente nel ruolo di terzino destro, Ballo-Touré si abbassa sulla linea difensiva mentre Leão parte più defilato sulla sinistra. Del cambio di modulo sembra beneficiare proprio il portoghese, perché può così finalmente cercare con più continuità l’uno contro uno per provare a mettersi in partita.
Il terzo gol dell’Udinese e l’assalto fatuo del Milan
Il Milan votato all’attacco deve però fare nuovamente i conti con problemi difensivi. Al minuto 70, i friulani sfondano ancora sulla fascia sinistra. Success viene a ricevere palla sull’esterno, liberandosi della marcatura di Thiaw. Il difensore tedesco rimane a terra, consentendo così al bianconero di entrare in area e servire un appetitoso assist arretrato a Udogie (nel frattempo inseritosi). La conclusione del classe 2002 viene però ribadita in porta dall’esterno opposto, Ehizibue, tutto solo sul secondo palo a pochi passi dalla linea di porta. Il gol del 3-1 spegne definitivamente ogni velleità di rimonta dei rossoneri.
Anche Sottil, tramite il proprio vice Cristaldi, inserisce forze fresche dalla panchina. Al minuto 73 fanno il loro ingresso in campo Lovrić e Thauvin per Samardzić e Success. La sostituzione non apporta variazione tattiche, eccezion fatta per lo spostamento di Pereyra da mezz’ala sinistra. Pioli sembra invece crederci e pochi istanti dopo manda nella mischia anche Calabria, De Ketelaere e Origi ai posti di Tomori, Díaz e Ibra.
L’Udinese riesce a contenere l’assalto finale del Milan, troppo confuso e improduttivo. I friulani fanno tanta densità in mezzo al campo e impediscono agli ospiti di trovare spazi tra le linee, per cui si affidano esclusivamente a qualche spunto isolato di Leão. Per blindare il risultato, i bianconeri proteggono le fasce con gli innesti di Festy Ebosele e Zeegelaar e rinforzano il centrocampo con Arslan.
Analisi tattica Udinese-Milan: le considerazioni finali
La “Dacia Arena” si conferma essere una Caporetto per le big del nostro campionato, ma la cosa ancora più importante per i friulani è l’essere tornati a vincere in casa dopo 6 mesi. Tre punti d’oro che proiettano momentaneamente i bianconeri all’ottavo posto, a pari punti (38) con la Juventus. Un successo che arriva grazie ad una grande prestazione di squadra, di voglia e sacrificio, impreziosita da alcuni lampi di talento individuale e dalla generosità e duttilità di giocatori come Success, Pereyra o lo stesso Udogie. Dopo la sosta per le Nazionali, arriva uno scontro diretto di metà classifica col Bologna, contro cui i friulani dovranno fare a meno di ben 3 uomini per squalifica: Walace, Pérez e Becão.
Il Milan subisce la terza battuta d’arresto consecutiva in campionato, dopo la sconfitta a Firenze e il pareggio in casa con la Salernitana. Il quarto posto è ora a rischio, anche se bisogna attendere il derby della Capitale. Fatto sta che la squadra di Pioli sembra essere rientrata in un tunnel buio, il cui unico bagliore di luce rimane la solida prestazione di Londra contro il Tottenham. Il modulo che sembrava aver riportato il Diavolo ad una nuova fluidità sta riscontrando qualche segnale negativo. Dagli scricchiolii difensivi, con un Thiaw in leggero calo nelle ultime uscite, alla difficoltà nel costruire e finalizzare le occasioni. La sosta non può che far bene allora al tecnico emiliano per rischiarare le idee e cercare una nuova soluzione per risollevare le sorti dei suoi.