La nuova rubrica di 11contro11 “Vecchie Glorie” dedica il suo secondo appuntamento a un altro bomber di provincia: infatti, dopo Francesco Tavano, del quale oggi ricorre il compleanno, arriva il turno di Cristian Bucchi. La storia del calcio, come quella di qualsiasi altro sport, molte volte, è contraddistinta da simboli, quali uno stemma, un allenatore, un giocatore particolarmente amato dai tifosi, un presidente, o più semplicemente un numero di maglia. Dai grandi campioni fino ad arrivare ai giocatori di campionati minori, sono tanti quelli che hanno legato la propria carriera a un numero particolare, chi per semplice scaramanzia, chi per motivi più profondi, e chi anche solo per caso. Quella di Bucchi, in particolare, è legata al numero 29, quasi sempre presente sulle sue spalle, nelle squadre in cui ha spesso e volentieri lasciato il segno, ma non solo, come meglio si vedrà analizzando la sua storia.
La carriera e la vita di Cristian Bucchi: da scoperta di Gaucci alla scomparsa della compagna
Nato a Roma il 30 maggio 1977, Cristian Bucchi, di ruolo prima punta, muove i suoi primi passi su un prato verde nelle giovanili della Sambenedettese, con la quale esordisce in prima squadra, in Serie D, appena maggiorenne. Sin da subito si distingue per fisicità ma anche per il buon gioco di gambe al sevizio dei compagni e per l’opportunismo sotto porta. E infatti, la prima svolta della sua carriera, si verifica andando a calcare i campi delle categorie inferiori, e precisamente quello della Settempeda di San Severino Marche. Per lui sono 23 le reti nella prima stagione, che valgono la promozione in Eccellenza, e, appunto, 29 nella seconda. Una media di 0,89 gol a partita che attira l’attenzione del vulcanico presidente del Perugia Luciano Gaucci, scopritore da sempre di talenti delle serie minori, che nel 1998 lo convince a fare il grande salto e a indossare la casacca del grifone. Per la prima volta, il 29 e il suo cognome sono insieme nello stesso posto: la maglietta degli umbri.
Bucchi non si fa pregare e ripaga la fiducia con 5 gol nelle sue prime 27 presenze in Serie A, quasi la metà di quante ne avrebbe poi realizzate in totale, in carriera, in questa categoria. Realizzazioni, però, che contribuiscono alla salvezza degli umbri, ottenuta, per un punto, all’ultima giornata, nella corsa testa a testa contro la Salernitana. La stagione successiva ottiene un altro trionfo personale, con la maglia del Vicenza, che conduce, con 10 reti, al raggiungimento della promozione in massima serie. Dopo un’altra breve parentesi a Perugia, interrotta dalla squalifica di un anno a causa della sua positività al nandrolone in un test antidoping, comincia a girovagare ininterrottamente, tra i campi di provincia, prevalentemente in Serie B. Dopo aver siglato 9 reti con la Ternana, vive un periodo di flessione tra Catania, Cagliari e Ancona, dove non riesce a evitare la retrocessione in cadetteria ai marchigiani. In particolare, il periodo negativo viene ulteriormente segnato, nei trascorsi sardi, dalla perdita della cara compagna Valentina, a pochi mesi dalle nozze, con la quale aveva avuto una figlia, Emily, un anno e mezzo prima. Tuttavia il calcio e la vita sapranno dargli il giusto riscatto.
Da capocannoniere della Serie B alla parabola discendente, passando per Napoli e per il matrimonio con Francesca
In campo le principali soddisfazioni arrivano con Ascoli e Modena, trascinate rispettivamente con 17 gol alla promozione (a tavolino dopo la combine Genoa-Venezia) in Serie A, e ai playoff con, tanto per cambiare, 29 gol, a 29 anni. Numeri importanti che valgono la chiamata dell’ambizioso Napoli di Aurelio De Laurentiis ed Edy Reja, seriamente candidato al doppio salto di categoria insieme al Genoa, ma entrambe dovranno fare i conti con la Juventus retrocessa dopo lo scandalo Calciopoli. A fine stagione i pronostici vengono rispettati e tutte e tre festeggiano il ritorno in massima serie senza passare dai playoff, ma Bucchi delude le aspettative, realizzando solo 8 reti in 29 presenze. Il famigerato numero, quindi, si ripresenta anche stavolta, ma non in maniera positiva, sulla strada dell’attaccante.
Come avrebbe poi dichiarato egli stesso, a distanza di anni: “Era un’occasione troppo grande. Avrei voluto lasciare il segno. Ma alla fine l’importante è stato vincere. Vincere lì non ha prezzo, si instaura un legame magico con la città“. Sul piano personale, poi, la Campania e precisamente Ravello, in provincia di Salerno, nel 2009, faranno da cornice al matrimonio con Francesca, dalla quale avrà altri due figli: Nicolò e Mathias. Siena, Bologna, nuovamente Ascoli, Cesena e Pescara le ultime tappe di Bucchi giocatore, il quale non riuscirà, tuttavia, a incidere come nelle annate precedenti, e totalizza altre 13 reti in quattro stagioni. A fine carriera, tuttavia, sono ben 90 quelle in cadetteria, e una nella Nazionale italiana under-21 di Marco Tardelli, con la quale ottiene tre presenze.
Cosa fa oggi Cristian Bucchi: una nuova vita in panchina
È sempre l’Abruzzo la terra che gli concede la possibilità di iniziare anche una nuova vita calcistica: quella da allenatore. Le sue squadre variano il proprio stile di gioco tra il 4-3-3 e il 4-3-1-2, nel segno della compattezza tra i reparti ma con una decisa propensione offensiva, senza mai mollare un centimetro. In altre parole, in pieno stile del Bucchi giocatore. La sua nuova carriera ha inizio proprio con la Primavera del Pescara e poi in Serie A con la prima squadra, in sostituzione di Cristiano Bergodi per le ultime undici partite della stagione, conclusasi con la retrocessione e un solo, prestigioso punto ottenuto all’Olimpico contro la Roma.
Dopo Gubbio e Torres, è con la Maceratese che Bucchi ottiene un importante traguardo da allenatore, col terzo posto in Serie C e i playoff persi ai quarti di finale contro il Pisa, successivamente promosso in Serie B. Stesso risultato raggiunto, in seguito, a Perugia, ma in cadetteria, dove cede al Benevento in semifinale, e proprio alla guida delle streghe due stagioni dopo, eliminato dal Cittadella. Successivamente vive la sua prima avventura in panchina, da inizio stagione, in Serie A, col Sassuolo, ma viene esonerato dopo aver ottenuto solo 11 punti in 14 partite. L’ultima esperienza si conclude con un altro esonero, a Empoli, dopo aver totalizzato 17 punti nelle prime dodici di campionato. A distanza di più di un anno l’ex bomber è ancora disoccupato, dopo che in estate si parlava di un suo possibile passaggio al Lugano e soprattutto dopo l’interessamento, non concretizzatosi, del Crotone, per sostituire Giovanni Stroppa. Perciò resta ancora in attesa del progetto giusto che gli consenta di ripartire e dimostrare tutto il suo valore e la sua ambizione.