Il consueto appuntamento di 11contro11 con le “Vecchie Glorie” del passato sposta i riflettori sui difensori che hanno fatto la storia del nostro campionato. In particolare, dopo aver rivissuto le gesta di Lorenzo D’Anna, ora è la volta di Alessandro Parisi. Il soprannome affibbiatogli dai propri tifosi di “Roberto Carlos dello Stretto di Messina” non è affatto casuale. Il terzino sinistro, infatti, ha scritto con i propri compagni pagine importanti della storia del club peloritano. In particolare proprio il diretto interessato si è distinto come tiratore scelto di calci di punizione e rigori, quasi sempre pesanti e quasi sempre realizzati. Un legame, quello con l’ambiente giallorosso, che si rinnova anche negli anni successivi, nonostante le maglie indossate siano state diverse.
La carriera di Alessandro Parisi: dagli esordi alla scalata vincente di Trieste
Alessandro Parisi nasce il 15 aprile 1977 a Palermo. Proprio nel capoluogo siciliano muove i suoi primi passi sul rettangolo verde, compiendo tutta la trafila del settore giovanile nel club rosanero. Sin da subito riesce a distinguersi per le ottime doti di esplosività e contenimento sulla fascia sinistra, al punto che nella stagione 1995-1996 fa il suo esordio tra i professionisti, in Serie B. In seguito il Palermo decide di mandare il terzino poco più che maggiorenne in Serie C1, a Trapani, dove trova il primo gol tra i professionisti. Tornato al club di appartenenza, Parisi riesce a giocare 11 gare, prima di tornare in cadetteria, alla Reggiana. La stagione si rivela sfortunata, vista la retrocessione in terza serie, ma l’ex Palermo comincia a ritagliarsi uno spazio sempre più importante, diventando titolare e trovando anche la via della rete in tre occasioni.
In seguito accetta la corte della Triestina, nonostante la compagine alabardata militi addirittura in Serie C2. La scelta, tuttavia, si rivela vincente, in quanto in due stagioni, anche grazie al suo apporto la squadra riesce a compiere il doppio salto in Serie B, passando dai playoff in entrambe le circostanze. Garanzia in difesa e risorsa aggiunta in proiezione offensiva, visti gli 11 gol realizzati. Prima di salutare definitivamente Trieste, Parisi lascia il segno anche in cadetteria, con gol decisivi che portano la squadra a un passo dal triplo salto di categoria con conseguente promozione in Serie A. Un obiettivo, almeno per lui, rimandato di una sola stagione.
La fortunata epopea di Messina
L’annata 2003/2004, come anticipato, si rivela essere la più importante della carriera di Alessandro Parisi. Il terzino, infatti, insieme a compagni del calibro di Arturo Di Napoli, riesce a riportare la massima serie in riva allo stretto dopo 39 anni, contribuendo con ben 14 reti stagionali. Ciò che stupisce è la grande capacità di essere decisivo non solo dal dischetto e su punizione, ma anche con tiri imparabili dalla lunga distanza sullo sviluppo di azioni corali.
Un trend, quello di Parisi, che si consolida anche nel calcio che conta, in quanto il terzino riesce a segnare ben 6 gol in campionato, mietendo anche vittime eccellenti come la Roma, sconfitta 4-3. Di certo, nelle menti dei tifosi giallorossi resta impressa anche la rete che ha aperto le danze contro il Siena e che spiegano ulteriormente il senso del soprannome “Roberto Carlos”. Una volta ricevuta palla sulla trequarti campo avversaria, Parisi non si pensa due volte a scagliare la palla verso la porta piuttosto che crossarla. La sfera, colpita di esterno sinistro, prende una traiettoria imprendibile per il malcapitato portiere avversario.
Le prestazioni del difensore palermitano non passano inosservate agli occhi di Marcello Lippi, allora c.t. dell’Italia. Come infatti, il 17 novembre 2004, dopo aver ricevuto la prima convocazione in Nazionale, diventando anche il primo calciatore nella storia del Messina a raggiungere questo traguardo, esordisce con la maglia azzurra nell’amichevole contro la Finlandia, terminata 1-0, proprio a Messina. Nei 45′ concessigli dal tecnico toscano si destreggia bene, lasciando trasparire la possibilità di poter ripetere l’esperienza anche in seguito.
La stagione successiva tuttavia, dopo il mancato approdo al Genoa per la retrocessione a tavolino dopo il caso Maldonado, Parisi soffre un infortunio che lo porta a giocare solo 11 partite. Nonostante ciò Lippi lo include nei pre-convocati per i Mondiali di Germania 2006, escludendolo solo in seguito. Per quanto riguarda la storia col Messina, si protrae altre due stagioni. Un periodo difficile, in cui si susseguono la retrocessione in Serie B e il fallimento della società siciliana.
Le ultime tappe della carriera di Alessandro Parisi e i guai con la Giustizia
Salutata Messina, Alessandro Parisi accetta il corteggiamento dell’ambizioso Bari di Antonio Conte, che punta alla promozione in Serie A. Il tecnico leccese lo schiera subito titolare, e lui ricambia con prestazioni sempre convincenti. I 3 gol realizzati risultano fondamentali per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Tuttavia, con l’arrivo in panchina di Gian Piero Ventura per affrontare la massima serie, il terzino vede relegarsi al ruolo di comprimario. Va meglio la stagione successiva, quando gioca 27 gare e realizza 2 reti, ma a fine stagione i pugliesi retrocedono nuovamente.
L’esperienza con i galletti, oltre alle vicende in campo, porta con sé oscuri strascichi extra-calcistici. Parisi, infatti, nel 2012, si ritrova coinvolto nel caso scommesse in cui diversi tesserati del club avevano combinato l’esito di alcuni match non solo in cambio di denaro, ma anche per falsare i risultati stagionali delle compagini coinvolte. In seguito ai diversi gradi di giudizio, il terzino riceve una doppia squalifica. La prima di un anno e otto mesi con 10.000 euro di ammenda, la seconda di un anno e due mesi con 5.000 euro di ammenda. Il tutto prima dell’assoluzione totale, per non aver commesso il fatto, nel 2016.
Torino e il ritorno a Messina prima di appendere gli scarpini al chiodo
Prima che scoppi il caso scommesse, Alessandro Parisi vive la sua ultima importante esperienza al Torino, dove ritrova proprio Ventura in panchina. Una stagione assolutamente vincente e vissuta da protagonista, in cui realizza una rete e 6 assist, preziosi per il raggiungimento dell’obiettivo Serie A. Successivamente, scontata la squalifica, vive l’ultima stagione da calciatore nella città che lo ha adottato a tutti gli effetti, ovvero la “sua” Messina, dove gioca le ultime 9 partite della propria carriera professionistica.
Una volta appesi gli scarpini al chiodo, Alessandro Parisi intraprende una nuova carriera: quella dello studente universitario. Nel 2016, infatti, si iscrive alla facoltà di “Scienze motorie, sport e salute” all’università di Messina. Un modo diverso per approfondire la propria conoscenza del mondo dello sport e degli atleti che lo praticano. Il tutto rinnovando ancora una volta, di recente, il proprio rapporto con la città e con l’ambiente calcistico. Dall’estate del 2021, infatti, ricopre il ruolo di team manager dell’A.C.R. Messina, militante in Serie C. Perché, come direbbe Antonello Venditti: “Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”.