Vecchie Glorie: parliamo di Cristiano Doni

0

Eccoci giunti al settimo appuntamento con i centrocampisti di questa rubrica targata 11contro11. Dopo aver parlato di Shunsuke Nakamura, oggi è il turno di Cristiano Doni, un grande calciatore, che ha legato la propria carriera alla maglia di un club che, ai tempi, faticava a mantenere la propria posizione in Serie A: l’Atalanta.

Doni è un simbolo della società orobica, per il grande traguardo che, negli anni, è riuscito a raggiungere. Il romano d’origine, infatti, è il miglior marcatore della storia dell’Atalanta, con 112 reti, 103 delle quali realizzate tra Serie A e campionato cadetto. Purtroppo, però, la carriera del classe ’73 è stata macchiata in quel lontano autunno del 2000, quando è stato accusato di aver pilotato un match di Coppa Italia. 

Vecchie Glorie: parliamo di Cristiano Doni

Nel 2011, infine, le incriminazioni si sono concretizzate e il ragazzo atalantino è stato squalificato per ben tre anni. Questo, tuttavia, non ha cancellato le prestazioni che Cristiano Doni è riuscito a fornire in campo. La condanna, dunque, non ha rovinato la carriera di un calciatore che ha vestito anche la maglia della Nazionale.

La carriera di Cristiano Doni

Cristiano Doni nasce a Roma, il 1° Aprile del 1973. Fin da piccolo si innamora del calcio e muove i primi passi all’interno di questo mondo affascinante con la maglia del Crazy Colombo. La società, con sede a Verona, è amatoriale, motivo per il quale il classe ’73, agli esordi, incontra numerosi ostacoli sul proprio cammino. Tuttavia, nonostante alcune difficoltà iniziali di ambientamento, Doni viene notato dal Modena, che decide quasi immediatamente di tesserarlo. Grazie alle sue grandi doti, dal 1988 al 1992, il centrocampista gioca nella primavera del club, prima di passare in prestito al Rimini, durante l’anno 1992-93. In quest’annata, Doni colleziona 31 presenze e 6 gol, sfiorando anche la promozione in C1

I trascorsi a Pistoia, Bologna e Brescia

Dopo l’exploit a Rimini, anche la Pistoiese decide di puntare sul giovane centrocampista romano. Nel ’93-’94, quindi, gioca in Toscana, scendendo in campo per ben 31 volte. Dall’anno seguente, e per due stagioni, milita tra le fila del Bologna, iniziando ad entrare nei radar dei club più blasonati. Nel 1994-95 Cristiano Doni conquista la promozione in Serie B, vincendo il primo trofeo della propria carriera. Nel campionato cadetto, poi, con la maglia n°18 sulle spalle, conquista il primo approdo in massima serie, sollevando il secondo trofeo della propria vita.

Vecchie Glorie: parliamo di Cristiano Doni

Dopo un “doppio salto”, nel 1996, il centrocampista si trasferisce a Brescia, in Serie B. Anche alla fine di questa stagione Doni conquista la promozione in Serie A, per la seconda volta in due anni. Il 31 Agosto 1997 debutta in massima serie, nella gara persa contro l’Inter. Il 29 Marzo del 1998, poi, il classe ’73 segna il suo primo gol, contro il Bari, contribuendo all’1-1 finale.

L’inizio della carriera con l’Atalanta e la parentesi spagnola

Nell’estate del 1998 Cristiano Doni passa all’Atalanta, acerrima rivale della sua ex-squadra. Pur tornando in Serie B, nel 1999-2000, l’esterno sinistro contribuisce alla sua terza personale promozione in A, mediante le 14 reti siglate in 35 presenze. In quest’annata il mister, Vavassori, lo schiera largo nei quattro di centrocampo, permettendogli di sfruttare a pieno le proprie caratteristiche.

Vecchie Glorie: parliamo di Cristiano Doni

Il terzo anno di permanenza a Bergamo è segnato da un caso che sconvolgerà per sempre la carriera del 27enne. Doni, insieme ad altri compagni di squadra, viene accusato di aver pilotato una partita di Coppa Italia, quella contro la Pistoiese. In un primo momento le insinuazioni paiono prive di un reale fondamento. Purtroppo, però, undici anni dopo i fatti, nel 2011, lo stesso calciatore ammetterà le proprie colpe, ricevendo una pesante squalifica. La stagione 2001-02, tuttavia, è la sua migliore, da un punto di vista realizzativo. Il n°27 segna ben 16 gol e aiuta la compagine a salvarsi.

L’anno successivo (’02-’03), l’Atalanta conduce un campionato mediocre e, dopo 38 giornate, retrocede in Serie B. In concomitanza con quest’evento, Doni decide di cambiare aria, accasandosi alla Sampdoria. In realtà, il biennio blucerchiato è segnato da numerosi infortuni, che non permettono al centrocampista di esprimersi al meglio. Nel 2005-2006, infine, gioca in Spagna, con il Maiorca, facendo registrare 24 presenze, condite da due marcature.

Il ritorno all’Atalanta e la fine della carriera

Nell’estate del 2006, dopo tre stagioni lontano dalla Lombardia, Cristiano Doni decide di tornare all’Atalanta. La squadra è appena risalita in Serie A e, in massima serie, il n°72 segna 13 gol. La stagione successiva è quella della definitiva consacrazione: Doni, il 4 Maggio 2008 supera Adriano Bassetto come marcatore più prolifico della storia dei nerazzurri. Nel 2008-09, poi, il classe ’73 non si ferma. Sono ben 9 i gol fatti registrare in A, quattro dei quali contro l’Inter, campionessa d’Italia in carica. 

Vecchie Glorie: parliamo di Cristiano Doni

Infine, tre sono gli ulteriori record che fa segnare in maglia nerazzurra: il primo è quello dei 100 gol con la compagine orobica, il 17 Gennaio 2010, grazie alla doppietta contro la Lazio; il secondo ed il terzo, invece, li fa registrare in Serie B, nell’anno 2010-11. Il 5 Gennaio 2011 taglia le 300 presenze da professionista, siglando anche una marcatura; il 19 Marzo 2011, con una doppietta al Piacenza, raggiunge i 100 timbri in campionato. A fine anno, come ultimo traguardo della carriera, conquisterà la quarta promozione in Serie A.

La breve ma intensa carriera in Nazionale

Alla fine della sua miglior stagione in A, quella 2001-2002, grazie ai suoi 16 gol, Cristiano Doni viene incluso all’interno della lista dei convocati per il Mondiale in Corea e Giappone. Giovanni Trapattoni, tuttavia, lo aveva fatto già esordire il 7 Novembre 2001, in un’amichevole contro i nipponici, partita nella quale il classe ’73 aveva anche trovato la via del gol. Il 3 Giugno 2002 compie il proprio esordio nella manifestazione iridata, giocando da titolare. In quel Mondiale il n°11 azzurro disputa due incontri. In totale sette saranno le presenze con la maglia azzurra, con anche una rete all’attivo.

Cristiano Doni e la squalifica legata al calcioscommesse

Nell’Agosto del 2011, quando l’Atalanta ha appena conquistato la partecipazione per il successivo campionato di Serie A, per Doni arriva la stangata che ne bloccherà per sempre la carriera. Fin dal primo istante l’esclusione è dura: tre gli anni di squalifica per illecito sportivo. Questo deferimento coincide inevitabilmente con il suo addio al calcio.

Il 1° Giugno 2011, due mesi prima, infatti, era cominciata l’operazione Last Betgrazie alla quale, il 26 Luglio, erano stati deferiti dalla FIGC tutti i calciatori coinvolti. Il 3 Agosto la richiesta del procuratore federale Stefano Palazzi era stata quella di una sanzione lunga 3 anni e 6 mesi. Il 9 Agosto, infine, era stata confermata la sentenza.

Vecchie Glorie: parliamo di Cristiano Doni

Il 19 Dicembre del 2011, quattro mesi più tardi, Doni viene arrestato insieme ad altre 16 persone. L’ex-calciatore è così costretto a varcare la soglia del carcere. Il 31 Maggio 2012, dopo una trafila burocratica infinita, grazie ad un patteggiamento, il periodo di squalifica diventa di soli cinque anni e sei mesi. 

Nel 2015 un’altra è l’accusa, poi rivelatasi infondata e calunniosa, che pende sul capo di Cristiano Doni: quella di associazione a delinquere. Il 22 Dicembre 2016, infatti, la denuncia verrà archiviata per mancanza di prove e il Tribunale di Bologna scagionerà totalmente l’ex-atalantino.

Il presente di Cristiano Doni

Dopo la squalifica ed il carcere, Doni è tornato a Bergamo, per vivere e per ritrovare la tranquillità. Il 4 Dicembre 2008, infatti, la città lombarda aveva eletto il calciatore a “cittadino benemerito di Bergamo“, grazie alle imprese compiute sul campo. Proprio il capitano bergamasco era stato il primo a ricevere una tale onorificenza.

Tornando con la memoria agli anni bui della propria vita, Doni ha dichiarato: “La cosa più difficile è stata preparare mia figlia, spiegarle quel che era accaduto a suo papà. Sono stato un imbecille e non esiste nessuna giustificazione. Non prendetemi come esempio, anzi, fate come Andrea Masiello. Bisogna avere il coraggio di parlare e raccontare tutto il marcio nel calcio. Si deve giocare pulito. Sempre. E non dare retta a chi vi chiede di barare, anche se fosse un compagno. Dovete denunciarlo: far finta di nulla è grave quasi come alterare una partita. Non prendete esempio da me“. Eppure, da queste parole, ricche di sincerità e di saggezza, molti al giorno d’oggi dovrebbero prendere spunto.

Vecchie Glorie: parliamo di Cristiano Doni

Indubbiamente la squalifica ha pesato tantissimo sulla reputazione di un ragazzo che ha donato al calcio tutta la propria vita. Da idolo dei tifosi ad essere scaricato dalla curva bergamasca il passo è stato breve ma, forse, questo abbandono non è completamente giustificato. Doni ha infatti dichiarato: “In carcere stavo da solo e ripetevo: “Ma come hai fatto? Quanto sei stato stupido?” Non ho dormito per due notti, anzi mai. Non chiedo di perdonarmi, sarebbe troppo, chiedo solo che non siano cancellate tutte le cose buone che ho fatto in campo”.

Ci sentiamo di dire che, sicuramente, Doni ha compiuto un gesto non sportivo. Eppure, sappiamo con certezza che, per quel che ha dimostrato in campo e per l’attaccamento alla maglia, nessun tifoso atalantino potrà mai dimenticarlo.

Un’ultima considerazione sul calciatore e sull’uomo

L’ex-centrocampista dell’Atalanta vive a Palma de Maiorca, dove nell’estate del 2012 ha aperto anche un locale sulla spiaggia. Oggi, invece, sta per inaugurare il suo ristorante, chiamato “Il Chiringo pizzeria“, a Palmanova. Certamente, però, la vita non gli ha messo dinnanzi sfide semplici da superare. La nascita calcistica a Modena; la consacrazione con il Bologna e le due promozioni consecutive; l’approdo all’Atalanta, squadra della quale è diventato simbolo e per la quale ancora oggi nutre un affetto profondo; le vicende legate al calcio scommesse, che hanno interrotto la storia d’amore tra Cristiano Doni e il calcio, almeno sul campo. Quando vestiva scarpe e pantaloncini, infatti, era sempre un piacere osservarne le movenze. Quattro le promozioni raggiunte, più di 100 i gol segnati e più di 300 le presenze, il tutto legato da un cuore grande e un’infinita voglia di raggiungere i propri obiettivi.

In Spagna l’ex-numero 72 sta dimostrando che, risalire dal baratro è possibile, se si è capaci di mostrare voglia di fare ed intraprendenza. La squalifica è soltanto una macchia, uno sbaglio, che ha fatto comprendere al classe ’73 i veri ed importanti valori. Errare è umano e da questo Doni ha saputo trarne un beneficio. Il centrocampista ha infatti dato una svolta netta alla propria esistenza. La vicinanza della figlia Giulia è stata senz’altro importante, così come la possibilità di ripartire da zero. Del resto, la vita è disposta a darci un’altra chance: sta a noi decidere se sfruttarla o meno. Cristiano Doni ce l’ha fatta e per questo non possiamo che essere felici.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui