Dopo aver trattato le storie di Giuseppe Biava e di Frank Lampard, anche quest’oggi torna la rubrica dedicata alle Vecchie Glorie del nostro campionato di calcio. In quest’appuntamento parleremo di un estremo difensore uruguagio, che nella nostra Serie A ha vestito le maglie di Juventus, Inter e Cagliari, salvo poi concludere la propria carriera in Sud America: Fabian Carini.
Partito dal Danubio di Montevideo, Carini è riuscito ad approdare in Europa grazie alle grandi aspettative che si erano create su di lui. Purtroppo, il classe ’79 non è riuscito a soddisfare le richieste dei grandi club di Serie A sebbene abbia giocato addirittura 74 partite con la rappresentativa del proprio paese.
La carriera di Fabian Carini
Hèctor Fabian Carini Hernandez nasce a Montevideo il 26 dicembre 1979. Fin da piccolo si appassiona al gioco del calcio e decide di difendere i pali della porta. Nel 1997 riesce ad entrare a far parte del Danubio, squadra della capitale dell’Uruguay, fornendo anche ottime prestazioni. Fin da quel momento, il giovane sudamericano ha gli occhi puntati su di sé e inizia ad essere convocato in Nazionale.
La particolarità del classe ’79 è che, nonostante il ruolo ricoperto, durante l’arco della carriera è riuscito a realizzare anche dei calci di rigore. Quando si pone l’attenzione su questo dettaglio curioso, non si può che ripensare a Rogerio Ceni, il portiere del San Paolo famosissimo per i suoi calci piazzati.
Il passaggio in Italia e le critiche
Nel gennaio del 2001, dopo aver difeso per 46 volte la porta del Danubio (e dopo aver realizzato tre gol), Carini viene acquistato dalla Juventus. Dopo più di sei mesi relegato in panchina, il 31 ottobre 2001 l’uruguagio esordisce in bianconero. In Champions League contro il Celtic, però, la prestazione non è tra le più felici. Il ragazzo subisce quattro gol e la Juventus esce sconfitta dal campo scozzese.
Nel 2002, a causa di partite non brillanti, Carini viene ceduto in prestito allo Standard Liegi. In Belgio, l’ex-Danubio gioca per due anni e segna anche un gol, convincendo però soltanto a tratti il club bianco-rosso. Nel 2004, dopo essere rientrato a Torino, dunque, passa all’Inter.
L’Inter, le panchine e il ritorno in patria
In nerazzurro, Fabian Carini trova poco spazio. L’esordio avviene il 4 dicembre 2004 contro il Messina, nella vittoria per 5-0. Durante questa gara, l’uruguagio mette in mostra tutte le proprie doti. Subentrato in seguito all’espulsione di Francesco Toldo, infatti, il n°15 para un rigore a Nicola Amoruso.
Alla fine del 2004-2005 vince una Coppa Italia con la squadra milanese per passare, poi, al Cagliari. In Sardegna, però, il rapporto poco sereno con lo spogliatoio non lo fa esprimere al massimo delle proprie potenzialità.
Dopo essere tornato all’Inter, a fine contratto (ovvero a fine ’06-’07), decide di trasferirsi in Spagna. Il Real Murcia gli apre le porte dello spogliatoio e lo accoglie con entusiasmo. Dopo sole 12 presenze e 21 gol subìti, però, nel 2009 sceglie di tornare nel proprio continente d’origine.
L’Atletico Mineiro è la prima compagine che gli offre un posto. Nel 2009-2010, dunque, gioca per i bianconeri. Nel 2011-2012, invece, torna proprio in Uruguay e difende i pali del Club Atletico Penarol. Fabian Carini, tuttavia, ritrova continuità solo nella sua terzultima e penultima avventura da professionista.
Nel 2013 l’ecuadoregno Deportivo Quito lo schiera per 39 volte; dal 2014 al 2016, invece, la Juventud di Las Piedras lo fa scendere sul terreno di gioco in 69 occasioni.
Il 9 gennaio del 2017, quando è il portiere del Montevideo Wanderers decide di dare il proprio addio al calcio giocato, dopo aver disputato la bellezza di
Fabian Carini e la Nazionale uruguagia
Fin dagli esordi della carriera, Fabian Carini ha indossato la maglia della propria Nazionale. Con l’Under-20 dell’Uruguay, il classe ’79 ha disputato un campionato del Mondo, arrivando al secondo posto.
Con la rappresentativa maggiore, invece, il nativo di Montevideo ha giocato 74 partite, scendendo in campo in occasione di un Mondiale (quello del 2002) e di ben tre Coppe America. A “Paraguay 1999” la Nazionale di Carini si piazza al secondo posto, capitolando solo per mano del Brasile di Ronaldo e Rivaldo. nel 2004, in Perù, invece, la Celeste si ferma in Semifinale e chiude al terzo posto.
Le riflessioni sulla carriera del portiere sudamericano
L’arrivo in Italia di Fabian Carini, nel 2001, coincise con lo scandalo definito “Passaportopoli” dalla stampa nostrana. Numerose squadre di Serie A, infatti, avevano provato a naturalizzare, in modo illecito, alcuni calciatori extracomunitari. Tra questi, possiamo citare Dida del Milan, Recoba dell’Inter e Veròn della Lazio. Anche Carini rientrò nelle indagini della procura ma non venne mai condannato.
Oltre a questa particolarità, Carini viene ricordato per le sue prestazioni con la Nazionale dell’Uruguay. Aver giocato un campionato del Mondo e tre Coppe America, del resto, non è un fatto banale.
Durante l’arco della propria carriera, il classe ’79 ha vinto anche sei trofei: un campionato Mineiro, due campionati italiani (con Juventus e Inter), una coppa Italia e due Supercoppe italiane (sempre con i nerazzurri). Nonostante non venga citato tra i migliori interpreti sudamericani del ruolo, il nativo di Montevideo può quindi vantare d’aver vissuto una buona carriera.
In definitiva, Carini è stato un portiere atipico. Sebbene in Europa non sia mai riuscito a “sfondare”, in patria ha sempre ben figurato. Le sue apparizioni in maglia Celeste hanno reso un successo la sua vita calcistica. Aver realizzato anche qualche rete rende la storia di Fabian ancor più affascinante.