Dopo la pausa estiva torna la rubrica “Vecchie Glorie”, targata 11contro11, analizzando, dopo quella di Fabian Carini, la carriera di un altro portiere distintosi tra Serie A e non solo: Gennaro Iezzo. L’estremo difensore campano non ha cambiato tante maglie, ma ovunque è andato è sempre riuscito a dare un contributo importante alla causa della squadra. Oltre al Napoli anche quelle di Catania e Cagliari sono state tappe importanti di un percorso vissuto all’insegna dell’esplosività e della sicurezza tra i pali.
La carriera di Gennaro Iezzo: una vita nelle piccole realtà di provincia
Gennaro Iezzo nasce l’8 giugno 1973 a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Proprio nelle scuole calcio locali il ragazzo comincia a muovere i primi passi sul rettangolo verde, capendo sin da subito di avere la propensione a difendere la porta della propria squadra. Crescendo garantisce prestazioni sempre più convincenti, al punto che la squadra della propria città, la Juve Stabia, decide di metterlo sotto contratto, aggregandolo al settore giovanile. Dopo quattro stagioni, e poche presenze, nella Scafatese, con la quale esordisce in Interregionale, intervallate da un anno ad Avellino, nel 1994 arriva la chiamata della Nocerina. Un ‘esperienza che rappresenta la svolta per la sua carriera.
Pur giocando quasi sempre da gregario, Iezzo esordisce con i rossoneri tra i professionisti, ottenendo prima una promozione dalla Serie C2 alla Serie C1 sotto la guida di Pasquale Santosuosso prima e di Luigi Delneri poi. Dopo aver sfiorato il doppio salto fino alla cadetteria, sfumato solo in semifinale playoff in seguito alla doppia sfida contro l’Ascoli, il portiere stabiese riesce a vivere una stagione da protagonista. Prima affrontando e fermando i campioni d’Europa della Juventus sullo 0-0 con tante parate decisive agli ottavi di finale di Coppa Italia, e poi salvando i “molossi” dalla retrocessione dopo i playout col Sora. Il tutto prima di accettare la corte dell’Hellas Verona, che lo fa esordire in Serie B.
Da Catania a Cagliari, nel segno della promozione
In gialloblù Gennaro Iezzo vive due stagioni come secondo di Graziano Battistini, non riuscendo a imporsi come titolare. Opportunità che invece gli viene garantita dal Catania, anche se scendendo nuovamente di categoria. Un downgrade che dura quattro lunghe stagioni ma che culmina nella più che meritata promozione in Serie B nel 2002. Decisamente più tormentata quella successiva, terminata con la retrocessione sul campo e il conseguente ripescaggio in seguito al celeberrimo “caso Catania”. Nel frattempo, tuttavia, l’estremo difensore decide di cambiare aria, approdando all’ambizioso Cagliari allenato da Gian Piero Ventura prima ed Edi Reja poi.
Questo avvicendamento comporta la crescita progressiva della squadra rossoblù, che a fine stagione chiude il campionato al secondo posto, con conseguente promozione in Serie A dopo quattro anni di assenza. E manco a dirlo, pur giocando poco, Iezzo è uno dei protagonisti assoluti, regalando parate importanti nei momenti cruciali della stagione. Un debito di riconoscenza saldato dai sardi con la possibilità non solo di farlo esordire, a 31 anni, in massima serie, ma anche di farlo giocare titolare. Un’esperienza a dir poco esaltante, conclusasi con la salvezza del Cagliari a fine stagione. Tuttavia, proprio nel momento di massima realizzazione, nel 2005 arriva per Iezzo la chiamata che svolta definitivamente la sua carriera.
L’esaltante esperienza al Napoli
Quando sembrava ormai certo di finire di giocare in massima serie, Gennaro Iezzo ha deciso di abbracciare una nuova e stimolante sfida trasferendosi al Napoli. Gli azzurri, rinati dalle ceneri del fallimento grazie ad Aurelio De Laurentiis appena un anno prima, hanno fallito la pronta risalita in cadetteria e decidono di allestire una squadra che non fallisca nuovamente. L’estremo difensore ritrova Edi Reja in panchina, e come a Cagliari il risultato non cambia. Stavolta tuttavia, dopo la vittoria del campionato di Serie C1, con appena 18 gol incassati in 32 partite, si ripete anche l’anno dopo, 25 in 39 match, contribuendo al doppio salto fino alla Serie A, a braccetto con Juventus e Genoa.
Una volta ritrovato il calcio che conta Iezzo non l’ha più lasciato per altri quattro anni, sempre in terra partenopea. In questo lasso di tempo ha occasione di esordire, a 35 anni, anche in Europa, giocando contro il Panionios in Coppa Intertoto. A questa si aggiungono tante altre soddisfazioni, come quella di essere ancora a lungo titolare del Napoli e di affrontare tanti campioni di altre squadre, riuscendo magari anche a parargli un rigore, come successo con Kakà del Milan. Il tutto prima di lasciare gli azzurri nel 2011, per accasarsi al Nola, nel doppio ruolo di calciatore e dirigente, lasciando intendere come la sua vita stia per prendere un’altra direzione.
Gennaro Iezzo oggi: un uomo a tutto tondo
Come accennato, una volta appesi i guantoni al chiodo Gennaro Iezzo non abbandona il mondo del calcio, decidendo di intraprendere la carriera collaboratore tecnico e di allenatore. Il tutto tentando anche la carriera politica nel 2013, candidandosi, ma non venendo eletto alla camera dei deputati. Tornando alla carriera “a bordocampo”, invece, dapprima l’ex estremo difensore viene ingaggiato alla guida del Sant’Antonio Abate, in Serie D, per poi tornare al suo primo amore, la Juve Stabia, nel ruolo di allenatore dei portieri, in Serie B.
Successivamente fa ritorno anche ad Avellino, guidando per alcuni mesi la formazione Primavera. Dopo l’esonero da questo ruolo, si dedica a forgiare i giovani portieri, trasmettendogli tutta la sua esperienza in alcune scuole calcio dell’hinterland partenopeo. L’ultima significativa esperienza risale poi ai primi mesi del 2022, con Iezzo che accetta un’importante sfida all’estero, alla guida del Botev Vraca, in prima divisione bulgara, riuscendo nell’impresa di salvarlo dalla retrocessione dopo i playout. L’ennesima tappa di una carriera ricca di esperienze e soddisfazioni, in attesa che possano presto aggiungersene altre.