Vecchie Glorie: parliamo di Mark Bresciano

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Dopo aver parlato degli attaccanti che hanno segnato le stagioni di Serie A e B durante gli ultimi vent’anni, ora è arrivato il momento di trattare i più simbolici ed iconici centrocampisti. Dopo Davide Bombardini, è giunta l’ora di Mark Bresciano. Ecco che oggi, quindi, la rubrica “Vecchie Glorie” si sofferma sulla presentazione del famoso calciatore australiano, simbolo del Palermo dal 2006 al 2010.

Con la maglia dei rosanero, tra le squadre di club, infatti, il ragazzo classe ’80 ha vissuto le più grandi emozioni della propria carriera; con la sua Nazionale, invece, Bresciano ha disputato ben tre Campionati Mondiali (2006,2010 e 2014), ha vinto la Coppa Oceania nel 2004 ed ha sollevato la Coppa d’Asia 2015.

Vecchie Glorie: parliamo di Mark Bresciano

La carriera di Mark Bresciano: gli esordi in Australia

La storia di Mark Bresciano comincia a Melbourne, l’11 Febbraio 1980. Il ragazzo australiano, con passaporto italiano, nasce da una coppia “internazionale”: il padre, Prospero, infatti, è di origini lucane; la madre, invece, è istriana, di Antonzi. Il giovane cresce a Rosanna, al fianco del fratello Robert, anch’egli diventato calciatore.

Mark Bresciano comprende che il proprio futuro possa essere legato al mondo del calcio quando a 15 anni entra a far parte della squadra dei Bulleen Lions. Il club, militante nella Victorian Premier League, lo fa esordire nel 1995 e lo trattiene tra le proprie fila fino al 1997. Nella sua ultima annata a Melbourne, Bresciano realizza anche 5 gol in 15 presenze (coppa compresa), dimostrando tutto il proprio potenziale.

Vecchie Glorie: parliamo di Mark Bresciano

Il classe ’80 nasce come esterno di centrocampo ma, durante tutto l’arco della carriera, varierà grandemente la propria collocazione in campo. Egli sarà impiegato in numerosi ruoli, tra i quali: centrocampista centrale, ala, centrocampista offensivo, trequartista e anche seconda punta.

Nel 1997 Mark Bresciano frequenta l’Australian Institute of Sport, un college sportivo, e gioca nella squadra della propria scuola. L’anno successivo, però, il Carlton lo ingaggia e gli permette di debuttare nella massima serie australiana. In 36 apparizioni con i “Blues”, il ragazzo di Rosanna realizza ben 8 reti e attira su di sé l’interesse di numerosi club europei.

L’approdo in Italia e le esperienze in Serie A

Nel 1999, quindi, insieme al connazionale Vincenzo Grella, Mark Bresciano firma il suo primo contratto per un club di Serie A. L’Empoli crede in lui e lo porta nel nostro paese, lanciandolo prepotentemente nel calcio europeo. In Toscana trascorre tre stagioni, collezionando ben 80 presenze e 17 gol. Nell’estate del 2002, poi, il ragazzo australiano attira l’attenzione del Parma, club che solo due anni prima aveva sollevato la Coppa UEFA. Bresciano si trasferisce in Emilia e gioca per ben quattro stagioni con la maglia dei ducali. Fino alla fine dell’annata 2005-06, il classe ’80 farà registrare anche delle presenze in campo internazionale (ben 12).

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In seguito a 32 apparizioni e ad 8 marcature, il Palermo decide di puntare sul n°23 parmigiano. Nell’estate del 2006, alla fine del Mondiale in Germania, il nativo di Melbourne si trasferisce in Sicilia. Il club rosanero lo accoglie a braccia aperte: Mark Bresciano è il primo calciatore australiano del club.

La grande storia d’amore con Palermo

La prima annata a Palermo è piena di periodi contrastanti. Il giovane calciatore si deve ambientare ma, certe volte, è autore di giocate da fuoriclasse. Al termine dell’anno i gol realizzati saranno addirittura 6, con 34 apparizioni all’attivo. A differenza della stagione 2006-07, quella successiva sarà, però, un vero disastro: anche Mark Bresciano ammetterà che questa sia stata la peggiore di tutta la sua carriera. Il n°23 non riuscirà mai a rialzarsi del tutto, dopo un avvio di campionato poco felice; la sua condizione atletica e mentale non riuscirà a tornare sui livelli di quella dell’anno precedente.

Ad inizio 2008, tuttavia, sulla panchina del club siciliano si siede un tecnico che capisce come motivare grandemente Mark Bresciano: Davide Ballardini. Sotto la guida dell’allenatore italiano, infatti, il ragazzo di Rosanna ritrova la condizione migliore ed innalza le proprie prestazioni. Il 2008-09 sarà davvero l’anno del riscatto, durante il quale egli segnerà anche 4 gol, uno alla prima di campionato, contro l’Udinese; gli altri tre, invece, nelle prime due gare del 2009.

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Nella stagione successiva (2009-2010), il 13 Settembre 2009, Mark Bresciano fa registrare un importante traguardo personale: le 100 presenze con la casacca del Palermo. Il calciatore, logicamente, non si accontenta del risultato e solo tre mesi più tardi (il 13 Dicembre) raggiunge le 100 presenze in Serie A con la formazione siciliana. In quest’occasione, il ragazzo segna anche il gol del definitivo 2-0, nella sfida giocata tra Milan e rosanero.

Poco tempo dopo questo importante riconoscimento, Mark Bresciano si infortuna. Il 24 Marzo 2010, in accordo con l’equipe medico della nazionale australiana, il n°23 decide di farsi operare. La micro-discectomia lo terrà lontano dai campi per parecchio tempo: durante la sua assenza, però, Bresciano non si darà per vinto e punterà i Mondiali dell’estate successiva, quelli in Sudafrica. Nel frattempo firmerà anche un pre-contratto con il club arabo dell’Al-Nassr, essendo in scadenza con il Palermo.

La Lazio e la fine della carriera in Arabia

Alla fine del Mondiale in Sudafrica, Mark Bresciano decide di non trasferirsi davvero in Arabia Saudita. Essendosi svincolato dal contratto con il Palermo, il ragazzo australiano sceglie di rimanere ancora in Italia, per regalarsi l’ultima parentesi di calcio ad alti livelli. Il 2 Luglio 2010 firma con la Lazio un accordo lungo due anni, per un milione a stagione, circa. In un anno a Roma, però, il centrocampista non riesce a segnare più di un gol, entrando quasi sempre a gara in corso.

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A fine stagione 2010-2011, nonostante il contratto firmato a Luglio, decide di interrompere la propria esperienza con i biancocelesti. L’Al-Nasr, per 300.000 euro, lo porta a Dubai e gli offre un biennale a due milioni di euro per stagione. Dopo 17 presenze e 10 gol, però, Mark Bresciano decide di voler provare una nuova esperienza, professionale e di vita. A fine stagione, quindi, si trasferisce all’Al-Gharafa, club che lo tessera come terzo professionista in rosa. Alla fine di due anni poco prolifici, nel 2015, il centrocampista australiano decide di ritirarsi.

Mark Bresciano e la carriera con la Nazionale

Il rapporto tra Mark Bresciano ed il suo paese d’origine ha inizio nel 1999. Durante l’estate di quell’anno, infatti, il giovane calciatore partecipa al Mondiale Under-20, disputando le tre gare del girone eliminatorio. Nel 2005, quando già è entrato a far parte della Nazionale “maggiore”, il n°23 viene escluso dai convocati per la Confederations Cup, per poter giocare, in Serie A, uno spareggio fondamentale con la maglia del Parma. 

Dall’anno successivo, però, diventa un pilastro dei Socceroos. Con Guus Hiddink in panchina, infatti, durante il Mondiale del 2006 in Germania, Mark Bresciano trascina la propria rappresentativa fino agli ottavi di finale, persi poi contro l’Italia. Dopo aver recuperato dall’infortunio già citato in precedenza (operazione di micro-discectomia), il calciatore giallo-verde prende parte anche alla rassegna iridata del 2010. In seguito ai quattro mesi d’inattività, Bresciano esordisce in occasione della seconda gara del girone.

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Il 20 Settembre 2010 annuncia il ritiro dai Socceroos, rinunciando anche alla Coppa d’Asia del 2011. Il 14 Maggio 2014, però, il CT australiano lo inserisce all’interno della lista dei 30 pre-convocati per il Mondiale brasiliano. Mark Bresciano accetta la chiamata della propria nazionale e parte per il Sud America con la squadra.

Infine, nel 2015, poco prima del ritiro ufficiale, il classe ’80 prende parte alla sua seconda Coppa d’Asia, dopo quella deludente del 2007. In quest’occasione, l’ormai 35enne trascina i propri compagni fino all’atteso scontro finale, dove i Socceroos sconfiggono la Corea del Sud e vincono il trofeo. Infine, il 25 Febbraio dello stesso anno, Bresciano annuncia il definitivo ritiro dalla Nazionale.

Le curiosità relative a Mark Bresciano: un calciatore unico

La storia di Mark Bresciano è singolare e poco conosciuta. Del ragazzo classe 1980 si ricordano spesso l’esultanza e la nazionalità ma non si conoscono, invece, le sfide che ha dovuto superare ed i numeri che ha fatto registrare durante l’arco di tutta la sua carriera. Ecco perché, oggi, vogliamo citare alcune curiosità relative al calciatore con la maglia numero 23.

L’esultanza come simbolo del calcio espresso

La prima, immancabile, è quella relativa alla sua esultanza. Chiunque si sia chiesto quale fosse il motivo, oggi trova la risposta nella teoria meno affascinante. Per alcuni il ragazzo voleva imitare The Rock; per altri questo era solamente il ricordo di quando, dopo un gol al Carlton, gli si fosse bloccata la schiena. L’origine del gesto, però, è da ricercare nel match tra Parma ed Empoli: Bresciano, infatti, in quell’occasione si “immobilizzò” per non esultare contro la sua ex-squadra (quella toscana).

La statua, in realtà, è il manifesto del calcio espresso da Mark Bresciano. Proprio il ragazzo, una volta, ha ammesso di aver sempre ricercato, in campo, la calma e la gestione dei propri istinti, volendo rimanere “freddo come una statua di marmo.

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La seconda curiosità è quella relativa alle qualificazioni di due rassegne mondiali, quella del 2006 e quello del 2014. La Nazionale dei Socceroos è infatti passata, in entrambi i casi, da due sfide decisive: quella con l’Uruguay (un vero e proprio spareggio) e quella contro l’Iraq. Nel primo caso fu proprio il giocatore del Parma a siglare il gol della qualificazione; nel secondo, invece, servì l’assist per la rete di Kennedy. In entrambi i casi l’approdo alla fase finale del Mondiale passò dai suoi piedi. 

L’ultima indiscrezione relativa alla carriera di questo incredibile calciatore è legata alla multa ricevuta nel 2013. Il ragazzo australiano, infatti, fu condannato dalla FIFA al pagamento di un 1.087.000 dollari, a causa di una presunta irregolarità nel suo trasferimento all’Al-Gharafa. Nel Gennaio 2014, poi, la situazione fu chiarita e questo permise al centrocampista di disputare il fatidico incontro con l’Iraq. 

Il post-carriera di Mark Bresciano

Mark Bresciano, nonostante gli impegni dettati dalle lunghe stagioni calcistiche, ha trovato del tempo da dedicare anche a sé stesso. Il calciatore australiano, infatti, nel 2006, si è sposato con Renée Capitanio, anch’essa classe 1980. La storia che li unisce, però, è particolarmente commovente: i due, infatti, si sono conosciuti ai tempi dell’asilo e non si sono mai lasciati andare. A Palermo, poi, è arrivato il coronamento di un amore durato ben 23 anni. Sempre nel capoluogo siciliano i due hanno infine realizzato i propri sogni d’infanzia: nel 2007 è nata Alessia, nel 2008 Montana, le figlie della coppia.

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Nuove attività al di fuori del campo da gioco

In seguito al ritiro dal calcio, Mark Bresciano, insieme alla famiglia, è tornato in Australia. Qui, in un primo momento, egli ha investito nel settore immobiliare, salvo poi decidere di cambiare totalmente campo di applicazione. Nel 2019, infatti, insieme al suo socio in affari, l’ex-centrocampista ha fondato la sua attività, chiamata Greenhope. Il nativo di Melbourne s’è quindi gettato nel mondo della coltivazione della cannabis ad uso terapeutico

In Australia, infatti, dal 2018, il Governo ha aperto a questo nuovo tipo di utilizzo della marijuana. Quest’applicazione si pensa possa recare effetti benefici in numerose categorie di malati: a partire da coloro che sono affetti da sclerosi multipla, fino ad arrivare a quelli colpiti da sindrome di Tourette, anoressia nervosa o glaucoma.

Una riflessione finale su Mark Bresciano come uomo

Mark Bresciano, da calciatore, è stato etichettato come distaccato, freddo, concentrato e sempre molto attento. Anche fuori dal rettangolo di gioco, l’ex-Palermo ha saputo dimostrare tutte le proprie capacità, mettendosi in discussione e creando un nuovo progetto di vita, totalmente slegato dal football. Il grande merito dell’ex-centrocampista giallo-verde è quello di esser sempre riuscito ad utilizzare le proprie capacità per emergere all’interno di mondi complicati e contraddittori.

Vecchie Glorie: parliamo di Mark Bresciano

Sicuramente un peso importante lo hanno avuto anche le “sue” tre donne, che da oltre 15 anni lo hanno affiancato e seguito ovunque egli si sia spostato. Bresciano ha saputo dimostrare di tenere a loro più che a chiunque altro, e ha fatto comprendere che non bastano le qualità tecniche per sfondare nella vita. Il calcio, del resto, è solo un gioco: bello ed affascinante, ma non per forza totalizzante. L’australiano lo ha capito e, nel vissuto extra-calcistico, ha saputo ascoltare il proprio cuore.

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