Dopo aver parlato ieri di Christian Terlizzi, torna anche oggi la rubrica dedicata alle Vecchie Glorie del nostro campionato. In questo appuntamento parleremo di un calciatore che ha esordito in Serie A nel 1994 e che si è affermato come difensore, prima con la maglia del Brescia e poi con quella dell’Inter: Daniele Adani.
Oggi, per i ragazzi meno attempati, Lele Adani è famoso più per le telecronache che per le gesta in campo. In realtà, però, il ragazzo originario di Correggio ha anche collezionato cinque presenze con la maglia della Nazionale e ha vinto un Campionato di Serie B e una Coppa Italia (con la maglia della Fiorentina).
Daniele Adani è il simbolo di un calcio romantico, legato alla passione sfrenata e alla voglia di raccontare storie coinvolgendo i tifosi di tutto il mondo. Il telecronista ha introdotto un nuovo stile di narrazione, legata alle tradizioni sudamericane, con l’esaltazione di alcuni approcci calcistici quali la garra e il futbòl uruguagio.
La carriera di Daniele Adani
Daniele Adani nasce il 10 Luglio 1974 a Correggio, in provincia di Reggio Emilia. Fin da quando è un ragazzino impara ad amare il calcio e adora praticare questo sport. La sua prima esperienza in questo affascinante mondo è quella con la maglia della Sammartinese, squadra del suo paesino popolato da circa 8000 anime: San Martino in Rio. All’età di 18 anni, però, le abilità tecniche sono molto marcate e il Modena decide di investire sulla formazione del ragazzo.
Lele Adani è un difensore molto abile e in Emilia-Romagna compie le sue prime apparizioni tra i “grandi”, nell’annata ’91-’92. In Serie B gioca 48 gare e segna anche un gol, tanto che la Lazio del presidente Dino Zoff sceglie di acquistare il suo cartellino, durante l’estate del 1994. Con la maglia dei capitolini, però, non trova spazio e a Novembre dello stesso anno si accasa al Brescia. Con la maglia delle Rondinelle, il classe ’74 vivrà una delle parentesi più felici della sua storia da calciatore.
L’esperienza al Brescia e la parentesi vincente a Firenze
Durante la stagione ’94-’95, Adani compie il proprio esordio in massima serie, il 20 Novembre. In quest’annata, il difensore scende in campo per ben 30 incontri, eppure il Brescia non riesce ad evitare la retrocessione in Serie B. Nonostante il passaggio ad una categoria inferiore, il nativo di Correggio non tradisce i colori bianco-blu e diventa una colonna portante della squadra.
Per ben due stagioni la compagine lombarda milita nel campionato cadetto, arrivando, alla fine del 1997, alla conquista della promozione in Serie A. Il 15 Giugno 1997, infatti, grazie al 3-1 contro il Venezia 1907, Daniele Adani solleva il primo trofeo della propria carriera: il trofeo “Coppa Ali della Vittoria“. L’anno successivo, poi, il bresciano d’adozione segna anche il suo primo gol in massima serie. Il 7 Dicembre 1997 il difensore centrale realizza la sua prima rete nella vittoria conseguita contro l’Empoli, con il punteggio di 3-1.
Nel 1998-99, in seguito alla retrocessione dell’anno precedente, Lele Adani disputa il campionato di Serie B, segnando anche 4 gol. Nell’estate del ’99, poi, la Fiorentina acquista il suo cartellino e lo porta in viola. Con la maglia gigliata, il classe ’74 gioca anche la Champions League, durante il suo primo anno di permanenza nel club. L’esordio lo compie nel terzo turno preliminare della competizione, giocato contro il Widzew Lodz, durante il quale il difensore centrale segna anche un’importante rete.
Il punto più alto della sua esperienza toscana, però, lo tocca alla fine della stagione 2000-2001. Insieme ai compagni Rui Costa ed Enrico Chiesa, il talento emiliano solleva la Coppa Italia, il trofeo più importante della sua carriera da calciatore. Alla fine dell’anno seguente, nell’estate del 2002, la Fiorentina fallisce e tutti i calciatori vengono svincolati dal club.
Il grande salto (l’Inter) e il ritorno alle origini (Brescia e Sammartinese)
Nell’Agosto del 2002, Lele Adani si ritrova senza squadra ma non deve attendere a lungo una chiamata. L’Inter, infatti, bussa alla porta e gli offre il contratto più “prestigioso” della carriera. L’abile difensore non può che accettare il richiamo milanese. Durante la sua permanenza meneghina, l’ex-Brescia gioca la Champions League, scendendo in campo contro Olympique Lione, Ajax e Valencia, non trovando però la via della rete. In campionato sono solamente sette le presenze, condite però da un gol.
Il ragazzo ormai trentenne vivrà due acuti in nerazzurro, entrambi il 12 Febbraio 2004, durante la semifinale di ritorno di Coppa Italia, contro la Juventus. Prima, su respinta del portiere bianconero, ribatte in rete il gol del momentaneo 2-2. Successivamente, per esultare, si toglie la maglia e mostra una dedica per un tifoso speciale. La scritta recita: “Francesco torna…”.
Il difensore dedica questo gesto ad un ragazzo interista, bresciano d’origine, che da qualche giorno era fuggito da casa, scomparso e poi ritrovato a Genova qualche ora più tardi. L’azione di Daniele Adani è simbolica ma veramente significativa: il classe ’74 ha capito quanto il calcio vada al di là del semplice rettangolo verde.
Nell’estate del 2004, poi, Adani torna a Brescia, anche se nel Marzo del 2005 deciderà di rescindere il contratto con la compagine biancoblu, a causa di alcuni diverbi con i tifosi lombardi. Successivamente, e fino al 2008, scende in campo con le maglie di Ascoli ed Empoli, collezionando però soltanto 24 presenze totali.
Infine, dal 2008 al 2011 milita nel club che prima di tutti aveva creduto in lui, la Sammartinese, finché poi non deciderà di appendere le scarpe al chiodo.
Il breve ma intenso capitolo in Nazionale
Daniele Adani viene convocato ben 14 volte in Nazionale, quando sulla panchina della nostra rappresentativa siede Giovanni Trapattoni. In realtà, però, il ragazzo di San Martino in Rio disputa cinque amichevoli e indossa la maglia n°5 o la n°13. L’esordio lo compie il 15 Novembre 2000, allo Stadio Delle Alpi di Torino, subentrando a Nesta, al minuto 67 della gara contro l’Inghilterra.
L’ultima apparizione in maglia Azzurra è quella del 31 Marzo 2004, quando il classe ’74 milita ancora tra le fila nerazzurre. Sempre sotto la guida di Trapattoni, il difensore centrale gioca 90′ nella sfida contro il Portogallo, a Braga. Dopo cinque presenze e 248 minuti, la storia tra Adani e l’Italia si interrompe.
Il post-carriera e l’inizio di una nuova avventura
Il 29 Agosto 2010, l’emittente televisiva Sportitalia offre a Daniele Adani un contratto per collaborare con il proprio canale sportivo. Il ragazzo non tentenna ed accetta la proposta, entrando a far parte di questa nuova e speciale squadra. Fin da subito, il classe ’74 si afferma in qualità di commentatore tecnico, seguendo con grande passione e trasporto il Campionato argentino di calcio e la Copa Libertadores.
Il 13 Giugno 2011 il suo ex-allenatore, Silvio Baldini, gli propone di entrare a far parte dello staff del Vicenza. Volenteroso di intraprendere un nuovo percorso professionale, Adani decide di seguire il tecnico toscano, divenendo l’allenatore in seconda della formazione veneta. Il 4 Ottobre 2011, però, Baldini viene esonerato e con lui perde il posto anche il protagonista della nostra storia. Sportitalia, tuttavia, non si lascia sfuggire un professionista di così elevato livello: Adani rientra nella squadra dei commentatori della stazione televisiva.
Nell’estate del 2012, poi, l’ex-difensore compie il grande salto, firmando un contratto con SKY ed entrando nel gruppo di giornalisti ed opinionisti più famoso e conosciuto d’Italia. Il livello delle telecronache è alto, i temi trattati sono freschi e nuovi; il pubblico televisivo è ammaliato dalle parole di Adani, che ben presto diventa, meritatamente, un vero e proprio punto di riferimento.
Il presente di Daniele Adani: SKY e l’amore per il football
Indubbiamente Lele Adani è un personaggio televisivo originale, nel senso che non è il “solito” telecronista. Proprio questa sua caratteristica lo rende speciale ed unico. Il classe ’74 si dimostra, ad ogni match, appassionato e coinvolgente, in grado di raccontare storie mentre conduce una telecronaca.
L’ex-difensore, inoltre, è preparato dal punto di vista tattico. Questo gli è stato riconosciuto fin dagli esordi, sia dai colleghi che dai calciatori del nostro campionato. Il famoso screzio avuto con Allegri, che ai tempi allenava la Juventus, ha messo in mostra quanto bene Adani faccia il suo lavoro. Il tecnico toscano ha accusato il telecronista di essere un “teorico” ma l’ex-Brescia è pagato proprio per far questo. SKY vede in lui una figura di riferimento dal punto di vista tecnico/tattico, in grado di discorrere in merito alle sottigliezze “di campo”, che vengono comprese solo da una piccola fetta di pubblico.
Famosissima fu la sua telecronaca in occasione della sfida di Champions League Inter-Tottenham, quando, insieme a Trevisani, i due si esaltarono per il gol di Vecino, che permise ai nerazzurri di superare i rivali inglesi. Celebre, da quel giorno, il detto “garra charrua”, che poi il ragazzo emiliano ha spiegato così: “L’Uruguay è il miracolo calcistico del mondo. È grande come la Toscana, eppure ha vinto due Mondiali e due Olimpiadi perché loro hanno la ‘garra’, l’artiglio per lottare alla morte, e hanno discendenze ‘charrua’, una piccola tribù indigena che lottò per secoli contro i colonizzatori”.
Una piccola riflessione finale su Daniele Adani
L’ultimo inciso, all’intero del paragrafo precedente, è stato fatto per dimostrare quanto Daniele Adani sia un valore aggiunto all’interno di una categoria che, sempre più spesso, risulta essere piatta ed imitatrice.
Da calciatore il n°5 s’è fatto apprezzare ovunque abbia militato, sia per le abilità sportive che per le grandi doti morali. Indubbiamente le convocazioni in Nazionale sono lo specchio di quanto Adani sia stato un buonissimo prospetto per il calcio nostrano. Da telecronista, poi, la sua carriera è decollata. Oggi, il nativo di Correggio, dopo aver intrapreso diverse esperienze professionali, ha compreso cosa la vita gli abbia riservato.
Adani è un esempio per chiunque voglia intraprendere una carriera dedicata al giornalismo sportivo. Il cronista italiano conduce il proprio impiego con una passione smisurata, crede fortemente in quel che fa e sa far appassionare anche gli spettatori televisivi meno esperti. Egli è, soprattutto, un punto di riferimento per gli amanti del calcio. Grazie alle sue storie e ai suoi racconti legati al Sudamerica, Lele Adani ci ha fatto capire che il lato romantico del calcio non potrà mai morire.