Dopo avervi parlato di Medhi Benatia e di Giuliano Giannichedda, oggi torna la rubrica dedicata alle Vecchie Glorie del nostro campionato. Nell’appuntamento di questa sera, abbiamo il piacere di trattare le vicende sportive di un calciatore sfortunato perché soggetto a molti infortuni e frenato da un corpo che non ha fatto rendere il giocatore tanto quanto il talento avrebbe fatto pensare. Davide Santon, dunque, è il protagonista del nostro incontro odierno.
Santon è stato un calciatore in grado di sollevare al cielo ben sette trofei, compresa anche una Champions League. Il classe ’91 ha anche compiuto l’esordio in Nazionale, fatto da non sottovalutare quando si analizza la carriera di un professionista. Inoltre, ha giocato prevalentemente con l’Inter e, con la Beneamata, ha collezionato più di 100 presenze.
Sebbene, dunque, il fisico non lo abbia supportato, oggi abbiamo il piacere di parlarvi di uno dei terzini più promettenti degli anni 2000, inserito anche da Don Balòn, nel 2010, come uno dei giovani migliori nati dopo il 1989.
La carriera di Davide Santon
Davide Santon nasce il 2 gennaio del 1991, a Portomaggiore, in provincia di Ferrara. Fin da quando è un bambino si avvicina al mondo del calcio ed entra nel settore giovanile del Ravenna. Già a 14 anni, tuttavia, l’Inter mette gli occhi su di lui e decide di portarlo a Milano.
Le giovanili dell’Inter e la vittoria del Triplete
Santon, nelle giovanili dei nerazzurri vince numerosi trofei, collezionando un campionato giovanile U-15, un campionato di Allievi Nazionali ed un torneo di Viareggio, nel 2008. Proprio in quest’anno, il classe ’91 viene aggregato al gruppo della prima squadra. Il 21 gennaio 2009, sotto la guida di José Mourinho, Santon compie il proprio esordio tra i professionisti, in una gara valida per la Coppa Italia. Il 25 gennaio, poi, esordisce anche in Serie A.
Il 24 febbraio 2019, il tecnico portoghese, a soli 18 anni, lo lancia da titolare nella delicata sfida di Champions League contro lo United. Il ragazzo non solo non sfigura, bensì compie un grande lavoro in marcatura su un avversario tostissimo come Cristiano Ronaldo. Da quel momento, i fari sono puntati tutti su di lui.
Alla fine del 2008-2009 vince lo Scudetto e la UEFA lo inserisce in Top-10 tra i giovani più promettenti del panorama internazionale. Nel 2009-2010, l’Inter di Mourinho domina le competizioni nazionali ed internazionali e Santon non trova tanto spazio. Il secondo motivo del suo essere arretrato nelle retrovie è quello legato all’infortunio occorsogli al menisco del ginocchio destro, durante una gara della nazionale U-21. Comunque, a fine anno, anch’egli risulta nella rosa di coloro che hanno vinto il Triplete.
La perdita d’importanza e le esperienze a Cesena e Newcastle
L’addio di Mourinho porta a Milano Rafa Benitez, che gli concede ancor meno spazio. Nonostante ciò, Santon si può forgiare del titolo di Campione del Mondo per club. Il 31 gennaio 2011, dopo sei mesi difficili, il classe ’91 sposa il progetto del Cesena, trasferendosi in Romagna e rientrando nello scambio con Yuto Nagatomo. Il 2 febbraio successivo esordisce con la nuova casacca.
Rientrato all’Inter, nell’agosto del 2011, per 6 milioni di euro, viene venduto al Newcastle, che gli fa firmare anche un contratto quinquennale. Il 16 ottobre 2011 esordisce contro il Tottenham e da metà dicembre in poi è sempre titolare, sotto la guida di Alan Pardew.
Nel 2012-2013 segna il primo gol tra i professionisti contro lo Wigan: è il 17 marzo 2013. Nelle successive due annate, poi, incapperà in numerosi infortuni, che lo costringono a lasciare la terra inglese.
Il ritorno all’Inter, le 200 presenze e la fine della carriera
Il 2 febbraio 2015, Davide Santon torna all’Inter, in prestito con obbligo di riscatto al raggiungimento delle 10 presenze da titolare. Piaciuto subito a Mancini, che lo vede come propria prima scelta su entrambe le fasce, il ragazzo ferrarese riprende vigore e già il 19 marzo 2015 viene riscattato.
Nel 2015-2016 dapprima è titolare ma poi se la gioca con Nagatomo e Alex Telles. L’estate del 2016 poteva volare a Napoli ma non supera le visite mediche. Il 2016-2017, con Stefano Pioli, è altalenante: due soltanto le presenze. Nel 2017-2018, sotto la guida di Spalletti, viene designato come riserva del club ma il 15 ottobre 2017, nel derby contro il Milan, ben figura e raggiunge le 200 presenze tra i professionisti. Il 3 dicembre, scende di nuovo in campo e qui raggiunge i 100 gettoni con la casacca nerazzurra.
Infine, il 26 giugno 2018, per 9.5 milioni di euro, nello scambio che vedeva coinvolti Radja Nainggolan e Nicolò Zaniolo, il ragazzo emiliano passa alla Roma. Il 31 agosto debutta ma con Paulo Fonseca il rapporto non è ottimale. Nei due anni del portoghese è ai margini della squadra e, nell’estate del 2021, il tecnico che lo aveva lanciato tra i grandi del calcio, lo mette addirittura fuori rosa.
Dopo essere rimasto senza contratto dal giugno del 2022, nel settembre dello stesso anno, Davide Santon annuncia il suo addio al calcio giocato, adducendo come motivi gli acciacchi fisici, soprattutto alle due ginocchia che gli erano occorsi in passato.
Davide Santon e la carriera in Nazionale
Davide Santon entra nel giro delle Nazionali italiane fin da quando è giovanissimo. Infatti, gioca sia per l’U-16 che per l’U-17 azzurra, passando poi subito all’Under-21.
Il 30 marzo 2009 esordisce con gli Azzurrini di Pierluigi Casiraghi, nell’1-1 contro l’Olanda. Successivamente, rimane nel giro dell’U-21, sebbene venga convocato dalla nazionale maggiore. Il 6 giugno 2009 esordisce con i “grandi”, sotto la guida di Marcello Lippi, ma gioca le qualificazioni per Euro U21, venendo eliminato insieme ai compagni dalla Bielorussia.
A 18 anni e 9 mesi esordisce in Nazionale maggiore, ribadendo a tutti quanto il suo potenziale sia immenso. In U-21 è capitano sotto Ciro Ferrara, mentre poi verrà accantonato da Devis Mangia. Per la Confederations Cup del 2009, comunque, Santon viene convocato.
Il 17 novembre 2010 è titolare nell’amichevole contro la Romania. Poi, anche il 29 marzo 2011 gioca contro l’Ucraina a Kiev; devono passare due anni per rivederlo nel giro dei convocati, quando Santon gioca ancora da titolare la sfida contro l’Olanda, conclusasi 1-1. L’ultima sua convocazione, infine, risale al periodo di Antonio Conte come CT, che lo porta in panchina nel match contro l’Inghilterra (il 31 marzo 2015) ma che non lo fa giocare.
Le valutazioni conclusive sulla carriera di Santon
Indubbiamente, Santon è stato un calciatore che avrebbe potuto vincere di più, durante l’arco della propria carriera. Aver raggiunto, comunque, le 100 presenze con la maglia dell’Inter è stato motivo d’orgoglio per il classe ’91. Arrivare in tripla cifra di apparizioni con uno dei club più importanti d’Europa non è da tutti.
Oltre ai gettoni nelle competizioni con i club, Davide Santon ha anche collezionato 8 presenze in Nazionale. Relativamente pochi calciatori hanno giocato con la casacca azzurra, nel corso della storia italiana e, lui, può dichiarare di esserci riuscito. Infine, sia l’UEFA e che Don Balòn si erano sbilanciate su di lui, agli esordi della carriera. Questo è simbolo del fatto che, il ragazzo aveva tutte le carte in regola, a livello tecnico-tattico, per sfondare all’interno del mondo del pallone.
Il suo più grande rammarico rimarrà la fragilità fisica. Senza i ripetuti infortuni e i guai muscolari, il nativo di Portomaggiore avrebbe potuto disputare anche un Mondiale o vivere una carriera ai massimi livelli possibili.