Nuovo appuntamento dedicato ai centrocampisti per la rubrica “Vecchie Glorie”. Protagonista odierno è un giocatore che ha fatto le fortune di diverse realtà di provincia, su tutte il Modena promosso in Serie A nei primi anni 2000 e il Genoa di Gian Piero Gasperini. Nello specifico, si ripercorrerà la carriera da calciatore, e non solo, di Omar Milanetto. Tante luci ma anche alcune ombre, dovute al suo coinvolgimento nell’indagine di calcioscommesse avviata dalla procura di Cremona tra il 2012 e il 2013.
La carriera di Omar Milanetto: dai trionfi con la Primavera della Juventus all’ascesa di Modena
Omar Milanetto nasce il 30 novembre 1975 a Venaria Reale, nella città metropolitana di Torino. Proprio nel capoluogo piemontese muove i primi passi su un campo di calcio, compiendo tutto il proprio percorso di crescita nel settore giovanile della Juventus. Con la formazione Primavera del club bianconero, poi, vince nel 1994 sia il campionato che il Torneo di Viareggio. Il giocatore spicca per le ottime doti in fase di impostazione di gioco in mezzo al campo, ma viene mandato a maturare in Serie C1, con la maglia del Fiorenzuola. Nella compagine emiliana Milanetto fa il suo esordio tra i professionisti, affermandosi nel ruolo di titolare nell’arco di due stagioni.
Particolarmente memorabile resta la prima delle due, in cui, dopo il raggiungimento del terzo posto in campionato, sfiora la promozione in Serie B, arrendendosi solo in finale playoff alla Pistoiese. Obiettivo rimandato soltanto di un anno, quando col Monza riesce a raggiungere la cadetteria. Tuttavia, pur totalizzando 19 presenze e 2 reti, i brianzoli decidono di non puntare su di lui, cedendolo al Como a fine stagione. Dopo tre stagioni in Lombardia, si presenta per il metronomo piemontese l’occasione Modena. La compagine allenata da Gianni De Biasi fa di lui uno dei titolari inamovibili, e al primo colpo arriva la promozione in Serie B e la Supercoppa di Serie C.
Un traguardo che coincide con l’esordio in questa categoria per Milanetto, e fa solo da apripista a uno ancora più prestigioso: il raggiungimento della Serie A. Gli occhi di appassionati e addetti ai lavori sono tutti puntati sui “canarini” e anche sul centrocampista, il quale non fatica a farsi notare, realizzando addirittura 5 reti, in palcoscenici più prestigiosi come nel caso della vittoria in trasferta sul campo della Roma. La crescente media realizzativa evidenzia un’altra qualità di Milanetto: la bravura nei calci piazzati, rigori o punizioni che siano.
Il post Modena: la parentesi Brescia e la consacrazione al Genoa
Dopo aver ottenuto la salvezza nella prima stagione, nel 2004 il Modena scende nuovamente in Serie B. Milanetto, di conseguenza, sceglie di seguire il mentore De Biasi a Brescia, rimanendo in massima serie. Questa permanenza, tuttavia, dura l’arco di una sola stagione, perché anche le “rondinelle” retrocedono in cadetteria, ma il centrocampista segue la compagine lombarda. Una scelta che non ripaga in termini di risultati, ma a livello personale sì. Nell’ultima stagione a Brescia, infatti, Milanetto totalizza 8 realizzazioni personali, un traguardo mai più eguagliato.
L’annata successiva arriva la chiamata del Genoa, appena tornato in Serie B e voglioso di compiere il doppio salto. Un obiettivo già centrato da Milanetto, e che diventa realtà a giugno 2007, quando i rossoblù tornano nel calcio che conta a braccetto col Napoli e dopo la Juventus, senza passare per i playoff. Questo per lui, tuttavia, è solo l’inizio dell’esperienza più importante della sua carriera. All’epoca Gasperini, infatti, è un tecnico emergente che fa del 3-4-3 il suo credo tattico. Milanetto e Juric compongono una coppia di centrocampo completa, per qualità e quantità, e anche in massima serie si confermano ad alto livello, tanto che, con i giusti puntelli, il Genoa arriva a giocare anche l’Europa League.
Pur rimanendo a Genova fino al 2011, la stagione 2009/2010 resta sicuramente memorabile, in quanto il “grifone” si arrende solo a Valencia e Lilla nel girone europeo, e continua a ben figurare in campionato. Apoteosi, personale e di gruppo, nella rotonda vittoria per 3-0 nel derby contro la Sampdoria, in cui Milanetto realizza una delle marcature. Chiusa l’avventura all’ombra della “lanterna”, l’ex rossoblù chiude la propria carriera a Padova, in Serie B, prima di doversi trovare ad affrontare ben altre problematiche.
Omar Milanetto oggi: il ruolo di talent scout dopo i guai con la giustizia
Come accennato precedentemente, nel 2012 il nome di Omar Milanetto finisce nei fascicoli della procura di Cremona con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a truffa sportiva. Il centrocampista viene arrestato è resta in carcere per circa sedici giorni, in attesa della pronuncia definitiva da parte della magistratura. Le indagini si evolvono, ma alla fine dei diversi filoni l’ex Genoa viene assolto, anche se nel frattempo, di fatto, la sua carriera è giunta al termine.
Tuttavia il rapporto col mondo del calcio continua a sussistere. Dal 2013, infatti, Milanetto ha intrapreso una nuova carriera nel campo dello scouting. La prima esperienza non poteva che essere nel posto dove più ha dato e ricevuto, la Genova rossoblù. In seguito ha ricoperto il ruolo di responsabile degli osservatori per il Torino e in seguito è passata all’area di reclutamento dell’Hellas Verona. Una scelta sicuramente interessante per un uomo dal grande talento, messo alla ricerca di tanti, possibili nuovi talenti nel mondo del calcio.