È ufficiale: Nuno Espirito Santo non è più l’allenatore del Tottenham. Questa la decisione dei vertici societari e di Fabio Paratici. Fatale la sconfitta contro il Manchester United e, soprattutto, un rendimento fin qui deficitario. Ottava posizione e un gioco poco coinvolgente hanno definitavemente rotto la sua posizione.
Espirito-Santo-Tottenham: un rapporto mai decollato
L’ex tecnico del Wolverhampton lascia la panca degli Spurs in seguito a 5 vittorie e 5 sconfitte nei primi 10 match. A secco di reti e punti per tre gare di Premier League consecutive, contro West Ham, Burnley e soprattutto Manchester United, surclassato per 0-3. È uscito sconfitto, inoltre, nelle stracittadine londinesi contro Arsenal e Chelsea, oltre al match esterno di Conference League contro gli olandesi del Vitesse. Troppo poco fin qua per la dirigenza, che si aspettava qualcosa in più dal portoghese. Pur avendo importato la difesa a 3 dalla sua esperienza con i Wolves, la squadra è spesso apparsa poco solida in difesa e scarsamente prolifica in attacco. Appena 9, infatti, le reti realizzate dai suoi, il dato peggiore per le prime 10 in graduatoria e il secondo peggiore al pari di Wolverhampton e Soutahmpton.
Già iniziano a rincorrersi le voci per il sostituto e quella più assordante è relativa al disoccupato di lusso Antonio Conte. Associato al sostituto di Solskjaer quando la panchina era più traballante, ora sembrerebbe più vicino agli Spurs. D’altro canto, la nuova impostazione tattica del Tottenham sarebbe più vicina ai suoi ideali, con la difesa a 3 già collaudata da Espirito Santo. Lo stesso Paratici caldeggerebbe molto la sua posizione, dato che con lui alla Juventus ha condiviso tre Scudetti, condividendo il processo di ricostruzione della Vecchia Signora. Il contratto è di quelli importanti: 15 milioni a stagione per un anno e mezzo, con la garanzia di acquisto di 3-4 elementi nella sessione invernale. Pretese importanti, che l’ex ds bianconero sembra voler accontentare.