Dopo aver rivissuto le carriere di alcuni portieri del passato, la rubrica “Vecchie Glorie” torna in zona d’attacco, parlando di Ivica Iliev. Attaccante estroso e capace di svariare in tutto il reparto, il serbo vanta in patria l’esperienza migliore della propria carriera, con la maglia del Partizan Belgrado, ma anche un’importante parentesi in Italia, con le maglie di Messina e Genoa, in annate cruciali per entrambe le compagini. Il tutto senza dimenticare altre esperienze in giro per il mondo, prima di intraprendere una nuova vita dietro la scrivania, nelle vesti di dirigente.
La carriera di Ivica Ilev: l’ascesa col Partizan Belgrado
Ivica Iliev nasce il 27 ottobre 1979 a Belgrado, nell’attuale Serbia. Proprio nella capitale balcanica muove i primi passi su un campo di calcio, scoprendosi presto in ottima confidenza con la porta avversaria. Come accennato, l’esperienza più importante della propria carriera è quella vissuta a casa propria, con la maglia del Partizan, dove l’attaccante mette in mostra sin da giovanissimo tutte le succitate qualità.
Con la maglia bianconera, l’attaccante vive un’escalation che lo porta a diventare sempre più decisivo, totalizzando 41 reti in 150 presenze totali, e vivendo l’apoteosi nel 2003. Anno decisivo ed esaltante, questo, in quanto è protagonista della vittoria del campionato, il primo nella storia dei serbi, e ha anche la possibilità di collezionare 2 presenze con la Nazionale. Nella seconda, tra l’altro, trova il primo e unico gol con la Serbia e Montenegro, quello che accorcia definitivamente le distanze per i suoi nella sconfitta per 4-3 contro la Polonia, in amichevole.
Pochi mesi più tardi, inoltre, nei preliminari di Champions League, segna la rete decisiva che consente di portare i suoi ai calci di rigore contro il Newcastle al St. James Park. Una lotteria vincente per il Partizan, che così accede alla fase a gironi, un’altra tappa fondamentale per la crescita di Iliev, che ormai si è ritagliato il suo spazio anche a livello internazionale. Un ruolino di marcia, il suo, che non poteva passare inosservato, al punto da attirare su di sé l’attenzione di un campionato prestigioso come quello di Serie A.
Tra Messina e Genoa: la parentesi italiana
Nel 2004 Ivica Iliev viene finisce nel mirino del Messina di Pietro Franza, fresco di promozione in Serie A e voglioso di recitare un ruolo da protagonista. Un obiettivo ambizioso per il quale i giallorossi investono tanto su diversi profili, compreso quello dell’attaccante serbo. L’avventura in terra peloritana, tuttavia, nonostante giochi diverse partite, non è particolarmente esaltante, in quanto realizza una sola rete, decisiva, nel successo casalingo contro l’Udinese. Inoltre passa alla storia per essere stato il primo calciatore di Serie A a essere squalificato per simulazione grazie alla prova TV.
Le prestazioni non sono all’altezza delle aspettative, e dopo una stagione e mezza il giocatore decide di cambiare aria, compiendo un doppio salto all’indietro di categoria. Nel gennaio 2006, infatti, Iliev viene ingaggiato fino a fine campionato dal Genoa, militante in Serie C1 e voglioso di tornare subito in Serie B dopo la retrocessione a tavolino per il caso Venezia. In rossoblù si rivela veramente protagonista della cavalcata degli uomini di Giovanni Vavassori, realizzando 4 reti, una delle quali nella finale d’andata dei playoff, nello 0-2 di Monza.
I liguri, così facendo, raggiungono l’obiettivo, ma a fine stagione l’ex Partizan Belgrado fa ritorno in Sicilia. Il Messina, sul campo, è da poco retrocesso in Serie B, ma lo scoppio di Calciopoli gli permette di fare subito ritorno in massima serie. Tuttavia la seconda chance non viene sfruttata come si sarebbe dovuto, e i peloritani salutano definitivamente la Serie A, con Iliev che vive ai margini della rosa per quasi tutta la stagione. L’unica, piccola soddisfazione è rappresentata dal secondo gol in giallorosso, trovato nel terzo turno di Coppa Italia, vinto contro la Lazio dopo i tempi supplementari. Uno score comunque insufficiente che, di conseguenza, lo induce a lasciare l’Italia per vivere nuove esperienze.
Da girovago al ritorno al Partizan: l’ultima parte della carriera di Ivica Iliev
Dopo Messina, Ivica Iliev comincia a cambiare maglia con una frequenza sempre maggiore. Inizialmente si trasferisce in Grecia, al Paok Salonicco, dove continua ad incidere poco, e la musica non cambia nemmeno in Germania, all’Energie Cottbus, e in Israele, con il Maccabi Tel Aviv. Il bottino personale complessivo con queste tre squadre è di 7 reti e 9 assist, che confermano definitivamente come l’attaccante, ormai giunto ai 30 anni, non sia riuscito a rispettare le aspettative poste in lui dopo le grande annate al Partizan Belgrado. Una consapevolezza insita anche nel diretto interessato, tant’è che nel 2010 decide di fare ritorno lì dove tutto aveva avuto inizio.
La squadra della capitale, nel frattempo, ha vinto altri quattro titoli nazionali, e non sembra intenzionata a fermarsi. Gli uomini allenati da Vlada Jovanovic sono già i principali candidati all’ennesimo trionfo in campionato, ma il ritorno di Iliev dà quel qualcosa in più a livello di qualità. Il giocatore, infatti, torna ai fasti di un tempo, e trascina i suoi al sesto titolo in meno di 10 anni, siglando ben 13 gol e 6 assist, togliendosi anche la soddisfazione di portare a casa il titolo di capocannoniere, nonché alla vittoria della terza Coppa di Serbia. Un finale davvero da favola, prima di chiudere la carriera in Polonia, al Wisla Cracovia, con altre 6 marcature e 9 passaggi decisivi in due anni.
Ivica Iliev oggi: un dirigente scopritore di talenti
Una volta appesi gli scarpini al chiodo, Ivica Iliev non dice definitivamente addio al mondo del calcio, men che meno il Partizan Belgrado. Nel 2015, infatti, l’ormai ex attaccante decide di indossare giacca e cravatta per sedersi dietro la scrivania, intraprendendo una nuova avventura come direttore sportivo. E se da giocatore non è riuscito a mostrare pienamente tutto il proprio potenziale, lo stesso non si può dire per quanto riguarda questo nuovo e importante incarico.
Sotto la sua gestione, infatti, i serbi vincono un altro campionato e quattro coppe nazionali, ma soprattutto si distingue per la grande capacità di portare nella capitale elementi di ottima prospettiva. Su tutti, in particolare, si possono fare gli esempi familiari ai tifosi italiani di Nikola Milenkovic e Dusan Vlahovic, che dopo essersi distinti in bianconero sono passati alla Fiorentina, esplodendo definitivamente e attirando su di sé le attenzioni dei principali top club europei, come successo all’attaccante, passato poi alla Juventus. In questi casi si potrebbe dire, quindi, che talento chiama talento. E nonostante tutto, a Iliev questo dono non è mai mancato.