Arrivati ad un altro appuntamento della rubrica “Vecchie Glorie”, si parlerà di Pablo Daniel Osvaldo, attaccante e vecchia conoscenza del calcio italiano. Tante maglie vestite e una personalità da comprendere e affrontare. Il calciatore classe ’86, attualmente svincolato, ha fatto spesso parlare di sé e si è molte trovato a siglare gol importanti e pesanti, seppur senza vincere molto. Infatti nel suo palmarès si conta un solo trofeo di rilievo, ovvero il trionfo del campionato italiano con la maglia della Juventus, in quella breve – e fortunata parentesi – a Torino. Diverse avventure in giro per il mondo e per l’Europa, alla ricerca di se stesso e della squadra giusta.
Pablo Daniel Osvaldo, i primi passi
Dopo aver narrato lo vicende di Cruz e Zamorano, ci si sofferma su un altro attaccante, attualmente svincolato, ovvero Osvaldo, detto Dani.
Nato il 12 Gennaio 1986 a Lanus (in Argentina), muove i suoi primi passi nel mondo del calcio da giovanissimo, ad appena nove anni, nel settore giovanile della squadra della sua città. Nel 1999 passa al Banfield e successivamente all’Huracán – club di Buneos Aires – sempre nelle giovanili. Bisogna aspettare il 2005 per il suo esordio in prima squadra, nella seconda divisione argentina. Da lì collezionerà 33 presenze e 11 gol.
Dopo pochi mesi subito una nuova avventura, visto che nel Gennaio del 2006 approda all’Atalanta, in Serie B, con la modalità di prestito breve. Finisce la stagione con tre apparizioni, un sigillo, e la vittoria del campionato cadetto. Nell stagione 2006/2007 passa al Lecce, sempre in cadetteria, trovando otto gol in 32 gare.
Per lui si aprono allora le porte della Serie A, con i bergamaschi – ormai proprietari del cartellino – che vendono le prestazioni del giocatori alla Fiorentina, per una cifra pari a 4,5 milioni di euro. Il debutto nella massima serie arriva il 29 Settembre 2007, con una doppietta ai danni del Livorno e una presentazione da urlo. Il 29 Novembre sigla anche il suo primo gol in Coppa UEFA, dimostrandosi pronto per il grande palcoscenico. Prima annata che si conclude in modo positivo e con ottime aspettative, con 25 partite giocate e 6 reti messe a segno. La seconda stagione è invece molto deludente, dato che viene impiegato pochissimo e saluta anzitempo la Viola, a Gennaio 2009. In totale, conta 38 gare e 6 gol.
Periodo Bologna e parentesi spagnola
Il 20 Gennaio 2009 il suo cartellino viene acquistato dal Bologna, per una cifra intorno ai 7 milioni di euro. Appena una stagione, con soli tre sigilli in 26 apparizioni. Un’altra avventura non andata come previsto, dato che Osvaldo viene impiegato poco e si ritrova ad andare in prestito oneroso all’Espanyol (da Gennaio a Giugno 2010). La compagine spagnola riscatta il prestito – fissato a cinque milioni – e si assicura le prestazioni dell’attaccante classe ’86. Circa un anno e mezzo, fatto di gol e buone prestazioni, con 47 partite e 22 gol.
Dalla Roma al Boca Juniors
Il 25 Agosto del 2011 ritorna in Italia, per vestire la maglia della Roma, la quale ha versato ben 15 milioni di euro nelle casse dell’Espanyol. Due sole stagioni, ma davvero molte intense, in quel rapporto di Odi et amo che ha costretto le due parti a chiudere, anzitempo, la loro avventura.
Tra alti e bassi, l’attaccante italo-argentino non trova sempre molto spazio, arrivando a perdere – dopo diverse giornate di squalifica – una finale di Coppa Italia contro la Lazio (per 1-0) che causerà una rottura definitiva tra il giocatore e il mister Andreazzoli, criticato attraverso un tweet, dove si lamentava dello scarso minutaggio concessogli.
Conclusa allora la stagione, Osvaldo perderà l’opportunità di una chiamata in Confederations Cup 2013 e saluterà i giallorossi, dopo 57 partite e 28 gol.
Nella stagione successiva (2013/2014) per lui si aprono le porte del Southampton, che investe 15,1 milioni di euro, con Pochettino che – dopo averlo allenato all’Espanyol – lo aveva chiesto insistentemente. Diventato l’acquisto più caro del club, ci rimarrà appena mezza stagione, con appena tre gol in tredici gettoni. A Gennaio 2014 si trasferisce – momentaneamente – alla Juventus, con la quale gioca 18 partite segnando tre reti, una sola in campionato proprio contro la Roma. Con i bianconeri vince anche il suo primo trofeo italiano, ovvero lo scudetto (da menzionare la vittoria della Serie B con l’Atalanta).
Torna in Inghilterra per ripartire, stavolta con direzione Inter, prestito con diritto di riscatto. Nonostante una buona partenza, la stagione si mette male quando Osvaldo ha un’accesa discussione – in campo – con Icardi. Le cose si complicano, con il calciatore che salta gli allenamenti, viene messo fuori rosa e decide allora di rescindere il contratto, chiudendo con 7 gol in 19 partite.
Nel 2015 rientra in Argentina, per accasarsi al Boca Juniors, con cui giocherà anche tra Gennaio e Giugno 2016. In mezzo una parentesi al Porto. Stagioni comunque al di sotto dei numeri a cui aveva abituato, con 21 gettoni e 7 sigilli con la società argentina, una sola rete in dodici apparizioni con il club portoghese.
A fine anno, dopo aver rifiutato l’offerta del Chievo Verona, annuncia il ritiro dal calcio giocato.
Ultima stagione e parentesi nazionale
L’addio al calcio è solo un arrivederci, seppur momentaneo. Dopo quattro anni ritorna in campo con la maglia del Banfield, a Gennaio 2020. Dopo solo due apparizioni rimane svincolato, sebbene non abbia annunciato un ritiro dal mondo del calcio.
Naturalizzato italiano, Dani – soprannominato anche Simba (dal cartone animato della Disney) – ha giocato con l’Italia U20, U21, Italia olimpica e nazionale maggiore, vincendo, nel 2008, il Torneo di Tolosa.
In totale conta 27 partite e appena sei gol.
Pablo Daniel Osvaldo: il presente
Al termine della sua carriera a grandi livelli, Osvaldo si è dedicato alle altre sue passioni, su tutte la musica, ma anche il ballo.
Tra il 2016 e il 2019 si è dedicato al campo musicale e ha partecipato – nel 2019 – a Ballando con le stelle, arrivando terzo, in coppia con Veera Kinnunen.
Dotato di un’ottima propensione al gol, Pablo Daniel Osvaldo avrebbe potuto vivere una carriera sicuramente più prestigiosa di quella che ha, effettivamente, vissuto. Qualche infortunio e la difficoltà a gestire il proprio carattere – in determinate circostanze – ne hanno forse limitato il percorso calcistico.
A 36 anni, però, non è detto che l’attaccante italo-argentino abbia smesso di correre sul rettangolo verde.