Vecchie Glorie: parliamo di Arturo Di Napoli

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Dopo Antonio Di Natale, prosegue la rubrica dedicata alle “Vecchie Glorie” di 11contro11, con la storia di un altro grande attaccante che ha dato lustro, a suon di gol, ad alcune importanti realtà provinciali: Arturo Di Napoli. Prima dell’arrivo nel nostro Paese di Arturo Vidal, quando gli appassionati di calcio e gli addetti ai lavori sentivano parlare di Re Artù accostavano in automatico l’appellativo al giocatore lombardo. E, in particolare, nelle menti dei tifosi che hanno esultato più volte per le sue prodezze, riecheggia ancora il coro “Re Arturo fa gol”, immancabile colonna sonora delle domeniche allo stadio. Pur non avendo mai indossato la casacca di un top club, se non in età giovanissima, la carriera di Di Napoli è stata certamente ricca di tante soddisfazioni.

La carriera di Arturo Di Napoli: dalle giovanili dell’Inter alla consacrazione siciliana, da Acireale a Messina

Arturo Di Napoli nasce il 18 aprile 1974 a Milano ma vive la sua infanzia a Rozzano, cominciando, successivamente, a muovere i primi passi sul rettangolo verde nelle giovanili della sua città e successivamente nella cantera di uno dei principali club del nostro campionato: l’Inter. I nerazzurri inizialmente credono nelle potenzialità del ragazzo e decidono di mandarlo, poco più che maggiorenne, a farsi le ossa dapprima all’Acireale, dove esordisce e realizza il suo primo gol tra i professionisti, in Serie B, e poi al Gualdo, in Serie C1.

Vecchie Glorie: parliamo di Arturo Di Napoli
Un ventunenne Arturo Di Napoli con la maglia del Napoli

La società meneghina, in seguito, lo cede in comproprietà al Napoli, dove assaggerà per la prima volta il calcio che conta, realizzando la prima delle sue 5 reti stagionali in Serie A a Genova, nel 2-2 contro la Sampdoria. L’esperienza partenopea si protrarrà per due stagioni, nelle quali tuttavia non riuscirà ad esprimere appieno il proprio potenziale, come ammesso qualche anno dopo da egli stesso: “Vorrei cambiare molte cose delle mie stagioni: all’epoca non ero propenso ai sacrifici, avevo una testa completamente diversa da quella di oggi”. La Sicilia e la Campania, tuttavia, sono le due regioni che, in seguito, gli regaleranno le gioie più grandi in carriera.

In giro per l’Italia, tra Serie A e Serie B

Dopo una brevissima nuova parentesi all’Inter, contraddistinta da sole sei presenze e dal rifiuto di fare il quinto attaccante dopo l’arrivo di Ronaldo in nerazzurro, Di Napoli passa dapprima in prestito al Vicenza (6 gol in 24 presenze) e poi all’Empoli (doppia cifra per la prima volta in carriera con 11 gol in 25 presenze). L’addio definitivo al club di Massimo Moratti si consuma nell’estate del 1999, quando viene ceduto al Piacenza per 8 miliardi di lire, ma con un esiguo contributo di 4 reti non evita agli emiliani la retrocessione in cadetteria.

Vecchie Glorie: parliamo di Arturo Di Napoli
Arturo Di Napoli realizza il gol del decisivo 1-0 in Palermo-Cosenza del 26 gennaio 2003

Tuttavia, l’anno successivo, riesce a riscattarsi a Venezia, rivelandosi autentico trascinatore dei lagunari alla promozione in Serie A con ben 16 realizzazioni. Come detto, la svolta decisiva della carriera dell’attaccante era dietro l’angolo, non prima però di aver giocato un anno al Palermo di Maurizio Zamparini, che lo porta con sé, insieme a diversi altri giocatori, nel capoluogo siciliano, dove sfiora solamente la promozione a fine stagione.

La promozione in Serie A col Messina di Bortolo Mutti

In seguito a un periodo di prova andato male con i turchi del Besiktas, arriva la chiamata del sorprendente Messina allenato da Bortolo Mutti. I giallorossi, dapprima agli ordini di Vincenzo Patania, avevano raccolto solo 3 punti in sei partite, ma con l’arrivo del tecnico lombardo inizia un’escalation che regala al club peloritano il terzo posto finale e il ritorno in massima serie dopo 39 anni.

Vecchie Glorie: parliamo di Arturo Di Napoli
Arturo Di Napoli esulta dopo aver realizzato una delle sue 46 reti con la maglia del Messina

Tanto per cambiare, Arturo Di Napoli è ancora una volta protagonista indiscusso con 19 reti, e si ripeterà, successivamente anche nelle tre stagioni in Serie A con i siciliani (24 gol complessivi), con al proprio fianco giocatori del calibro di Riccardo Zampagna, Nicola Amoruso e Ivica Iliev. Alla fine della propria esperienza raggiungerà anche l’importante traguardo di miglior marcatore di sempre della società, a quota 46 reti, eguagliando un mostro sacro come Antonio Schillaci.

Da re di Salerno alla nuova vita in panchina, passando dalla squalifica per calcioscommesse

Dopo il fallimento del Messina, per Di Napoli arriva la chiamata dell’ex direttore sportivo giallorosso Angelo Fabiani, che lo porta alla Salernitana del presidente Antonio Lombardi. L’attaccante compie, quindi, un doppio salto indietro a livello di categoria, ma con l’obiettivo dichiarato di riportare i granata subito in Serie B, dopo tre anni di assenza. E la squadra, allenata da Andrea Agostinelli prima e Fabio Brini poi, raggiunge l’obiettivo, dominando il girone B della Serie C1 praticamente dall’inizio della stagione, in concomitanza con la crescita del proprio giocatore simbolo.

Arturo Di Napoli, infatti, non solo realizza un numero di gol superiore a tutti i compagni di reparto messi insieme, ma raggiunge il titolo di capocannoniere con ben 20 reti stagionali (record personale). Più in sordina l’annata in cadetteria, dove però dà un consistente contributo di 13 gol alla salvezza finale, prima di rompere il proprio rapporto con la società ma non con i tifosi, che lo eleggono di diritto, e lo ricordano tutt’ora, come “re” di Salerno. E prima di appendere gli scarpini definitivamente al chiodo, Di Napoli vivrà le sue ultime esperienze da giocatore, in categorie inferiori, nelle altre due piazze dove aveva dato di più in carriera, Messina e Venezia, e per finire nella Caronnese, nel 2012.

Le esperienze in panchina

L’ormai ex attaccante, tuttavia, non abbandona il mondo del calcio, decidendo di iniziare una nuova esperienza, nella veste di allenatore. Una carriera che ha inizio al Rieti, in Eccellenza, e prosegue prima al Riccione, in Serie D, e poi al Savona, in Lega Pro (ex Serie C). Per lui anche un’esperienza a Malta, in seconda divisione, col Vittoriosa Stars, prima dell’ennesimo ritorno a Messina, dove contribuisce, con una cordata di imprenditori, all’acquisto della società. Tuttavia questa nuova avventura avrà breve durata, a causa della squalifica totale di tre anni e mezzo, in relazione all’inchiesta sul calcioscommesse nota come Dirty Soccer.

Vecchie Glorie: parliamo di Arturo Di Napoli
Arturo Di Napoli segue la partita del suo Messina in veste di allenatore

Un momento delicato, emotivamente e fisicamente, in cui, come confessato a La Repubblica: “Ho pagato a caro prezzo un reato che non ho commesso. […] Oltre che a livello sportivo ne ho risentito sotto il profilo fisico e morale, ho subito un intervento chirurgico ai reni e non ho potuto far valere la mia parola per mesi. E la vita, col sostegno della famiglia e in particolare del figlio, gli ha dato una nuova chance, con la piena assoluzione finale e un’altra panchina, nel 2018, quella del Cologno, in Promozione. Il tutto in attesa di poter vivere presto nuove emozionanti avventure, facendo sognare i propri tifosi così come da giocatore: al grido “Re Arturo fa gol”.

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